Tre aggiornamenti sul caso di Fermo

Secondo l'autopsia, Emmanuel Chidi Namdi è morto dopo aver battuto la testa sul marciapiede: ci sono inoltre nuovi dettagli sul suo aggressore (no, non è "comunista")

(ANSA/Cristiano Chiodi/Sandro Perozzi)
(ANSA/Cristiano Chiodi/Sandro Perozzi)

Sabato, diversi giornali hanno pubblicato i risultati dell’autopsia di Emmanuel Chidi Namdi, l’uomo nigeriano di 36 anni ucciso giovedì durante una rissa a Fermo, cominciata a causa degli insulti razzisti rivolti alla moglie di Namdi da Amedeo Mancini, un fermano noto in città per il suo carattere violento e per gli atteggiamenti razzisti. Oltre ai risultati dell’autopsia, nelle ultime ore è stata diffusa una foto che secondo i principali giornali italiani è stata scattata durante l’aggressione, ma di cui non è ancora chiara la provenienza. Stanno inoltre circolando diversi dettagli relativi alle prime indagini sull’uccisione di Namdi, e sulla possibile incriminazione a carico di Mancini.

Secondo i risultati dell’autopsia, Namdi è morto a causa di una frattura posteriore del cranio che si è procurato cadendo contro lo spigolo di un marciapiede, dopo essere stato colpito con un pugno da Mancini. Nell’autopsia i medici hanno scritto che il colpo è stato «forte, ma non fortissimo, tra il labbro inferiore e la mandibola». Il giornalista della Stampa Paolo Crecchi, che ha scritto un articolo molto informato sui risultati dell’autopsia, parla anche dei risultati degli esami medici su Mancini, che sostiene di essere stato aggredito da Namdi e da sua moglie e di essersi soltanto difeso. Secondo Crecchi, gli esami avrebbero dimostrato che Mancini è stato effettivamente colpito diverse volte e ha ricevuto un morso da parte della compagna di Namdi (indicata, a seconda dei giornali, come Chinyere, Chinyery o Chimiary: non è chiaro se sia il nome o il cognome).

A questo punto delle indagini la dinamica dello scontro non è ancora stata chiarita, e per farsi un’idea bisogna affidarsi ai giornali che di giorno in giorno indicano una o l’altra versione come la più “accreditata” dai magistrati (le testimonianze diffuse finora sono piuttosto discordanti). Secondo la Stampa, ad esempio, “appare fuori di dubbio” che l’episodio sia andato più o meno così: Namdi e la sua compagna sono stati insultati da Mancini che si trovava lì vicino con un amico (Mancini ha ammesso di aver gridato alla coppia “scimmia africana”). Namdi ha reagito violentemente, colpendo Mancini con un palo segnaletico. Mancini è caduto a terra e quando si è rialzato ha colpito a sua volta Namdi con un pugno che lo ha fatto cadere a terra, dove ha sbattuto la testa procurandosi la frattura che lo ha ucciso. Nella foto che sta circolando in queste ore, si vede effettivamente un uomo che somiglia a Mancini tenersi un braccio, mentre Namndi è seduto sul marciapiede accerchiato da alcune persone. La foto non aiuta comunque a stabilire con maggiore precisione la dinamica dell’aggressione.

Tra la versioni che i giornali considerano meno affidabili, c’è quella della compagna di Namdi, che dice che sarebbe stato Mancini a colpire suo marito con un palo della segnaletica. È stata ritenuta altrettanto inaffidabile anche la testimonianza di Pisana Bacchetti, un personaggio curioso già noto alla stampa locale perché nel 2014 raccontò al Corriere Adriatico una storia piuttosto sconclusionata su un gruppo di cinesi che voleva rapire dei gatti (nei giorni scorsi Bacchetti era stata definita “super-testimone” da alcuni giornali locali, ma nel corso di molte interviste ha raccontato delle versioni sempre più confuse).

Diversi parenti e conoscenti hanno rilasciato interviste e dichiarazioni per difendere Mancini, a volte con risultati decisamente controproducenti. Il fratello Simone ad esempio, che vive assieme assieme a lui in una specie di casa malmessa e ha raccontato che Mancini vive di piccoli lavoretti in campagna, ha detto che suo fratello «tira le noccioline, quando vede un negro, ma lo fa per scherzare perché è un allegrone, ha avuto una vita difficile e a 39 anni non può neppure andare allo stadio: è diffidato». Simone ha anche aggiunto che il fratello «è sempre stato comunista: come fa a essere razzista?». Anche il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, parlando con Linkiesta, ha detto che Mancini «Qualche anno fa diceva di essere comunista, sempre con quell’atteggiamento prevaricatore». In realtà diversi testimoni e conoscenti intervistati in questi giorni hanno riferito che Mancini attualmente è piuttosto vicino all’estrema destra, oltre ad essere un ultrà della squadra di calcio locale. Nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Mancini, i magistrati lo hanno descritto come un «soggetto altamente pericoloso per effetto della sua natura violenta e aggressiva».

A questo punto, se questa ricostruzione fosse confermata, il dettaglio più importante che resta da chiarire è se Namdi sia stato colpito dopo aver girato le spalle a Mancini, quando cioè la rissa si era conclusa. In questo caso, Mancini potrebbe essere accusato di omicidio preterintenzionale o persino di omicidio volontario. Se invece il pugno è stato dato mentre la rissa era ancora in corso, allora Mancini sarebbe indagato “solamente” per eccesso di legittima difesa.