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  • Lunedì 4 luglio 2016

Peter Sagan, non uno qualunque

Perché il campione del mondo di ciclismo su strada – oggi maglia gialla al Tour de France – è considerato uno che sta cambiando un po' la disciplina

di Pietro Cabrio

Peter Sagan dopo la vittoria di una tappa al Giro di Svizzera (Gian Ehrenzeller/Keystone via AP)
Peter Sagan dopo la vittoria di una tappa al Giro di Svizzera (Gian Ehrenzeller/Keystone via AP)

“Un guerriero. Questa è la parola più adatta. Nonostante la sfortuna, si alza ogni giorno e va alla grande. Questo è il segreto del suo successo, non si arrende mai e dà sempre tutto quello che ha. Stai rendendo la nostra nazione orgogliosa di te, Peter”. Andrej Kiska è il presidente della Slovacchia e circa un anno fa parlò così di Peter Sagan, slovacco, attuale campione del mondo di ciclismo su strada e molto probabilmente il più grande talento del ciclismo mondiale dei nostri giorni. Poche settimane dopo l’intervista a Kiska, Sagan ha vinto il titolo mondiale negli Stati Uniti, chiudendo un periodo un po’ sfortunato della sua carriera.

Peter Sagan ha 25 anni, corre per la Tinkoff e non si può paragonare a nessun altro corridore in circolazione, e nemmeno a qualcuno del passato, perché ha caratteristiche che nessun altro ciclista ha avuto concentrate tutte assieme. È un passista con caratteristiche di un velocista, e cioè è in grado di compiere grandi scatti negli ultimi chilometri di una corsa ma può tenere un andamento elevato per tutta la gara. Ha funzioni respiratorie e cardiache, certificate durante test e controlli, superiori a quasi tutti gli altri ciclisti e simili solo ad atleti che praticano sport come il nuoto. I suoi valori nei test eguagliano sia quelli dei migliori velocisti, come Mark Cavendish, sia quelli degli specialisti delle cronometro e delle corse di un giorno, come Fabian Cancellara. È uno di quei rari corridori in grado di essere competitivo per tutta la durata di una stagione e l’unico suo limite è la sua massa muscolare, troppo pesante per poter puntare alla vittoria delle grandi corse a tappe, come il Tour de France o il Giro d’Italia. Oltre alle sue capacità quando si trova in sella a una bicicletta, Sagan è il ragazzo più divertente, esuberante e criticato dal ciclismo internazionale, ed è questo che lo rende un personaggio senza eguali in un mondo che ultimamente non ha abituato i suoi appassionati a momenti particolarmente spassosi e spettacolari.

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Sagan iniziò ad andare in bicicletta a nove anni, dopo aver assistito ad una gara del fratello maggiore Juraj, anche lui ciclista. Da subito si rivelò portato per la bici: nei primi anni di attività alternò il ciclismo su strada alla mountain bike ma è in quest’ultima che ottenne i primi importanti risultati e iniziò a far parlare di sé. Nel 2008, a diciott’anni, divenne campione nazionale, europeo e mondiale della categoria juniores. Un anno prima però fu notato dall’allenatore italiano Gian Enrico Zanardo durante i mondiali su strada in Messico, e consigliato ad alcuni dirigenti della Liquigas, una delle squadre ciclistiche più importanti d’Italia. Nei mesi successivi lasciò la mountain bike e passò definitivamente alla strada. Si trasferì in Veneto, prima a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, poi nei dintorni di Treviso, e lì iniziò la sua carriera con la Liquigas. Nel 2010 e nel 2011 vinse venti gare, nei due anni successivi migliorò ancora i suoi risultati e di corse ne vinse trentotto. A 22 anni aveva già vinto tappe nei giri di California e Svizzera, alla Vuelta di Spagna e soprattutto al Tour de France; le classifiche a punti della Parigi-Nizza, del Tour de France, del Giro di Sardegna e del Giro di California. Inoltre, aveva vinto per due anni consecutivi i campionati slovacchi e si era piazzato terzo alla Amstel Gold Race e quarto alla Milano–Sanremo.

Oltre alle vittorie e alle sue impressionanti doti fisiche, Sagan si fa notare anche per il suo carattere esuberante e per il suo stile di corsa spettacolare, che diverte molto il pubblico e gli spettatori. Nei suoi anni passati in mountain bike ha sviluppato abilità tecniche che ora, con le bici da corsa, nessun altro corridore è in grado di ripetere in maniera così naturale e divertente. Oltre allo spettacolo, le sua abilità con la bici gli permettono anche di evitare ostacoli e cadute e di perfezionare la sua guida. È un tipo a cui piace molto scherzare, ma in alcune occasioni si è rivelato anche particolarmente irritante, come durante la premiazione del Giro delle Fiandre del 2013, quando palpeggiò una delle due ragazze che stavano premiando Fabian Cancellara, il vincitore di quella corsa: poi dovette scusarsi. È irritante anche a detta di molti ciclisti, che vedono nel suo stile di corsa un tentativo di prendersi gioco di chi corre con lui.

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Sagan ha sempre detto di voler divertire il pubblico in tutte le corse a cui partecipa, e da alcuni anni gli spettatori che guardano le gare in televisione o ai lati delle strade sanno che da lui ci si può aspettare un po’ di tutto. Le cose per cui è diventato più famoso sono le impennate, in salita, in mezzo al gruppo o al traguardo. Le fa anche su richiesta, e cioè quando il pubblico inizia ad urlare “Wheelie! Wheelie! Wheelie!”. Durante le premiazioni o mentre taglia il traguardo per primo esulta in un sacco di modi diversi: a volte gonfia i muscoli, altre ancora fa finta di correre sui pedali. Al termine delle tappe capita pure che si metta a prendere in giro gli altri corridori, durante le interviste o sul podio. Ha un canale YouTube in cui ogni tanto recita delle parti di alcuni famosi film della storia del cinema, come Forrest Gump e Grease. Dice che gli sarebbe piaciuto fare l’attore ad Hollywood.

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Nei primi mesi del 2015, dopo essere passato alla Tinkoff, squadra di proprietà del milionario russo Oleg Tinkov, Sagan sembrò avere qualche difficoltà a ripetere le vittorie ottenute negli anni precedenti. Non arrivò oltre il quarto posto nelle corse classiche a cui partecipò, cadde molte volte, non vinse nemmeno una tappa al Tour de France, ma non sembrò mai particolarmente preoccupato. In quel periodo disse: “Guardate il lato positivo: se avessi vinto tutte le volte che sono arrivato secondo, nessuna squadra al mondo potrebbe permettersi di pagarmi”. Anche se nella prima parte della stagione non arrivò nessuna vittoria di tappa, Sagan vinse comunque la classifica a punti della Tirreno-Adriatico, del Giro di Svizzera e del Tour de France. Ad autunno arrivò la vittoria più importante nella sua carriera, la prova in linea dei campionati mondiali di ciclismo su strada corsi a Richmond. Un mese dopo essere diventato campione del mondo, Sagan si è sposato, arrivando in chiesa a bordo di una vecchia Trabant con un completo nero con dei dettagli ricamati in oro, e un cappotto con un collare in pelliccia.

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La prima importante vittoria del 2016 invece è arrivata lo scorso aprile al Giro delle Fiandre. Domenica 3 luglio, Sagan ha vinto la seconda tappa del Tour de France, e insieme alla tappa ha ottenuto anche la maglia gialla. A 25 anni ha dei margini di miglioramento enormi, e in molti già lo hanno paragonato al ciclista belga Eddy Merckx, probabilmente il miglior ciclista di sempre (anche lo stesso Merckx ha detto di rivedersi in alcuni aspetti di Sagan). Al momento nemmeno la sua particolare personalità sembra costituire un ostacolo per l’andamento della sua carriera, anche se l’imprevedibilità a cui ha abituato fa sì che da lui ci si possa aspettare qualsiasi cosa.