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  • Martedì 9 agosto 2016

Un turista cinese ha trascorso due settimane in un centro per migranti, per errore

Era arrivato da poco in Germania e voleva denunciare il furto del portafogli, ma ha compilato il modulo sbagliato

(Imaginechina via AP Images)
(Imaginechina via AP Images)

Un turista cinese ha trascorso 12 giorni in un centro di accoglienza per migranti in Germania dopo aver compilato per errore una richiesta di asilo politico invece di una denuncia per furto. L’uomo, noto alla stampa tedesca solo come L., era stato derubato del portafogli nella città di Heidelberg, nella Germania meridionale; è entrato nel municipio credendo fosse la stazione di polizia, e ha compilato un modulo per ottenere lo status di rifugiato.

L., 31 anni e originario della Cina settentrionale, non è riuscito a spiegare la sua situazione perché non parla né tedesco né inglese. Dopo aver compilato il modulo, il passaporto gli è stato sequestrato ed è stato trasportato a bordo di un autobus carico di migranti fino a un centro di accoglienza nella città di Dülmen, vicino al confine con i Paesi Bassi, 360 chilometri più a nord. Ha ricevuto cibo, un po’ di denaro da spendere e alcuni abiti nuovi, ma ha subito attirato l’attenzione dei volontari perché era ben vestito. «Era molto diverso dagli altri e molto, molto indifeso», ha raccontato alla BBC Christoph Schluetermann, un impiegato presso il centro gestito dalla Croce Rossa.

Nessuno era in grado di comunicare con lui, così Schluetermann ha utilizzato un’app per traduzioni: «Sono venute fuori frasi come: “Volevo fare un viaggio all’estero”». Con l’aiuto di un impiegato di un vicino ristorante cinese, i volontari del campo sono riusciti a mettere insieme la sua storia e capire che L. era un turista che voleva proseguire il suo viaggio verso Italia e Francia. In tutto ci sono voluti 12 giorni al sistema burocratico tedesco per scoprire l’errore e liberare L., che nel frattempo ha dormito per quasi due settimane sulle brandine del centro di accoglienza. Secondo la rete televisiva WDR, L. non era particolarmente infastidito per l’incidente, ma ha detto che s’immaginava l’Europa molto diversa.