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  • Domenica 19 febbraio 2017

Maro Itoje alla conquista dell’Inghilterra

A 22 anni è uno dei più forti rugbisti in attività: ha un fisico bestiale, vince qualsiasi cosa, parla di femminismo e scrive poesie

Maro Itoje con il compagno di nazionale Jonny May (David Rogers/Getty Images)
Maro Itoje con il compagno di nazionale Jonny May (David Rogers/Getty Images)

Dopo la grande delusione dell’eliminazione nella fase a gironi della Coppa del Mondo del 2015 ospitata in casa, da alcuni anni il rugby inglese sta attraversando uno dei migliori periodi della sua storia. La crescita di una nuova generazione di rugbisti di grande talento sta alimentando sia i successi delle squadre di club sia della nazionale, che è stabilmente una delle prime al mondo ed è in grado di giocarsela alla pari con la Nuova Zelanda, la nazionale più forte al mondo.

La nazionale inglese è allenata dal novembre del 2015 dall’australiano Eddie Jones, il primo allenatore non inglese nella storia della nazionale di rugby britannica. Da quando è in carica, Jones, oltre a riuscire a individuare i maggiori problema della squadra, ha fatto molto affidamento sui giocatori più giovani e promettenti.

Fra questi c’è un giocatore in particolare da cui tutti si aspettano molto, che potrebbe presto diventare uno dei rugbisti più forti al mondo. È il ventiduenne di origini nigeriane Maro Itoje, uno con un fisico mostruoso, che in campo può fare qualsiasi cosa, e che fuori dal campo studia all’università, parla di femminismo e scrive poesie.

Itoje al termine della partita vinta contro il Galles a Cardiff, dopo ottanta minuti di fatiche

A detta di molti esperti — fra cui l’ex allenatore della nazionale italiana Nick Mallett — le due partite di Itoje nel Sei Nazioni di quest’anno, vinte dall’Inghilterra contro Francia e Galles, sono state addirittura “incredibili”, e c’è ragione di crederlo. Con lui l’Inghilterra non ha trovato solamente un giocatore in grado di influenzare l’intero movimento del prossimo decennio, ma anche un futuro leader. La mancanza di un giocatore carismatico era stata una delle principali critiche rivolte all’Inghilterra dopo l’eliminazione dalla Coppa del Mondo, e storicamente la presenza di giocatori con forte personalità è da sempre una delle cose più richieste dal rugby inglese. Itoje ha uno dei fisici più possenti e atletici del rugby europeo, come forse non se ne erano mai visti nel nostro continente. È alto 1 metro e 95 centimetri e pesa circa 115 chili, costituiti per la maggior parte da una muscolatura estremamente sviluppata.

È un atleta che in passato è stato molto forte in tutti gli sport che ha praticato, dal basket al calcio, e per questo, oltre alla forza, ha sviluppato molte qualità poco usuali per un giocatore di rugby: si muove rapidamente e con grande agilità, pur dovendosi portarsi dietro 115 chili di muscoli, e una sua azione può cambiare da sola l’andamento di una partita intera.

Nella nazionale inglese gioca come seconda o terza linea, e lo stesso fa nel suo club, i Saracens di Londra, con cui l’anno scorso, dopo aver fatto parte dell’Inghilterra che ha vinto il Sei Nazioni e il Grande Slam, ha vinto la coppa europea e il campionato inglese, il secondo consecutivo. In pratica, a ventidue anni Itoje ha vinto tutto quello che poteva vincere, compreso il premio come miglior giocatore di rugby europeo, assegnatoli lo scorso anno: gli manca solo al Coppa del Mondo.

Quella che viene definita “una rapina alla luce del giorno”

Dagli appassionati inglesi non viene apprezzato solo per le sue qualità da rugbista, ma anche per quello che dice, e per come lo dice. Itoje è cresciuto a Cricklewood, nella zona nordoccidentale di Londra. I suoi genitori – padre insegnate di sostegno e madre agente immobiliare — si trasferirono in Inghilterra dalla Nigeria nel 1992. Lui sta concludendo gli studi di scienze politiche alla School of Oriental and African Studies di Londra, un college costitutivo dell’Università di Londra specializzato negli studi delle aree culturali di Asia, Africa e del Medio Oriente.

Gli capita spesso di parlare di temi d’attualità e di politica (anche se Jones preferirebbe di no), così come di sport e dei problemi delle commozioni cerebrali nel rugby, di cui ultimamente si discute con una certa frequenza. Parlando con una giornalista dell’Evening Standard nel corso di un’intervista pubblicata un anno fa, quando gli fu chiesto se si fosse veramente dichiarato “femminista” in passato, ha detto: «Mi definisco un femminista liberale. Sono assolutamente convinto che viviamo in un sistema patriarcale. La società ha imposto alle donne delle restrizioni ingiuste e irragionevoli, e impedisce loro un sacco di opportunità. Senza ombra di dubbio gli uomini hanno più opportunità di avere successo. Questo è causato in parte dal sessismo e in parte dagli atteggiamenti verso le donne, in questo paese e in tutto il mondo».

Ha la passione per la poesia, e quando si è venuto a sapere, dopo che alcuni giornali lo avevano riportato, aveva detto: «Qua avete un po’ esagerato, pensate che io sia Shakespeare. Ho iniziato a scriverle durante la Coppa del Mondo con la nazionale giovanile, dove avevamo un sacco di tempo libero: pensavo fosse figo. Ora non ne scrivo da molto tempo».

Prima di essere convocato dalla nazionale maggiore, Itoje è stato membro della nazionale Under 18 e capitano dell’Under 20 nella stagione 2013/14, annata in cui, dopo aver segnato cinque mete nel Sei Nazioni Under 20, venne eletto miglior giocatore dell’Inghilterra. Fece poi parte della pre-selezione della nazionale maggiore in preparazione della Coppa del Mondo, alla quale però non partecipò. Ha esordito con l’Inghilterra solamente l’anno scorso, entrando nel corso della partita del Sei Nazioni vinta contro l’Italia. Ci ha impiegato solamente un’altra partita, contro il Galles, per essere nominato man-of-the-match per la prima volta. Da lì in poi non ha più smesso di essere uno dei titolari.

Itoje ha dovuto saltare l’inizio della stagione in corso per un infortunio alla mano, ma è riuscito a tornare a giocare poco più di un mese dopo, per riprendere il suo percorso di crescita nel rugby. Ad agosto, fra la fine della vecchia stagione e l’inizio di quella nuova, aveva fatto sapere quali erano i suo obiettivi per il futuro: «Voglio essere più solido, più veloce e più in forma. Essere il più completo possibile. L’ultima stagione è stata speciale e sono stato fortunato a condividerla con persone speciali, cosa che l’ha resa ancora migliore. Resterà nella memoria, ma ora viene il bello: capire come raggiungere i nuovi obiettivi».