Il più grande esportatore di cereali al mondo

Da qualche mese non sono più gli Stati Uniti: grazie ai grandi raccolti e alla svalutazione delle loro monete, Russia, Ucraina e Kazakistan li hanno superati

di Anatoly Medetsky Isis Almeida - Bloomberg

Un campo di grano nella regione di Stavropol, in Russia meridionale (DANIL SEMYONOV/AFP/Getty Images)
Un campo di grano nella regione di Stavropol, in Russia meridionale (DANIL SEMYONOV/AFP/Getty Images)

Il Mar Nero ha probabilmente superato gli Stati Uniti diventando così il più grande esportatore di cereali sul mercato globale. Secondo UkrAgroConsult, un centro di ricerca con sede a Kiev, le esportazioni di cereali di Russia, Ucraina e Kazakistan dovrebbero aver raggiunto gli 80 milioni di tonnellate nei dodici mesi conclusi a giugno, grazie all’aumento dei raccolti e al contemporaneo indebolimento delle monete locali che hanno reso più convenienti le vendite all’estero in dollari americani. Stando ai dati di UkrAgroConsult e di Grains Council, rispetto all’anno precedente le spedizioni di cereali dal Mar Nero sono aumentate del 14 per cento e hanno superato del 10 per cento quelle degli Stati Uniti.

Negli ultimi anni i paesi sul Mar Nero sono diventati dei grandi produttori di cereali. Le esportazioni di frumento della Russia sono aumentate di oltre il doppio negli ultimi dieci anni, mentre le spedizioni di mais dell’Ucraina sono cresciute di 17 volte, secondo il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti. Le più grandi aziende del settore, come Cargill e Louis Dreyfus, hanno degli uffici nella regione e i mercati internazionali delle materie prime stanno pensando a come introdurre dei futures per il Mar Nero per attrarre le contrattazioni. «Per il Mar Nero questa è una tappa fondamentale», ha raccontato per email Matt Ammermann, che si occupa di gestione di rischio per i futures e di intermediazione di opzioni a INTL FCStone, parlando delle ultime stime sulle esportazioni. La regione «è sempre stata sensibile ai rischi climatici per colpa delle pratiche agricole, più dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti. Adesso che queste pratiche stanno diventando più efficienti, i raccolti dovrebbero stabilizzarsi».

Secondo un rapporto di UkrAgroConsult, la maggior parte delle spedizioni di cereali dell’ultima stagione sono arrivate dall’Ucraina, che ha probabilmente aumentato le esportazioni del 13 per cento raggiungendo 37,85 milioni di tonnellate. Le vendite oltreoceano della Russia dovrebbero essere cresciute del 9 per cento, arrivando a 33,5 milioni di tonnellate, mentre le esportazioni del Kazakistan sono stimate in 7,4 milioni di tonnellate, il 22 per cento in più rispetto all’anno precedente. La Russia ha aumentato le vendite di cereali verso i paesi arabi, l’Ucraina quelle in Thailandia, Indonesia e Cina, mentre il Kazakistan ha venduto più in Iran, Turchia e Cina, secondo l’analista di UkrAgroConsult Marina Sych. Stando a UkrAgroConsult, questi aumenti sono dovuti ai raccolti straordinari e all’indebolimento delle monete, e gli operatori del settore hanno cercato di aumentare le esportazioni per compensare il calo dei prezzi. I ricercatori si aspettano che le spedizioni rimangano alte anche nella stagione 2016-2017.

Non è detto però che la supremazia del Mar Nero sugli Stati Uniti prosegua anche nella stagione attuale: il clima secco sta facendo diminuire le dimensioni dei raccolti in Ucraina, e le esportazioni dai tre paesi sul Mar Nero – che nel periodo 2015-2016 hanno superato quelle degli Stati Uniti di 4,8 milioni di tonnellate, saranno inferiori di 2,2 milioni di tonnellate, riportano le previsioni del centro di ricerca di Londra International Growth Centre. I mercati delle materie prime stanno seguendo con attenzione la maggiore importanza del Mar Nero nel commercio globale di cereali. Nel 2012 la società finanziaria americana CME Group ha introdotto dei contratti futures per il frumento del Mar Nero, senza però riuscire ad attirare abbastanza contrattazioni. Olivier Raevel, responsabile delle materie prime di Euronext – che gestisce le borse di diversi paesi europei – ha detto quest’anno che la società ha in programma di sviluppare dei contratti finanziari per i cereali. «Si potrebbe pensare che ci sia bisogno di futures per il Mar Nero», ha detto Michael McDougall, direttore della sede di New York di Société générale. «Ma per ora è stato difficile far funzionare i contratti, in parte perché gli agricoltori non si coprono contro i rischi futuri e tendono di più a vendere sul momento. E poi c’è anche un rischio politico».

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