Il parlamento della Grecia ha deciso di istituire una commissione di inchiesta sullo scandalo Novartis

Una donna entra negli uffici di Novartis ad Atene, 6 febbraio 2018
(AP Photo/Petros Giannakouris)
Una donna entra negli uffici di Novartis ad Atene, 6 febbraio 2018 (AP Photo/Petros Giannakouris)

Dopo un dibattito di circa 20 ore, il parlamento della Grecia ha deciso di istituire una commissione di inchiesta che dovrà indagare due ex primi ministri e altri otto politici accusati di aver accettato delle tangenti da Novartis, una delle più importanti multinazionali farmaceutiche del mondo, che ha sede in Svizzera. Novartis, in cambio, avrebbe ottenuto il condizionamento del mercato dei farmaci.

La commissione di inchiesta, composta da 21 deputati, dovrà cercare le prove delle presunte attività criminali di cui sono accusati i politici coinvolti. Secondo la legge greca i politici non possono essere perseguiti direttamente dalle autorità giudiziarie: i loro casi devono prima essere portati davanti al Parlamento che, a seguito dell’autorizzazione della commissione di inchiesta, deve revocare con un voto l’immunità.

Le tangenti pagate da Novartis sarebbero pari a 50 milioni di euro, con conseguenti perdite per lo stato greco che corrisponderebbero a diversi miliardi di euro. I pubblici ministeri di Atene – che sono stati assistiti dall’FBI – hanno fatto sapere che i fatti riguardano gli anni dal 2006 al 2015, un periodo in cui la Grecia era nel pieno delle riforme economiche e dei tagli imposti dai creditori internazionali all’interno del programma di salvataggio che terminerà nell’agosto del 2018.

Tra i politici coinvolti (che hanno negato le accuse) ci sono due ex primi ministri, Antonis Samaras e Panagiotos Pikramenos, il Commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos (che era ministro della Sanità in Grecia dal 2006 al 2009), l’ex vice primo ministro socialista Evànghelos Venizèlos e l’attuale governatore della Banca di Grecia, Jànnis Stournàras.