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  • Lunedì 4 dicembre 2017

L’anno di Sergej Milinkovic-Savic

Il centrocampista della Lazio gioca sempre meglio, al punto che la Serbia ha licenziato il suo allenatore anche perché non lo faceva giocare

Sergej Milinkovic-Savic con Simone Inzaghi dopo la vittoria contro la Sampdoria (ANSA/SIMONE ARVEDA)
Sergej Milinkovic-Savic con Simone Inzaghi dopo la vittoria contro la Sampdoria (ANSA/SIMONE ARVEDA)

Domenica sera la Lazio ha ottenuto un’altra importante vittoria di questa stagione fin qui molto soddisfacente. A Genova, in casa della Sampdoria, la squadra che più si avvicina al suo livello fra quelle che le stanno dietro, è passata in svantaggio a mezzora dalla fine, ma mantenendo sempre alto il livello del gioco è riuscita a pareggiare e vincere una partita giocata sempre su ritmi molto alti e con continui cambi di fronte. La vittoria però probabilmente non sarebbe arrivata senza il contributo fondamentale di Sergej Milinkovic-Savic, centrocampista serbo da cui sono passate tutte le azioni principali della partita: fra tutte le altre cose, ha segnato il gol del pareggio e fornito l’assist per il gol della vittoria di Felipe Caicedo, inventandoseli entrambi.

Nell’ultimo anno e mezzo passato alla Lazio, Milinkovic-Savic è cresciuto in modo impressionante, e più passa il tempo più si conferma come uno dei più forti nel suo ruolo in Serie A e fra i migliori d’Europa della sua generazione.

Ciò che lo rende così promettente e già così decisivo – a soli 22 anni – è che oltre a essere un centrocampista completo ha una struttura fisica che in Serie A non si trova facilmente. Nato da una famiglia di atleti serbi – il padre calciatore in Spagna, la madre cestista professionista – è alto 1 metro e 91 centimetri e pesa un’ottantina di chili. Per forza di cose la velocità non è il suo punto di forza, ma rimane comunque aggraziato nei movimenti e riesce a guadagnare rapidità quando ha la palla al piede, come si è visto nelle progressioni nella partita di Genova.

In un modo o nell’altro Milinkovic-Savic è sempre nel mezzo del gioco e torna sempre utile: nella circolazione della palla, nei recuperi (13 solo contro la Sampdoria) e quando è necessario saltare la prima linea del pressing avversario con dei lanci lunghi dalla difesa; nel gioco aereo è difficilmente superabile.

Milinkovic-Savic è stato chiamato per la prima volta dalla Nazionale serba solamente lo scorso ottobre, e le sue mancate convocazioni sono state a lungo molto discusse. Pur avendo già da tempo tutte le caratteristiche per ottenere un ruolo da titolare, Slavoljub Muslin, l’ex allenatore della Nazionale, ha deciso di farne a meno per l’intero girone di qualificazione ai Mondiali. Con Muslin e senza Milinkovic la Serbia ha comunque ottenuto la qualificazione alla fase finale in Russia a distanza di otto anni dall’ultima volta. Nei piani di Muslin, la presenza di Milinkovic non era così fondamentale, avendo trovato già una coppia di centrocampisti per lui più pronti e adatti: ma la Federazione serba non era dello stesso parere, e questo ha creato dei disaccordi per cui Muslin è stato esonerato nonostante abbia ottenuto la qualificazione ai Mondiali.

Ora, anche se la Federazione deve ancora nominare il nuovo allenatore, Milinkovic-Savic farà quasi certamente parte dei convocati per la Russia. Questo farà aumentare ancora il suo valore e soprattutto l’interesse delle grandi squadre, che già ora non manca, stando alle voci di un interessamento per lui da parte della Juventus e dei migliori club della Premier League.