Come è successo il guaio agli Oscar?

Il giorno dopo tutti cercano di capirlo, e una società di consulenza è in difficoltà

(Kevin Winter/Getty Images)
(Kevin Winter/Getty Images)

L’89esima edizione degli Oscar è finita quando in Italia erano da poco passate le sei di mattina del 27 febbraio, con un clamoroso errore nell’assegnazione dell’ultimo e più importante premio, quello per il Miglior film. Gli attori Warren Beatty e Faye Dunaway hanno annunciato il vincitore del premio Oscar, dicendo che aveva vinto La La Land: il vero vincitore del premio era Moonlight, a cui poi è stato assegnato, dopo qualche momento di confusione. Non è stato un errore di chi ha annunciato il vincitore (Beatty si era visibilmente accorto che qualcosa non andava), ma di Brian Cullinan, uno dei due dipendenti PwC presenti agli Oscar. PwC (prima nota come PricewaterhouseCoopers) è una società specializzata in servizi professionali di revisione di bilancio, consulenza legale e fiscale che si occupa anche di elaborare i voti per i premi dell’Academy. Di solito usa gli Oscar – e la sua efficienza nel non far trapelare nessuno dei vincitori – come modo per sfruttare un grandissimo evento mediatico per promuovere l’affidabilità dei suo servizi. Dopo l’errore di ieri, uno dei più grandi e incredibili nella storia della televisione americana, ha avuto e potrebbe avere molti problemi.

Cosa è successo, in ordine

Dopo che Leonardo DiCaprio aveva premiato Emma Stone (attrice protagonista di La La Land) come migliore attrice, sono saliti sul palco Beatty e Dunaway. Beatty ha aperto la busta, ha letto cosa c’era scritto e ha fatto un’espressione stupita. Poi ha controllato che nella busta non ci fosse un altro foglio, e ha guardato con aria interrogativa Dunaway. Beatty, che era in silenzio da diversi secondi, ha quindi cominciato la frase di rito, forse per prendere tempo: «E l’Oscar per il miglior film…». Poi però ha di nuovo esitato, apparentemente chiedendo aiuto a Dunaway, che ha annunciato senza pensarci troppo «La La Land». Sono partiti quindi gli applausi, la musica, gli abbracci.

Attori, produttori e regista di La La Land sono saliti sul palco e hanno iniziato a fare i discorsi di rito, ma a un certo punto si è iniziato a capire che qualcosa non andava. Sono salite sul palco le uniche due persone che sanno chi ha vinto i premi Oscar prima della cerimonia, che hanno detto che il vero vincitore era Moonlight. In diretta si è visto chiaramente il terzo produttore, Fred Berger, che dice: «Cosa? Cosa?». Mentre Platt finiva – ignaro – il suo discorso, a Berger e Horowitz è stata mostrata la busta giusta. Berger è andato al microfono, ha fatto comunque, un po’ inspiegabilmente, un breve discorso, si è girato verso gli altri, e poi ha detto: «Abbiamo perso, comunque».

A quel punto si è avvicinato al microfono il produttore Jordan Horowitz, che ha provato a spiegare la situazione: ha detto che c’era stato un errore, e si è rivolto ai produttori di Moonlight per dirgli che avevano vinto loro, assicurando che non era uno scherzo. «Devono aver aperto la busta sbagliata», ha detto mostrando il foglio con il vincitore giusto. Quindi sono saliti sul palco attori, produttori e regista di Moonlight, che increduli hanno ringraziato e ritirato il premio. Il produttore di La La Land ha detto che comunque era contento che avessero vinto «i nostri amici di Moonlight».

Qualche minuto dopo Stone ha spiegato che lei ha sempre avuto in mano la sua busta (quella per la Miglior attrice) e c’è una foto che mostra che sulla busta aperta da Beatty e Dunaway (quella che avrebbe dovuto essere per il Miglior film) c’era proprio scritto “Actress in a leading role” (Miglior attrice protagonista).

Cosa ha fatto PwC, dopo

Da più di 80 anni PwC si occupa di garantire l’affidabilità degli Oscar e finora non aveva quasi mai sbagliato, di certo non in modo così evidente. Alla notte degli Oscar c’erano due dipendenti di PwC: prima dell’evento danno interviste, parlano del loro lavoro e passano dal red carpet insieme agli attori, ma sono dei professionisti, le uniche due persone che alla notte degli Oscar sanno in anticipo chi sarà annunciato come vincitore. Li sanno perché quei nomi sono scritti nelle buste contenute in due valigette (una a testa) che tengono sempre con sé. Per sicurezza, imparano anche tutti i vincitori a memoria. I due dipendenti PwC, ciascuno con una copia di ogni busta, stanno ai due lati opposti del palco (perché alcuni dei presentatori dei premi salgono da una parte, alcuni dall’altra) e consegnano le buste con i nomi dei vincitori a chi sta per salire sul palco ad annunciarli.

Dopo il guaio agli Oscar PwC ha diffuso due comunicati: nel primo ha detto confermando che la busta data a Beatty era quella sbagliata, dicendo: «stiamo indagando per capire come può essere successo, e ci dispiace molto che sia capitato». Nel secondo comunicato ha detto che la colpa dell’errore è di Cullinan, che evidentemente ha dato a Beatty la sua copia della busta della migliore attrice invece che quella del miglior film. L’altra dipendente, Martha Ruiz, non ha quindi nessuna colpa, perché Beatty non è entrato dal suo lato del palco e non spettava quindi a lei dargli la busta con scritto il nome del vincitore dell’Oscar per il Miglior film. PwC ha però scritto che né Cullinan né Ruiz hanno seguito prontamente i protocolli previsti in caso di errore. Sembra infatti che dopo essersi accorti dell’errore i due si siano cercati dietro al palco (erano sempre a due lati opposti) per capire cosa fare e cosa dire a chi di dovere.

Nelle ultime ore anche l’Academy of Motion Picture Arts & Sciences – l’associazione che assegna l’Oscar – ha diffuso un comunicato chiedendo scusa a tutti e spiegando che sta decidendo che provvedimenti prendere riguardo a PwC. Tim Ryan, presidente della divisione statunitense di PwC, ha detto che Cullinan «si sente molto, molto in colpa». PwC ha per il momento vietato a Cullinan di fare interviste e non ha risposto alle domande che sta ricevendo dai media di tutto il mondo. David Gelles e Sapna Maheshwari hanno scritto sul New York Times che l’accordo con gli Oscar non è quello per cui PwC guadagna di più, ma è «forse quello più importante», soprattutto per questioni di immagine. Secondo diversi esperti PwC potrebbe avere danni a lungo termine per l’errore, visto che basa tutta la sua reputazione sull’affidabilità.

Le cause dell’errore di Cullinan non sono chiare, ma sono state fatte delle ipotesi. Qualcuno ha fatto notare che quest’anno le buste sono cambiate (sono su carta rossa e la scritta della categoria è in oro) ed è un po’ più difficile leggerne l’esterno (dove c’è scritto Miglior attrice protagonista o Miglior film, per esempio). Molti altri hanno scritto che Cullinan era probabilmente distratto dal contesto perché poco prima di dare la busta sbagliata a Beatty aveva per esempio messo su Twitter una foto scattata dietro le quinte a Emma Stone. Quel tweet, e molti altri fatti da Cullinan durante la notte degli Oscar, sono ora stati cancellati. È il quarto anno che Cullinan lavora agli Oscar per PwC e poco prima della cerimonia aveva detto di essere molto tranquillo, perché ormai lui e Ruiz «avevano fatto la cosa già un po’ di volte, ed erano molto preparati». Intervistato dall’Academy pochi giorni prima degli Oscar aveva anche ammesso che il suo lavoro «non sembra una cosa molto complicata, ma bisogna assicurarsi di dare a chi sta per annunciare il premio la busta giusta».

Il giorno dopo la notte degli Oscar, Jimmy Kimmel (il conduttore dell’89esima edizione degli Oscar è tornato a condurre il suo solito programma – il Jimmy Kimmel Live! – e ha a suo modo spiegato, con qualche battuta, quello che è successo. Ha iniziato dicendo: «Ieri ho condotto gli Oscar, non so se ve ne siete accorti».

Non era mai successo qualcosa di simile?

L’unico caso provato di errore fu nel 1964, quando Sammy Davis Jr. annunciò il vincitore per la Miglior colonna sonora adattata, un premio poi eliminato. Gli era stata data la busta con il nome del vincitore per la Miglior colonna sonora (non adattata). Ma non fu un gran problema, perché non c’erano gli stessi film nelle due categorie e quindi si capì subito l’errore. C’è poi un caso in cui secondo alcuni il premio per la Miglior attrice non protagonista andò all’attrice sbagliata. Nel 1993 Marisa Tomei vinse quel premio per la sua interpretazione nel film Mio cugino Vincenzo. Non era per niente considerata favorita e sono per anni girate storie – mai confermate, in nessun modo – secondo cui Jack Palance (che annunciò il nome di Tomei) si sbagliò, o (secondo leggende ancora più estreme) lesse apposta il suo nome, forse perché tutte le altre attrici erano britanniche, a differenza di Tomei, statunitense. PwC ha sempre smentito quelle voci, dicendo che se così fosse stato i suoi responsabili sarebbero saliti sul palco per comunicare l’errore.