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  • Martedì 14 febbraio 2017

Il fratellastro di Kim Jong-un è stato ucciso

La Corea del Sud ha confermato che l'uomo ucciso in Malesia è Kim Jong-nam, da tempo lontano dalla Corea del Nord, ma mancano ancora molti dettagli

Kim Jong-nam, a Macao, il 4 giugno 2010 (AP Photo/JoongAng Sunday via JoongAng Ilbo, Shin In-seop)
Kim Jong-nam, a Macao, il 4 giugno 2010 (AP Photo/JoongAng Sunday via JoongAng Ilbo, Shin In-seop)

Kim Jong-nam, il fratellastro del dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un, è stato ucciso a Kuala Lumpur, in Malesia, il 13 febbraio, anche se non si sa ancora con certezza cosa sia successo di preciso. La notizia della morte di Kim è stata data inizialmente dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap e confermata a BBC da una fonte vicina all’ufficio del primo ministro malese. In seguito il presidente facente funzione della Corea del Sud, Hwang Kyo-ahn, ha confermato la notizia della morte, ma non ha fatto ipotesi sui possibili esecutori. La mattina del 14 febbraio la polizia malese ha arrestato una donna sospettata dell’omicidio trovata in possesso di un passaporto vietnamita. La donna è stata identificata grazie a una registrazione di una telecamera di sorveglianza.

Finora l’unico resoconto ufficiale della vicenda è quello dato dalla polizia malese, che ha identificato l’uomo ucciso come tale Kim Chol, nato il 10 giugno 1970 e non il 10 maggio 1971 come Kim Jong-nam. Tuttavia in passato il fratellastro di Kim Jong-un è stato più volte fermato mentre viaggiava con documenti falsi, quindi nonostante la discrepanza nel nome e nella data di nascita non è affatto escluso che si tratti proprio di Kim Jong-nam, come dicono le fonti anonime contattate dalle agenzie di stampa internazionali. Quello che è certo è che l’uomo è morto mentre veniva trasportato in ospedale dall’aeroporto di Kuala Lumpur dopo essersi sentito male.

Sempre che l’uomo ucciso a Kuala Lumpur sia lui, Kim Jong-nam era il primo dei figli maschi del precedente dittatore nordcoreano Kim Jong-il e aveva 45 anni. Dai primi anni Duemila non era più benvoluto dalla sua famiglia, nonostante per anni si fosse pensato che avrebbe preso il posto del padre. Secondo la televisione sudcoreana TV Chosun Kim Jong-nam sarebbe stato ucciso con degli «aghi avvelenati» da due donne nordcoreane.

La madre di Kim Jong-nam era Song Hye-rim, che fu la compagna di Kim Jong-il dopo la fine del suo primo e unico matrimonio. Quando anche la relazione con Song finì, Kim si legò a Ko Young-hee, da cui ebbe altri due figli maschi: Kim Jong-chul e Kim Jong-un, che gli succedette al potere. Si pensa che negli ultimi 15 anni Kim Jong-nam sia vissuto tra la Cina e Macao; cominciò ad allontanarsi dalla famiglia dopo essere stato arrestato dalla polizia giapponese all’aeroporto di Narita nel 2001 con un passaporto falso. Nel 2011, qualche settimana dopo la morte di suo padre e l’ascesa al potere del suo fratellastro, Kim Jong-nam disse che per lui il regime nordcoreano era «uno scherzo al resto del mondo» e che era contrario alla trasmissione ereditaria del potere.

Secondo Yonhap, le due donne che hanno aggredito Kim sono poi fuggite con un taxi e le forze di polizia malesi sono convinte che dietro l’attacco ci sia il governo nordcoreano. Se così fosse, Kim sarebbe la persona più importante per la Corea del Nord mai fatta uccidere dal regime di Kim Jong-un, dopo l’arresto e l’esecuzione di Jang Song-thaek, marito della sorella di Kim Jong-il, nel dicembre 2013. Anche la modalità con cui pare sia avvenuto l’omicidio di Kim Jong-nam non sarebbe una novità: nel 2012 un ex membro delle forze speciali nordcoreane fu giudicato colpevole da un tribunale della Corea del Sud di aver cercato di uccidere l’attivista nordcoreano Park Sang-hak; al momento del tentato omicidio era armato con una pistola che sparava proiettili avvelenati e una penna che nascondeva un ago con una punta avvelenata.

Il corpo di Kim Jong-nam sarà sottoposto a un’autopsia. Anche secondo una fonte di BBC vicina alla famiglia Kim, Kim Jong-nam sarebbe stato avvelenato. Il resoconto ufficiale della polizia malese dice che l’uomo identificato come Kim Chol ha chiesto aiuto dopo essere stato afferrato alla testa da qualcuno e aver cominciato a sentirsi frastornato subito dopo.

Non sono state diffuse immagini della donna arrestata ma il giornale malese Malay Mail e vari media sudcoreani hanno diffuso un’immagine ripresa da una telecamera che ritrarrebbe una delle donne coinvolte nell’omicidio di Kim. La donna indossa una maglia con su scritto “LOL”.