L’economia italiana non è cresciuta fra aprile e giugno

Non è una cosa drammatica – era stato previsto da alcuni analisti – ma è una brutta notizia per il governo di Matteo Renzi

Il ministro dell'Economia italiano Pier Carlo Padoan (ANSA/ GIUSEPPE LAMI)
Il ministro dell'Economia italiano Pier Carlo Padoan (ANSA/ GIUSEPPE LAMI)

L’ISTAT, l’istituto nazionale di statistica italiano, ha diffuso le stime preliminari effettuate sul PIL italiano fra aprile e giugno 2016, cioè nel secondo trimestre dell’anno in corso. In questi mesi l’ISTAT ha rilevato che il PIL italiano – cioè la somma dei beni e dei servizi prodotti dall’intero paese – non ha subito variazioni rispetto al primo trimestre: in sostanza, significa che l’economia italiana non si è espansa né si è ristretta. La notizia non era attesa, ma era in qualche modo prevedibile: nonostante nel 2015 l’economia italiana fosse tornata a crescere per la prima volta dopo quattro anni – anche se solo dello 0,7 per cento – l’espansione si era rallentata verso la fine dell’anno, e nel primo trimestre del 2016 era cresciuta solamente dello 0,3 per cento rispetto all’ultimo del 2015. Nei mesi scorsi un gruppo di analisti di Bloomberg aveva previsto che nel secondo trimestre del 2016 l’economia italiana sarebbe cresciuta dello 0,2 per cento rispetto al primo.

Il dato diffuso dall’ISTAT non è drammatico, dato che nel complesso il PIL è aumentato dello 0,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015: è però una cattiva notizia per il governo di Matteo Renzi, che nelle dichiarazioni pubbliche degli ultimi mesi ha spesso insistito sui recenti dati positivi dell’economia italiana. In aprile il governo aveva comunque moderato il proprio ottimismo: nel DEF del 2016, il documento di programmazione economica e finanziaria in cui il governo anticipa quello che intende fare negli anni successivi e l’andamento che si aspetta dall’economia, il governo aveva abbassato il tasso di crescita del PIL previsto per il 2016 dall’1,6 per cento all’1,2. Il Corriere della Sera ha scritto che al ministero dell’Economia un peggioramento della crescita era in qualche modo previsto: «ma [come] ha più volte affermato il titolare del dicastero Pier Carlo Padoan, non dovrebbe comportare la rinuncia alle misure previste: dal congelamento degli aumenti Iva alla riduzione dell’Ires per le imprese». 

È probabile che l’economia italiana sia rimasta ferma anche per il rallentamento dell’economia globale. Fra aprile e giugno del 2016, sempre secondo dati ISTAT, il PIL dei paesi dell’area Euro è aumentato solo dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente.