No, il governo non può destinare la vincita del SuperEnalotto al dopo-terremoto

È una proposta che sta girando da qualche ora, ma non è una cosa fattibile perché – per cominciare – il SuperEnalotto è gestito da un'azienda privata

(ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
(ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Nelle ore dopo il terremoto in centro Italia di mercoledì 24 agosto alcuni politici e alcuni cittadini hanno proposto al governo di bloccare il jackpot del SuperEnalotto per destinarlo agli sfollati ed alla ricostruzione del dopo-terremoto. Come ha scritto la Stampa il primo a fare la proposta è stato Antonio Boccuzzi, deputato del Partito Democratico, ma la proposta è stata ripresa anche da altri, tra cui per esempio Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Il fatto è che per il governo italiano è impossibile destinare il jackpot del SuperEnalotto – cioè il premio massimo che si può vincere giocando, quello che cresce se nessuno lo vince – a qualcuno che non ne sia il vincitore perché il SuperEnalotto «è un gioco d’azzardo gestito da SISAL, cioè da un’azienda privata».

In più quello tra SISAL e chi gioca al SuperEnalotto è un vincolo che si basa sulla garanzia di avere i soldi “promessi” in caso di vincita e come ha scritto la Stampa «chi ha scommesso lo ha fatto a delle condizioni e non può vedersi sottrarre quella somma di denaro». L’unica cosa che potrebbe eventualmente fare il governo sarebbe destinare ai fondi per il dopo terremoto la percentuale di ogni giocata e di ogni vincita che finisce in tasse. Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha però spiegato che l’idea è «bella ma difficile da realizzare».

La sera del 25 agosto c’è stata una nuova estrazione del SuperEnalotto e nessuno ha vinto il jackpot, che al momento è di circa 130 milioni di euro: ha iniziato ad aumentare dal luglio 2015, giorno dell’ultimo “6”, il massimo risultato possibile quando si gioca al SuperEnalotto. La prossima estrazione sarà sabato sera.