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  • Mercoledì 21 febbraio 2018

Dovete conoscere il balletto sugli sci

Come il pattinaggio artistico ma sugli sci: fu presentato alle Olimpiadi di Calgary del 1988, trent'anni fa, ma dal 2000 non esiste più

Lo sciatore freestyle austriaco Christian Rijavec durante una gara di acroski o balletto sugli sci durante i Campionati mondiali di freestyle del 1993 (Getty Images/Chris Cole /Allsport)
Lo sciatore freestyle austriaco Christian Rijavec durante una gara di acroski o balletto sugli sci durante i Campionati mondiali di freestyle del 1993 (Getty Images/Chris Cole /Allsport)

Nella storia degli sport olimpici che non lo sono più, ce n’è uno molto particolare e oggi completamente scomparso che fu presentato tra le discipline dimostrative alle Olimpiadi invernali del 1988 di Calgary, in Canada: l’acroski, o balletto sugli sci. Se non ne avete mai sentito parlare, immaginatevi il pattinaggio artistico ma con sci e racchette al posto dei pattini e una discesa innevata al posto di una pista di pattinaggio. Per quanto riguarda l’abbigliamento degli atleti, immaginate le tute da sci intere con colori vivaci che si usavano negli anni Ottanta, ma con maniche rigonfie o di tessuti luccicanti, e gonnellini decorativi. C’erano anche colonne sonore: la performance di Hermann Reitberger della Germania Ovest alla finale maschile alle Olimpiadi di Calgary comprendeva “Don’t Let Me Be Misunderstood” dei Santa Esmeralda e un brano di musica classica.

Il balletto sugli sci era una delle tre originarie discipline del freestyle, o sci acrobatico, insieme alle gobbe e ai salti: non esiste più dal 2000, quando la Federazione Internazionale Sci (FIS) decise che non ce ne sarebbero più state competizioni ufficiali. Quando il freestyle nacque e cominciò a svilupparsi, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, negli Stati Uniti, non esistevano diverse discipline: ogni modo di usare gli sci diversamente da come si faceva nello sci alpino e nello sci di fondo – il su e giù delle gobbe, le acrobazie aeree dei salti e le mosse di gambe e braccia dell’acroski – era freestyle. Poi vennero definite le tre discipline, ma gli atleti che ne praticavano una, uomini e donne, praticavano anche le altre.

Il balletto sugli sci venne definito come disciplina nel corso degli anni Settanta. Verso la fine del decennio venne aggiunta la musica, per un’idea della sciatrice Suzy Chaffee che in precedenza aveva praticato sia il pattinaggio artistico che la danza. Bob Howard, più volte campione mondiale di acroski e uno dei suoi pionieri, inventò molte delle mosse dello sport, tra cui il salto mortale fatto piantando le racchette a terra e usandole come base per lanciarsi in aria (sempre con gli sci ai piedi). Altri sciatori sperimentavano mosse in cui le racchette non si usavano, simili agli axel del pattinaggio artistico: per spingersi in aria e saltare venivano usati gli spigoli degli sci. Nelle competizioni di balletto sugli sci, gli sciatori dovevano fare routine acrobatiche scendendo da una pista innevata in novanta secondi e come nel pattinaggio artistico c’era una giuria che assegnava loro punti in base alla qualità di piroette, salti, acrobazie e presentazione complessiva, costumi inclusi.

La Federazione Internazionale Sci riconobbe il freestyle come uno sport nel 1979 e il primo Campionato mondiale di freestyle, che includeva competizioni di balletto sugli sci, avvenne nel 1980. Negli anni Ottanta lo sport penetrò anche nella cultura popolare, ad esempio nella pubblicità di un burrocacao di cui Suzy Chaffee era testimonial.

Uno dei video di acroski più belli che si trovano online risale al 1986 e fu girato dall’ex sciatore, regista e imprenditore tedesco Willy Bogner, che tra le altre cose girò le scene di sci di alcuni film di 007. È un pezzo del film Vacanze sulla neve e ne sono protagonisti Chaffee e un altro sciatore di freestyle, John Eaves:

Il declino del balletto sugli sci paradossalmente iniziò quando la disciplina riuscì ad arrivare alle Olimpiadi, insieme alle gobbe e ai salti. In passato alle Olimpiadi era previsto uno spazio per sport “dimostrativi”, ovvero presenti ai Giochi solo come esibizione; spesso furono scelti in questa veste degli sport nazionali, altre volte invece furono presentati degli sport che poi vennero aggiunti a quelli per cui si svolgevano le vere gare. Lo sci freestyle fu uno sport dimostrativo alle Olimpiadi di Calgary nel 1988. Alle successive Olimpiadi invernali, quelle di Albertville, in Francia, nel 1992, le gobbe diventarono disciplina olimpica, l’acroski e i salti restarono dimostrativi. Alle Olimpiadi successive, quelle di Lillehammer del 1994 (furono solo due anni dopo le precedenti perché fu allora che si decise di alternarle alle Olimpiadi estive e non farle nello stesso anno), i salti si aggiunsero alle gobbe come discipline del freestyle mentre l’acroski non ci fu affatto, né ci tornò in seguito.

Per gli sciatori freestyle che facevano acroski le Olimpiadi avrebbero dovuto essere un modo per coinvolgere un maggior numero di persone nello sport e attrarre sponsorizzazioni per promuoverlo ulteriormente, mentre il risultato fu l’opposto. La principale ragione dell’insuccesso del balletto sugli sci alle Olimpiadi fu che non ebbe molto successo in TV. Inoltre il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), l’organizzazione no profit che organizza i Giochi, non era entusiasta all’idea di aggiungere un altro sport che avesse bisogno di una giuria per scegliere i vincitori, dato che negli anni il pattinaggio artistico aveva ricevuto delle critiche per questa ragione. In quegli stessi anni poi stava nascendo un nuovo sport invernale che in parte limitò la diffusione dello stesso freestyle perché si diffuse molto di più tra i non professionisti: lo snowboard, che arrivò alle Olimpiadi invernali nel 1998.