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  • Mercoledì 17 maggio 2017

Il caso ong-scafisti è chiuso, per ora

La commissione Difesa del Senato ha concluso la sua indagine senza trovare prove della complicità tra gli scafisti e le navi che salvano i migranti

(AP Photo/Mohamed Ben Khalifa)
(AP Photo/Mohamed Ben Khalifa)

Martedì 16 maggio la commissione Difesa del Senato ha concluso la sua indagine sul traffico dei migranti nel Mediterraneo: nella sua relazione conclusiva approvata all’unanimità non è emersa alcuna prova di possibili connessioni tra ong e trafficanti di esseri umani, un’ipotesi di cui aveva parlato molto, tra gli altri, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. Nelle sue conclusioni la commissione ha scritto: «Il lavoro svolto dalla commissione ha tuttavia consentito di appurare come non vi siano indagini in corso a carico di organizzazioni non governative in quanto tali». La commissione suggerisce anche di rafforzare il coordinamento della Guardia costiera sulle operazioni di soccorso, propone di creare una lista di ong autorizzate a operare nel Mediterraneo centrale e chiede che vengano introdotti strumenti per migliorare la capacità di indagine della magistratura sui trafficanti, per esempio strumenti legali per consentire l’intercettazione di telefoni satellitari come quelli usati da migranti e trafficanti.

Inizialmente il rapporto conteneva una conclusione ancora più netta, proposta dal presidente della commissione Nicola Latorre, che è stata modificata su richiesta dei membri dei centrodestra. La prima versione recitava: «Il lavoro svolto dalla commissione ha tuttavia consentito di appurare come non vi sarebbero indagini in corso a carico di organizzazioni non governative in quanto tali; né emergerebbero elementi tali da far supporre rapporti tra queste e i trafficanti di esseri umani». In ogni caso, un mese di lavori in cui sono state ascoltate 25 tra singole persone e rappresentati di organizzazioni non ha prodotto alcun elemento concreto a sostegno delle accuse alle ong.

La vicenda è cominciata lo scorso dicembre, quando il Financial Times pubblicò un rapporto per uso interno di Frontex, l’agenza per il controllo delle frontiere europee. Il rapporto conteneva la descrizione di una serie di episodi sospetti che, secondo l’agenzia, potevano lasciar supporre un qualche tipo di collusione tra ong e scafisti. Successivamente il rapporto segreto è stato interamente pubblicato dal sito The Intercept e in parte smentito. In Italia il caso è arrivato sulle prime pagine dei giornali lo scorso aprile, quando diversi giornali e politici hanno iniziato a parlare di presunti rapporti dei servizi segreti e altri rapporti Frontex in cui venivano ripetute le accuse nei confronti delle ong. Uno dei principali accusatori delle organizzazioni che si occupano di salvataggi in mare è stato il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che, in numerose interviste e audizioni parlamentari ha parlato di prove certe, ma inutilizzabili in tribunale, di contatti impropri tra ong e trafficanti.

Nelle settimane successive molte delle accuse sono cadute o si sono rivelate poco solide. Il COPASIR, il comitato parlamentare per il controllo dei servizi segreti, ha fatto sapere che non esiste alcun dossier sul caso. Diverse procure siciliane, tra cui quella di Siracusa, che sovrintende al porto di Augusta, quello dove sbarca il maggior numero di migranti in tutto il Mediterraneo, hanno dichiarato di non avere indagini aperte sulle ong e di non aver mai avuto sospetti di una loro complicità con i trafficanti. Lo stesso Zuccaro in una delle sue ultime audizioni ha in parte cambiato idea, dichiarando: «Che i trafficanti di uomini finanzino alcune ong è un’ipotesi di lavoro, non ho mai detto che avevo elementi probatori su questo».

Sul caso ong, oggi, restano in piedi due principali elementi di sospetto. Il primo è un secondo rapporto segreto di Frontex, quello che Zuccaro ha detto di aver utilizzato per motivare i suoi sospetti e di cui ha parlato la giornalista del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini. Questo rapporto conterrebbe altri episodi di contatti sospetti tra alcune ong e i trafficanti. A differenza di quello dello scorso dicembre, questo secondo rapporto di Frontex non è stato pubblicato quindi non è stato possibile verificare le accuse che contiene.

Il secondo elemento di sospetto è l’indagine su alcune persone che operano a bordo delle navi delle ong aperta dalla procura di Trapani. Per il momento l’indagine non sembra riguardare direttamente il rapporto tra ong e trafficanti. Il sostituto procuratore di Andrea Tarondo ha detto durante la sua audizione in commissione Difesa di non avere alcun elemento per sospettare le ong di complicità con i trafficanti. La sua procura, però ha aperto comunque un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione, poiché alcune ong avrebbero effettuato dei salvataggi senza coordinarsi con la Guardia costiera italiana che sovrintende a tutte le operazioni di soccorso. L’indagine, però, rischia di arrestarsi molto rapidamente, dice lo stesso Tarondo:

«Se una nave qualsiasi viene messa al corrente del fatto che c’è il rischio che un’imbarcazione possa naufragare ha il dovere di soccorrerla in qualsiasi punto e questo principio travolge tutto. Insomma, per la legislazione italiana si potrebbe dire che viene commesso il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina, ma non è punibile perché commesso per salvare una vita umana»