Una GIF animata può uccidere?

Un giornalista statunitense dice di avere subìto un attacco epilettico dopo averne ricevuta una su Twitter, chi l'ha inviata è accusato di "aggressione aggravata con arma mortale"

Un uomo in Texas è stato accusato di aggressione aggravata con un’arma mortale per avere inviato un tweet contenente una GIF animata allo scopo di causare un attacco epilettico a Kurt Eichenwald, un giornalista statunitense di Newsweek e altre testate, che soffre di epilessia. La vicenda sta facendo molto discutere negli Stati Uniti perché è il primo caso – per lo meno di cui si abbia notizia – in cui un tribunale dovrà decidere se una GIF possa essere considerata un’arma e con la potenzialità di uccidere. Il caso è piuttosto complesso e tra chi se ne sta occupando ci sono diffidenze sia nei confronti dell’accusa, sia della difesa.

John Rayne Rivello, l’uomo di 29 anni originario di Salisbury (Maryland) accusato di avere inviato il tweet, è stato arrestato venerdì scorso e trasportato lunedì a Dallas, dove è stato rilasciato quasi 24 ore dopo grazie al pagamento di una cauzione di 100mila dollari. Il suo avvocato ha diffuso un breve comunicato nel quale si legge che Rivello è “un Marine reduce dalle guerre in Iraq e in Afghanistan” e che si è subito scusato per l’accaduto, chiedendo poi aiuto e assistenza all’Associazione dei Reduci degli Stati Uniti.

Rivello aveva inviato il suo tweet contro Eichenwald lo scorso dicembre, utilizzando lo pseudonimo Ari Goldstein, con un account ora sospeso da Twitter. La sera dell’incidente Eichenwald era stato ospite su FOX News, dove aveva avuto un confronto molto acceso con il giornalista Tucker Carlson. Aveva sostenuto che in passato Trump fosse stato ricoverato in un ospedale psichiatrico, circostanza sulla quale non sono state mai trovate prove convincenti. Al termine dell’intervista, Eichenwald aveva inviato alcuni tweet a Carlson per continuare il discorso, e proprio a uno di questi aveva risposto Rivello inviando il suo.

Il tweet comprendeva il messaggio “TI MERITI UN ATTACCO EPILETTICO PER I TUOI POST” e una GIF che riproduceva a ripetizione un lampo luminoso, simile a quello prodotto da una luce stroboscopica. Stando ai documenti presentati in tribunale, subito dopo la lettura del tweet Eichenwald aveva avuto un forte attacco epilettico, durato quasi 8 minuti, nel quale “ha perso ogni capacità di controllo sul suo corpo e sulle sue facoltà mentali”. L’attacco avrebbe inoltre lasciato diversi strascichi, con i quali il giornalista ha dovuto fare i conti per molte settimane. Secondo il suo avvocato, Eichenwald dopo l’attacco ha avuto per giorni problemi a parlare normalmente.

L’accusa sostiene che Rivello abbia inviato il tweet sapendo che avrebbe causato problemi a una persona con una particolare condizione medica: nei documenti la GIF animata viene paragonata a un’arma che può uccidere. L’accusa cita anche altre aggravanti, perché con le cose pubblicate sul suo account Rivello ha dimostrato di avere “pregiudizi e preconcetti nei confronti delle persone di fede e discendenza ebraica”, cosa che si configura come reato d’odio: il padre di Eichenwald è ebreo.

Alcuni hanno sollevato dubbi sulla versione raccontata da Eichenwald dell’incidente, considerata la sua storia di notizie non sempre verificabili. I dubbi si sono concentrati su un tweet inviato poco dopo la ricezione della GIF e che sarebbe stato scritto dalla moglie di Eichenwald, proprio in risposta a Rivello: “Chi scrive è la moglie, gli hai causato un attacco. Ho informazioni su di te e ho chiamato la polizia per denunciare l’aggressione”. I più scettici si sono chiesti come mai la risposta sia arrivata così rapidamente, in un momento in cui si presume che la priorità fosse aiutare Eichenwald a non farsi male da solo durante l’attacco epilettico.

È comunque probabile che parte dello scetticismo derivi dalla scarsa conoscenza dell’epilessia e delle cause, talvolta minime, che possono indurre un attacco: compresa la visione di una GIF animata. Il tweet della moglie di Eichenwald era stato seguito da una lunga serie di messaggi d’odio inviati per lo più da account di estrema destra e filo-Trump, alcuni dei quali contenenti altre GIF con effetti stroboscopici.

Kurt Eichenwald non ha mai nascosto di soffrire di epilessia: ne parlò pubblicamente la prima volta in un articolo sul New York Times nel 1987 e da allora ne ha scritto in diverse altre circostanze. Poche settimane prima di ricevere la GIF animata di Rivello, aveva raccontato su Newsweek di avere rischiato un attacco simile dopo avere ricevuto un tweet contenente un video con un effetto stroboscopico e l’immagine di “Pepe the Frog”, un meme usato spesso dagli account di estrema destra. In quel caso stava consultando Twitter sul suo iPad e aveva fatto in tempo ad allontanare lo schermo prima che fosse troppo tardi. Eichenwald ha detto di avere ricevuto più di 40 GIF con effetti stroboscopici negli ultimi tempi e di avere segnalato ogni account all’FBI.

Spetterà ora al tribunale decidere se accogliere o meno il caso di Eichenwald per andare a processo. La vicenda potrebbe costituire un importante precedente legale, considerato che l’epilessia interessa migliaia di persone che utilizzano regolarmente i social network. Aggressioni telematiche usando GIF e video stroboscopici non sono del resto una novità: nel 2008 l’Epilepsy Foundation fu costretta a chiudere un proprio forum nel quale alcuni troll avevano pubblicato animazioni che potevano indurre attacchi epilettici. In alcuni paesi sono previste regole specifiche soprattutto per quanto riguarda le emittenti televisive, per ridurre il rischio di causare attacchi in chi soffre di epilessia. Alcuni social network consentono, inoltre, di escludere l’anteprima delle immagini, evitandosi brutte sorprese.