Ci eravamo sbagliati sulle conseguenze di Brexit?

Nonostante le previsioni disastrose, l'economia britannica sta andando bene: ma bisogna un po' contestualizzare le cose, e soprattutto non è detto che duri

(Peter Nicholls - WPA Pool /Getty Images)
(Peter Nicholls - WPA Pool /Getty Images)

Il giornalista di Repubblica Ferdinando Giuliano, esperto di economia e soprattutto di economia britannica, ha spiegato perché l’economia del Regno Unito, sei mesi dopo il referendum che ha deciso l’uscita dall’Unione Europea, continua ad andare bene, nonostante quasi tutti gli osservatori e le istituzioni finanziarie prevedessero il contrario. C’entra per esempio il fatto che la maggior parte dei cittadini britannici non erano preoccupati delle conseguenze di Brexit sulle proprie situazioni economiche, e quindi hanno continuato ad alimentare i consumi. Molti investimenti avvenuti concretamente prima del voto, poi, erano stati decisi dalle aziende prima del referendum. Ma ha influito anche la rapida risoluzione della crisi politica dopo le dimissioni di David Cameron, sostituito da Theresa May. Giuliano ricorda comunque che ci sono elementi che suggeriscono che le cose possano smettere di andare così bene, nel prossimo futuro: i consumi crescono nonostante il calo nel potere d’acquisto, e il comportamento delle aziende dipenderà dalle modalità pratiche dell’uscita dall’UE, che ancora deve avvenire (la questione dell’hard Brexit o del soft Brexit).

Il Regno Unito non ha neppure avviato la procedura per uscire dall’Unione Europea, ma il voto che ha sancito “Brexit” continua a sortire effetti nell’establishment britannico. La forte tenuta dell’economia nei sei mesi dopo il referendum del 23 giugno sta provocando grande imbarazzo nella Banca d’Inghilterra, che aveva previsto una recessione in caso di vittoria del “Leave”. Giovedì, il capo economista Andrew Haldane ha accostato le analisi della banca centrale a quelle del meteorologo britannico Micheal Fish, che poche ore prima della “Grande Tempesta” del 1987 aveva detto sulla BBC che non ci sarebbero stati uragani.
Nel caso britannico, nonostante le previsioni buie della maggior parte degli esperti, sull’economia ha continuato a splendere il sole. Il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,6% nel terzo trimestre e, negli ultimi tre mesi dell’anno, gli indicatori sull’attività dei diversi settori fanno presagire una crescita dello 0,5%.
Sulla base di queste ed altre previsioni, il quotidiano Times si è spinto fino a titolare in prima pagina che la Gran Bretagna dopo la “Brexit” si è dimostrata l’economia migliore del G7. Ma se è vero che la Banca d’Inghilterra e molti altri economisti devono riflettere sui loro errori, l’entusiasmo del Times sembra eccessivo – se non altro perchè la Brexit non è ancora avvenuta. Lo stesso Haldane ha detto ieri che la Banca d’Inghilterra continua a immaginare un forte rallentamento per la Gran Bretagna, anche se avverrà più tardi di quanto previsto inizialmente.
La tenuta dell’economia britannica è legata principalmente all’entusiasmo dei consumatori, che si sono mostrati imperturbabili rispetto alla vittoria del “Leave”. Nel terzo trimestre i consumi sono cresciuti dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti, in linea con i primi sei mesi dell’anno.
Per gli analisti, questa reslienza si spiega in due modi: “la maggior parte dei votanti ha ottenuto quello che voleva, e i sondaggi prima del voto avevano già suggerito che la maggioranza delle persone riteneva che la Brexit non avrebbe avuto un grosso impatto sulla propria condizione finanziaria,” ha scritto la società di consulenza Capital Economics in una nota di ricerca.

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