Oggi ci sarà il primo sciopero contro Macron e la sua riforma del lavoro

Protesta contro la riforma del lavoro di Macron: nel cartello c'è scritto: "2018. Papà, che cos'è un contratto a tempo indeterminato?". La foto è stata scattata a Tolosa l'11 settembre 2017
(ERIC CABANIS/AFP/Getty Images)
Protesta contro la riforma del lavoro di Macron: nel cartello c'è scritto: "2018. Papà, che cos'è un contratto a tempo indeterminato?". La foto è stata scattata a Tolosa l'11 settembre 2017 (ERIC CABANIS/AFP/Getty Images)

Martedì 12 settembre in Francia la CTG, uno dei più grandi sindacati francesi, ha organizzato una manifestazione di protesta contro la riforma delle leggi sul lavoro voluta da Emmanuel Macron. Sarà il primo giorno di mobilitazione contro il nuovo presidente e il suo progetto di modifica al codice del lavoro che prevede di indebolire il potere contrattuale dei sindacati e di rendere più semplici i licenziamenti.

Nella giornata di oggi sono previsti scioperi dei dipendenti della Société Nationale des Chemins de fer Français (Società nazionale delle ferrovie francesi, SNCF) che è una delle principali aziende pubbliche del paese, della RATP, la società che gestisce i servizi di trasporto a Parigi, di Air France e di France Télévisions, tra le altre. Sono stati invitati a partecipare anche i dipendenti pubblici in generale e gli studenti. Hanno dato il loro sostegno alla CTG anche FSU (il maggiore sindacato della scuola), che marcerà con Solidaires e UNEF (l’Unione Nazionale degli studenti di Francia): qualche giorno fa a Le Parisien, il segretario della CTG Philippe Martinez ha detto che in tutto il paese ci saranno «oltre 180 manifestazioni». Due importanti confederazioni sindacali (FO e CFDT, di orientamento moderato) non hanno però dato il loro sostegno, anche se alcuni dei settori che ne fanno parte hanno deciso di aderire in autonomia.

Il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, che alle ultime elezioni ha ottenuto a sorpresa un buon risultato, ha annunciato a sua volta una manifestazione, ma ha scelto un’altra data, il 23 settembre. Anche in altri partiti la situazione è abbastanza confusa: una parte del Partito Socialista, per esempio, appoggia la riforma più o meno apertamente.