Chi si è visto finora alla Berlinale

È iniziato il più importante festival del cinema tedesco e sono già arrivati Wes Anderson, Tilda Swinton, Isabelle Huppert e Bill Murray

Liev Schreiber, Greta Gerwig, Wes Anderson, Bob Balaban e Tilda Swinton alla cerimonia di apertura della Berlinale, 15 febbraio 2018
(Pascal Le Segretain/Getty Images)
Liev Schreiber, Greta Gerwig, Wes Anderson, Bob Balaban e Tilda Swinton alla cerimonia di apertura della Berlinale, 15 febbraio 2018 (Pascal Le Segretain/Getty Images)

La stagione dei premi cinematografici continua, dopo i Golden Globe e i Bafta, con la Berlinale, il festival del cinema tedesco: si tiene a Berlino ogni anno e quella iniziata il 15 febbraio e che finirà domenica prossima è la 68esima edizione.

I film e i cortometraggi proiettati sono circa 400 e quest’anno in concorso ci sono 19 film e 22 cortometraggi; i premi sono assegnati da cinque giurie diverse ma quella che stabilisce il più importante, l’Orso d’oro, è presieduta dal regista tedesco Tom Tykwer affiancato dall’attrice belga Cécile de France, il giornalista spagnolo Chema Prado, la produttrice statunitense Adele Romanski, il compositore giapponese Ryūichi Sakamoto e la giornalista statunitense Stephanie Zacharek. Si sa già intanto che l’attore statunitense Willem Defoe riceverà l’Orso d’oro alla carriera.

Il festival è stato inaugurato dal film di animazione L’isola dei cani di Wes Anderson in una serata di gala piena di celebrità, tra cui Greta Gerwig, Tilda Swinton, Elle Fanning e Helen Mirren. La sfilata di attori, registi e personaggi famosi è continuata nei giorni seguenti con la presentazione dei primi film in concorso: si sono visti Isabelle Hupper per Eva, Robert Pattinson e Mia Wasikowska per il western femminista Damsel, e Patricia Clarkson per The Bookshop. In gara c’è anche un film italiano, Figlia mia di Laura Bispuri: ambientato in Sardegna, è la storia di due donne che si contendono la maternità di una bambina, una che l’ha cresciuta, interpretata da Valeria Golino, e l’altra, Alba Rohrwacher, che è la madre naturale ma che l’ha abbandonata alla nascita.