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  • Giovedì 28 settembre 2017

Il cricket in India vale sempre di più

I numeri del campionato stanno crescendo a dismisura: i diritti per trasmettere le partite in tv sono appena stati venduti per 2,5 miliardi di dollari

Il tabellone segnapunti dello stadio Khan Shaheb Osman Ali a Narayangan durante una partita tra India e Bangladesh (MUNIR UZ ZAMAN/AFP/Getty Images)
Il tabellone segnapunti dello stadio Khan Shaheb Osman Ali a Narayangan durante una partita tra India e Bangladesh (MUNIR UZ ZAMAN/AFP/Getty Images)

A settembre Star India, una grossa società indiana di telecomunicazioni controllata dalla 21st Century Fox di Rupert Murdoch, ha acquisito per cinque anni i diritti di trasmissione della Indian Premier League, il campionato nazionale di cricket, pagandoli 2,55 miliardi di dollari. La conclusione della vendita dei diritti televisivi della IPL è l’ultima conferma della grande crescita di spettatori, e quindi commerciale, che il cricket sta riscuotendo in India: l’interesse per lo sport, portato nel paese dagli inglesi tra l’Ottocento e il Novecento, è iniziato a crescere molto dalla vittoria della Coppa del Mondo della Nazionale indiana nel 1983, e da allora è costantemente aumentato.

Basti pensare che recentemente Facebook ha offerto 600 milioni di dollari per i diritti di trasmissione digitali del campionato, gli stessi che appena tre anni fa furono venduti per poco più di 45 milioni di dollari: e l’offerta di Facebook non è comunque bastata, perché i diritti del digitale sono stati inclusi nell’offerta di Star India. Per comprendere meglio la portata dell’accordo, la Premier League del calcio inglese, uno dei campionati sportivi più seguiti al mondo, ha venduto i suoi diritti televisivi per tre anni a 6,6 miliardi di sterline; la Bundesliga tedesca ha venduto i suoi diritti quadriennali a 4,64 miliardi di euro; nel 2014 i diritti triennali della Serie A furono venduti a 3 miliardi di euro.

Con la recente vendita dei diritti del cricket, è stato calcolato che il prezzo di trasmissione di una singola partita della IPL abbia superato per la prima volta quello di un incontro della Nazionale indiana, le cui partite, almeno fino a ora, hanno rappresentato la più grossa parte dell’audience nazionale. Il successo riscosso dalla IPL deriva principalmente dal modo in cui è strutturato il campionato, che esiste dal 2008. Ci giocano 8 squadre tra marzo, aprile e maggio e soprattutto le partite non possono durare intere giornate, o anche di più, come invece accade nel cricket tradizionale: la lega ha adottato il sistema di gioco noto come Twenty20 che, per via del numero limitato di lanci per inning, in genere non fa durare le partite più di tre ore e mezza.

La nuova formula del campionato, assieme alla costante crescita dello sport in India — paese che conta oltre 1 miliardo e 300 milioni di abitanti — ha contribuito ad aumentare gli spettatori dal vivo, la cui media stagionale è fra i 50 e i 60 mila a partita, e ha reso la IPL il campionato di cricket più ricco al mondo. Di conseguenza riesce ad attrarre i più forti giocatori in attività, anche quelli provenienti da Inghilterra, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda, e anche le sponsorizzazioni continuano a crescere.

Da quest’anno e fino al 2022, l’azienda cinese produttrice di telefoni cellulari Vivo sarà il principale partner commerciale del campionato, che ora si chiama Vivo IPL. L’azienda cinese ha pagato 340 milioni di dollari alla BBCI, la federazione nazionale indiana che gestisce e organizza il campionato, una cifra superiore del 554 per cento rispetto al precedente accordo. Si calcola inoltre che ciascuna squadra del campionato abbia dai venti ai venticinque contratti di sponsorizzazione, il cui ammontare cresce di 5-7 milioni di dollari all’anno.