Pietro Mennea e le OIimpiadi del 2024 a Roma

La vedova del più forte corridore italiano ha protestato contro il M5S e il Fatto, che usano le parole di suo marito contro i Giochi a Roma nel 2024

Mennea supera il traguardo durante i Campionati europei di atletica leggera di Praga 1978 (AFP/Getty Images)
Mennea supera il traguardo durante i Campionati europei di atletica leggera di Praga 1978 (AFP/Getty Images)

Manuela Olivieri, vedova del più forte e conosciuto corridore italiano, Pietro Mennea, ha scritto una lettera al presidente del CONI Giovanni Malagò per protestare per il fatto che il nome di suo marito sia stato usato in questi giorni contro la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Qualche giorno fa il vicesindaco di Roma, Daniele Frongia, aveva citato infatti il libro di Mennea intitolato “I costi delle Olimpiadi”, scritto nel 2012, per giustificare e rafforzare la posizione ostile del Movimento 5 Stelle sui Giochi a Roma. Nel libro Mennea parlava del rischio di speculazioni legato all’organizzazione delle Olimpiadi in Italia facendo riferimento alla possibilità di ospitarle nel 2020. Il Fatto Quotidiano ha ripreso le parole di Frongia in prima pagina e poi in un articolo interno intitolato: “La lezione di Mennea: così la Raggi dirà No ai Giochi degli sprechi”.

Manuela Olivieri è intervenuta con una lettera pubblicata dal Corriere della Sera:

«Immagino, caro Giovanni, che il tuo disappunto non sia inferiore al mio. In considerazione dei rapporti che avevi con Pietro, l’impegno che aveva messo per la tua elezione e, soprattutto, l’affetto e la stima reciproca che vi legava, è facile immaginare come sia stato pesante accettare l’utilizzo di quanto Pietro ha detto e scritto a proposito della candidatura di Roma 2024, su cui Pietro non si è mai espresso, perché mai lo ha potuto fare, a causa della sua prematura scomparsa».

E ancora:

«Nessuno, nemmeno io, che pure ho ben chiaro che cosa Pietro pensasse, è autorizzato a scrivere per suo conto. (…) Lui era contro un certo tipo di Olimpiadi. Quelle del gigantismo, della corruzione, quelle che non tutelano i diritti degli atleti e non combattono la diffusione del doping. Non credo che tu abbia una posizione diversa dalla sua. (…) Quando iniziava un intervento su questo spinoso argomento, diceva sempre la stessa frase: “Io non potrò mai essere contrario ai Giochi olimpici, io che ne ho disputati cinque. Però…”».