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  • Sabato 19 agosto 2017

Un tribunale di Los Angeles ha rifiutato di chiudere il caso di stupro di cui è accusato Roman Polanski

Lo aveva chiesto la donna che lo aveva accusato, dicendo di averlo perdonato, ma il giudice ha respinto la richiesta

Il regista Roman Polanski all'hotel Bonarowski Palace di Cracovia, in Polonia, il 30 ottobre 2015 (Adam Nurkiewicz/Getty Images)
Il regista Roman Polanski all'hotel Bonarowski Palace di Cracovia, in Polonia, il 30 ottobre 2015 (Adam Nurkiewicz/Getty Images)

Un tribunale di Los Angeles ha respinto la richiesta di chiudere il caso di stupro di cui è accusato il regista polacco naturalizzato francese Roman Polanski. A fare la richiesta era stata Samantha Geimer, la stessa donna che secondo l’accusa nel 1977, quando aveva solo 13 anni, subì la violenza sessuale da parte di Polanski. Geimer (il cui cognome prima che si sposasse era Gailey) ha chiesto la chiusura del caso perché ha detto di aver perdonato Polanski e di voler andare avanti con la sua vita. Il giudice Scott Gordon ha però deciso di non chiudere il caso perché ci sono le prove che Polanski abbia danneggiato Geimer. La decisione è arrivata alcuni giorni dopo che un’altra donna, nota solo con il nome Robin, ha accusato Polanski di averla stuprata nel 1973, quando aveva 16 anni: questa donna non può denunciare il regista per via della legge sulla prescrizione, ma ha detto che testimonierebbe nel processo sullo stupro di Geimer.

Nel 1977 Polanski aveva ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con Geimer e aveva passato 42 giorni in prigione: era poi stato liberato in anticipo, e aveva cercato di ottenere un accordo per ottenere una pena con la condizionale. Dopo aver capito che questo accordo non sarebbe stato possibile, nel 1978 era fuggito in Francia, dove ha quasi sempre vissuto da allora. Avendo la cittadinanza francese non può essere estradato dal paese.

Nel 2009 Polanski era stato arrestato in Svizzera per via del mandato di cattura nei suoi confronti emesso dalla procura di Los Angeles: dopo due mesi di carcere, gli furono dati gli arresti domiciliari dietro pagamento di una cauzione di tre milioni di euro. Nel 2010, poi, il regista era tornato libero, dopo che la Svizzera aveva respinto una richiesta di estradizione. Polanski non è mai stato condannato perché per concludere il suo processo sarebbe necessaria la sua presenza in tribunale, negli Stati Uniti.