Il capo del sindacato pensionati della CGIL dice che i voucher non vanno aboliti

Come invece propone la stessa CGIL, che ha promosso un referendum sul tema: Ivan Pedretti ne ha parlato in un'intervista al Corriere della Sera

Ivan Pedretti e Susanna Camusso, nel maggio 2016 (Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)
Ivan Pedretti e Susanna Camusso, nel maggio 2016 (Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)

Ivan Pedretti, segretario dello SPI, il sindacato della CGIL che si occupa dei pensionati, ha parlato al Corriere della Sera dei voucher, i “buoni lavoro” usati per pagare piccoli incarichi lavorativi. La CGIL è apertamente contro i voucher, dei quali vuole una totale abolizione attraverso un referendum (approvato di recente dalla Corte Costituzionale). La posizione dello SPI – che è la componente maggioritaria della CGIL: ha 3 milioni di iscritti, sui 6 dell’intera CGIL –  è invece meno drastica: Pedretti dice che vanno corretti, ma non aboliti. Lo SPI (Sindacato Pensionati Italiani) è lo stesso sindacato che usa i voucher per pagare alcuni dei propri attivisti. Pedretti ha spiegato che è giusto usare i voucher finché c’è una legge che ne permette l’utilizzo – «anche se l’obiettivo è cambiarla» – e ha detto:

«Prima di arrivare alle urne c’è lo spazio per migliorare le cose»

I voucher furono introdotti nel 2003 e negli anni liberalizzati con decisioni che ne hanno aumentato le possibilità d’uso: il Jobs Act del governo Renzi ha per esempio alzato da 5 a 7 mila euro netti la cifra massima che è possibile guadagnare tramite voucher in un anno. Nel 2016 la CGIL – il principale sindacato italiano, la cui maggioranza degli iscritti è in pensione – ha raccolto più di tre milioni di firme per tre quesiti referendari: ne sono stati accettati due, uno dei quali chiede di eliminare il lavoro accessorio, cioè pagato con i cosiddetti “voucher”. La CGIL è quindi apertamente contro i voucher, dei quali la sua segretaria Susanna Camusso ha detto che creano un il sistema che offende «la dignità delle persone» e «crea un precariato ancora più insopportabile di quello che si doveva eliminare».

Pedretti ha detto al Corriere che «il referendum diventa superfluo se c’è una correzione radicale, se i voucher potranno essere usati solo per studenti, pensionati e disoccupati».Pedretti ha ammesso che se alla fine si arriverà al referendum sui voucher il suo sindacato sosterrà la linea della CGIL, ma ha anche fatto capire che nel frattempo si deve comunque lavorare «alle possibili modifiche» di ciò che riguarda i voucher e il loro utilizzo.

Pedretti ha poi parlato più in generale del ruolo e dei compiti del sindacato, criticando quella che descrive come una deriva “politica”:

«Io credo che il sindacato non debba diventare un agitatore politico ma debba restare legato alla sua funzione storica: negoziare, contrattare, difendere i diritti dei lavoratori. Con grandi lotte ma anche con grandi intese […] La politica non è il nostro mestiere, il nostro mestiere è garantire migliori diritti e condizioni per i lavoratori. È stato sempre così, quando c’era la Dc, quando c’era Berlusconi. E deve continuare a essere così».