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  • Giovedì 6 luglio 2017

Il suono più odiato dai tennisti

È quel brontolio che fa il pubblico dopo un loro errore: e a Wimbledon fa più male che altrove

(Hamish Blair/Getty Images)
(Hamish Blair/Getty Images)

Due tra le più belle cose del tennis sono le sue tradizioni e i suoi suoni, riconoscibilissimi: quello delle racchette che colpiscono la pallina, soprattutto, ma anche altri. Per esempio il suono che produce il pubblico quando un tennista fa un errore particolarmente evidente, che a suo modo è diventato una tradizione. Ne ha scritto di recente Simon Cambers del New York Times: è un lamento, un borbottio, un suono basso «che sfuma sul finire», è prodotto collettivamente dal pubblico, è usato per palesare delusione e insoddisfazione e suona più o meno così: «Urrrr». Lo si sente soprattutto a Wimbledon – il torneo più antico e prestigioso al mondo, la cui 131ª edizione è iniziata pochi giorni fa – e molti tennisti o ex tennisti hanno detto a Cambers di esserne molto infastiditi. Ne ha parlato anche Gavin Haynes del Guardian, che l’ha definito «il più deprimente suono del tennis». Qui sotto, pochi secondi dopo l’inizio del video, uno dei tanti esempio di Urrrr.

Wimbledon è l’unico torneo del Grande Slam (i quattro più importanti al mondo) a giocarsi sull’erba, sui campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Londra. A Wimbledon ci sono alcune tradizioni particolari, brontolii a parte: guardando le partite il pubblico mangia di solito fragole con la panna e guarda tennisti vestiti rigorosamente di bianco. In genere il pubblico sta in silenzio, anche più che in altri tornei. Durante gli scambi non si sente un brusio di sottofondo e gli unici suoni arrivano dalla pallina, dalle racchette e dai tennisti. È anche per questo che gli Urrrr di Wimbledon sono particolarmente noti e, per i tennisti, fastidiosi: arrivano da un pubblico ritenuto particolarmente garbato e silenzioso e, come ha scritto Cambers, «l’erba attutisce i suoni della palla che rimbalza al punto che, quando l’Urrrr arriva, è inesorabile».

Cambers ha scritto che i borbottii del pubblico di Wimbledon arrivano in genere dopo un doppio fallo, cioè quando un tennista sbaglia due volte il servizio, o dopo un errore di qualsiasi tipo: peggiore è l’errore e più intenso e lungo è l’Urrrr, che «può colpire chiunque ma sembra essere più forte e intenso quando a sbagliare, magari un punto importante, è un giocatore di casa». Cambers ha scritto che, per i tennisti britannici, l’Urrrr di Wimbledon è da considerarsi un «rischio del mestiere».

Il caratteristico rumore del pubblico di Wimbledon non è nemmeno cosa recente. Pat Cash, tennista australiano che vinse Wimbledon nel 1987, ha detto: «Lo odiavo, lo odiavo davvero. Ho provato a lavorarci insieme al mio psicologo sportivo». Cash ha spiegato che avrebbe voluto dire al pubblico: «Pensate che l’abbia fatto apposta quell’errore? Grazie mille a tutti per avermi fatto sentire ancora peggio per averlo fatto».

L’ex tennista Pam Shriver – che a Wimbledon ha fatto diverse semifinali nel singolo e ne ha vinte cinque nel doppio – ha detto che più è alto il livello e peggiori diventano gli Urrrr: «Può essere imbarazzante, specie se stai giocando sul campo centrale». Shriver ricorda anche il peggior Urrrr di cui è stata vittima, nel 1996: «Era l’ultima volta che giocavo a Wimbledon, dopo esserci andata per 19 anni, e feci un doppio fallo nel momento decisivo, sul match point. Avevo il sole in faccia e presi la pallina con il bordo della racchetta. Sul campo centrale, l’ultimo punto della mia carriera nel singolo». Come ha detto Miles Maclagan – ex allenatore di Andy Murray, campione olimpico e attuale numero uno al mondo –  Wimbledon «può diventare un posto in cui un tennista si sente molto solo, dopo troppi brontolii del pubblico». Maclagan ha anche detto che ci sono diversi tipi di Urrrr e che il peggiore è quello che sembra voler dire, dopo l’errore di un tennista, “oh, no, ecco che ci risiamo”.

Ci sono anche tennisti che hanno detto di sentirsi spronati a far meglio proprio grazie agli Urrrr e che, comunque, li vivono come un segno del fatto che i tifosi siano dalla loro parte. La tennista svizzera Belinda Bencic ha detto: «È terribile e pensi “ah, ok, volete venire qui e farlo voi?”; ma poi, allo stesso modo, è bello quando impazziscono se fai un gran punto». Poi, ci sono le eccezioni: Greg Rusedski, ex tennista e commentatore di Eurosport ha detto, parlando di Roger Federer, uno dei più forti ed eleganti tennisti di sempre (forse il più forte), che a Wimbledon ha vinto sette volte: «Non penso abbia mai sentito il pubblico lamentarsi per un suo errore. Forse perché anche un suo doppio fallo è comunque bellissimo da vedere, e il pubblico applaude comunque».