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  • Venerdì 22 dicembre 2017

Il presidente del Perù è ancora il presidente del Perù

Per un pugno di voti il Parlamento non ha approvato l'impeachment di Pedro Pablo Kuczynski, accusato di corruzione

Il presidente peruviano Pedro Pablo Kuczynski al Congresso, 21 dicembre 2017
(ERNESTO BENAVIDES/AFP/Getty Images)
Il presidente peruviano Pedro Pablo Kuczynski al Congresso, 21 dicembre 2017 (ERNESTO BENAVIDES/AFP/Getty Images)

Il Parlamento del Perù non ha approvato la mozione di impeachment contro il presidente Pedro Pablo Kuczynski, accusato di aver ricevuto pagamenti illeciti da parte della società brasiliana Odebrecht, da alcuni anni al centro di un enorme scandalo di corruzione. Giovedì 21 dicembre, dopo una sessione durata più di 13 ore, i parlamentari non hanno raggiunto i due terzi dei voti necessari per dichiarare Kuczynski “moralmente incapace”: per la sua rimozione servivano 87 deputati favorevoli su 130. La mozione ha invece ottenuto 78 sì contro 19 no e 21 astensioni. Dopo il voto, il presidente ha scritto su Twitter che ora comincerà «un nuovo capitolo della nostra storia: riconciliazione e ricostruzione del nostro paese. Una sola forza, un solo Perù».

Kuczynski era stato eletto presidente del Perù lo scorso anno, battendo di pochissimo la sua principale sfidante, Keiko Fujimori (50,1 per cento contro 49,9 per cento). Fin dall’inizio del suo mandato si era scontrato con il Parlamento, che dalle elezioni del 2016 è controllato da Fuerza Popular, di cui fa parte la stessa Fujimori. Lo scandalo che coinvolge Odebrecht era cominciato nel 2016, quando la società ammise di aver pagato circa 800 milioni di dollari in tangenti per vincere delle gare d’appalto pubbliche. Erano dunque partite delle indagini per stabilire quali politici sudamericani avessero accettato pagamenti da Odebrecht. In Perù i parlamentari dell’opposizione avevano ottenuto dall’azienda dei documenti che dicevano che Odebrecht aveva pagato tra il 2004 e il 2007 782mila dollari a Westfield Capital, la società di consulenza finanziaria di Kuczynski, che in quegli anni era un importante funzionario governativo.

La presentazione dell’impeachment era stata votata la scorsa settimana, dopo che Kuczynski si era rifiutato di dimettersi e aveva negato tutte le accuse. L’approvazione della mozione da parte del Parlamento all’inizio sembrava solo una formalità, dato che 93 parlamentari avevano approvato l’apertura del processo e che il partito di Kuczynski ha soltanto 18 deputati. Con il passare dei giorni, però, la situazione era cambiata: «Sembra che nelle ultime ore, l’entourage del presidente sia riuscito a convincere alcuni parlamentari di sinistra (…). Tre giorni fa, avrei detto che il destino del presidente era segnato. Ora, non ne sono così sicuro», aveva detto poco prima del voto ad AFP un alto funzionario che aveva scelto di restare anonimo.

Kuczynski, che ha 79 anni, si è difeso in aula giovedì 21 dicembre e ha cominciato il suo discorso dicendo che era venuto per provare la sua innocenza. In circa due ore e mezza, affiancato dal suo avvocato, ha spiegato che nessuno dei pagamenti effettuati da Odebrecht era illegale, che lui non ha mai ricevuto tangenti e che non ha mai avuto alcun conflitto di interessi visto che la società era di fatto gestita dal suo socio. «La posta in gioco è la democrazia che in Perù ha avuto così tanti problemi a riprendersi», ha spiegato. Il presidente ha comunque chiesto «perdono» per la mancanza di rigore nella dichiarazione delle sue attività passate.

Secondo alcuni osservatori Kuczynski non è comunque ancora fuori pericolo: nulla vieta infatti all’opposizione di presentare una seconda mozione per metterlo sotto accusa. Va comunque detto che anche la leader dell’opposizione Fujimori è sotto inchiesta nel caso Odebrecht. Due giorni fa a Lima c’è stata una grande manifestazione di protesta per chiedere l’allontanamento di tutti i politici corrotti.