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  • Venerdì 28 ottobre 2016

L’operazione per rompere l’assedio di Aleppo

È cominciata questa mattina, i ribelli siriani hanno lanciato diversi missili contro la parte occidentale della città controllata dal regime di Assad

Aleppo (Thiqa News Agency, via AP)
Aleppo (Thiqa News Agency, via AP)

I ribelli siriani hanno cominciato un’operazione militare per rompere l’assedio imposto su Aleppo orientale dall’esercito del presidente Bashar al Assad e dai suoi alleati. Venerdì mattina sono stati lanciati molti missili – sembra missili Grad, di poca precisione – verso Aleppo occidentale, la parte della città controllata dal governo, che hanno provocato la morte di almeno 15 civili. Finora gli attacchi sono stati compiuti principalmente dai ribelli che si trovano fuori dalla città, a ovest, ma presto alle operazioni potrebbero unirsi anche i miliziani bloccati ad Aleppo orientale.

All’attacco stanno partecipando diversi gruppi di ribelli, tra cui Ahrar al Sham, una fazione islamista molto forte militarmente, e Jabhat Fateh al Sham, il gruppo che fino a pochi mesi fa era affiliato ad al Qaida. Un corrispondente di AFP ad Aleppo orientale ha detto che l’operazione cominciata questa mattina è stata accolta con entusiasmo in molti dei quartieri assediati. Diversi abitanti locali hanno bruciato gli pneumatici per far alzare delle colonne di fumo e fornire copertura ai ribelli dagli attacchi aerei governativi e russi. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’organizzazione filo-ribelli che ha sede a Londra, ha detto che i ribelli hanno fatto esplodere tre autobombe contro le posizioni governative nel sud-ovest di Aleppo. Tra gli obiettivi colpiti c’è stato anche l’aeroporto militare di al Nayrab, controllato dalle forze di Assad.

Da anni Aleppo è la città simbolo della guerra tra regime siriano e ribelli. Negli ultimi mesi il regime di Assad – con l’aiuto del gruppo sciita libanese Hezbollah, dell’Iran e della Russia – ha mantenuto quasi ininterrottamente bloccate le vie di accesso ad Aleppo orientale, impedendo i rifornimenti di cibo e di altri beni essenziali. La situazione umanitaria è tragica ed è stata più volte denunciata dall’ONU.