Google vuole evitare di terrorizzarci quando stiamo male

Avete presente quando un mal di testa cercato su Google diventa sintomo di una malattia terribile? Una nuova funzione permetterà di evitare diagnosi allarmiste e pericolose

A partire dal 20 giugno Google ha introdotto una nuova funzione per migliorare i risultati mostrati per le ricerche legate ai sintomi di malattie e malesseri fisici. La funzione per ora è attiva solo negli Stati Uniti e solo per le ricerche fatte da dispositivi mobili con l’app di Google, ma sarà introdotta anche in altri paesi. Con la nuova funzione, quando si cercano determinati sintomi – per ora solo alcuni, ma ne saranno aggiunti altri – Google mostra una serie di riquadri con altrettante malattie e disturbi fisici, e per ognuno mostra una breve descrizione, specificando se ci si può curare da soli o se si deve consultare un medico. I sintomi scelti da Google sono quelli più cercati, e i riquadri sono stati compilati prendendo le informazioni dal “knowledge graph”, un database di Google introdotto nel 2012, e con la collaborazione di un gruppo di medici. Le informazioni sono state controllate da medici e da alcuni esperti della Harvard Medical School e dell’organizzazione no profit Mayo Clinic.

Google ha spiegato che circa l’1 per cento delle milioni di ricerche fatte ogni giorno sul motore di ricerca sono di persone che cercano maggiori informazioni su sintomi legati a malesseri fisici. È una situazione abbastanza comune: ci svegliamo con un forte mal di testa solo su un lato, oppure con un’altra cosa strana successa al nostro corpo, e la cerchiamo su Google. Se non si fa attenzione a quali fonti si consultano, però, è facile capitare su siti allarmistici o pericolosi, che riconducono un semplice mal di testa a un tumore al cervello o che propongono metodi di guarigione non scientifici.

Veronica Pinchin, product manager a Google, ha spiegato a Vox: «Ci sono un sacco di cose che vediamo [dalle ricerche] su Google che credo che la gente sia troppo in imbarazzo a chiedere agli amici o ai coinquilini: diarrea, disturbi intestinali, domande su cose che succedono ai genitali o potenziali malattie sessualmente trasmissibili». Pinchin ha ribadito comunque che quella che offre la funzione di Google non è una diagnosi, ma una specie di “esplorazione” delle informazioni preliminari per decidere se vedere un medico. Le ricerche di sintomi su Google non influenzeranno le pubblicità che mostra Google, ha spiegato Pinchin.