Gli abusi sessuali in una setta cattolica peruviana
E le accuse contro il suo fondatore, Luis Fernando Figari, un ammiratore di Hitler e Mussolini che oggi vive a Roma
Dal 2010 vicino a Campo de’ Fiori, a Roma, vive Luis Fernando Figari, fondatore di una setta cattolica nata in Perù 45 anni fa e ancora oggi considerata praticamente intoccabile. La setta – che si chiama “Sodalizio di vita cristiana” e nel 1997 fu approvata da papa Giovanni Paolo II – è oggi coinvolta in una serie di scandali che riguardano i suoi vecchi leader, tra cui Figari. Il mese scorso cinque ex membri della setta hanno denunciato Figari e altre sette persone dell’organizzazione accusandole di sequestro di persona, assalto e cospirazione criminale. Non hanno invece potuto formalizzare le accuse di abusi sessuali, perché in base alle leggi del Perù l’eventuale reato sarebbe prescritto in base al tempo trascorso.
Il Sodalizio fu fondato nel 1971 a Lima, la capitale del Perù: da subito l’organizzazione adottò un orientamento conservatore, in risposta alla crescita della più nota Teologia della Liberazione, una corrente di pensiero interna alla Chiesa molto vicina al marxismo e nata in Perù alla fine degli anni Sessanta. Il Guardian ha scritto che Sodalizio andò anche al di là degli altri movimenti radicali che si diffusero in quegli anni, adottando un approccio militarista. Pedro Salinas, ex membro del Sodalizio e co-autore del libro “Mitad monjes, mitad soldados” (“Metà monaci, metà soldati”), ha detto al Guardian: «Figari ammirava l’oratoria di Hitler e Mussolini. Era ispirato dalle marce naziste e aveva una fascinazione per la Gioventù hitleriana [l’organizzazione giovanile fondata nel 1926 dal Partito nazista tedesco, ndr]. Sodalizio era un’organizzazione religiosa assolutamente totalitaria, nella quale il potere era detenuto da una sola persona: Luis Fernando Figari».
Nel corso degli anni cominciarono a emergere le prime testimonianze di abusi sessuali compiuti sui membri dell’organizzazione. Austen Ivereign, biografo di papa Francesco ed esperto di chiesa in Sud America, ha detto al Guardian che abusi simili sono stati riscontrati anche in altri gruppi religiosi di destra nati nello stesso periodo in Sud America, soprattutto in quelli dove vigeva una disciplina molto rigida e il culto della leadership. Per quanto riguarda Sodalizio, la prima persona a raccontare pubblicamente gli abusi subiti fu Álvaro Urbina, che oggi ha 35 anni. Urbina ha detto di avere subìto abusi sistematici per due anni, dopo essere entrato nel Sodalizio a 14 anni; secondo la sua testimonianza, i responsabili furono diversi esponenti in vista del gruppo, ma non direttamente Figari.
Nel 2010, dopo che erano emersi i primi racconti di abusi, Sodalizio decise di mandare Figari lontano dal Perù: la destinazione scelta fu Roma. Dovettero passare però alcuni anni prima che Sodalizio ammettesse pubblicamente gli errori commessi. Nel 2015 – dopo che il Vaticano aveva ordinato un’indagine interna al gruppo – disse che le accuse di abusi sessuali contro Figari e altri esponenti religiosi erano “plausibili”. Lo scorso aprile l’attuale leader di Sodalizio, Alessandro Moroni, pubblicò un video su YouTube nel quale si scusava con le persone che avevano subìto gli abusi e che non avevano ricevuto fino a quel momento una risposta soddisfacente. Tra le altre cose, Moroni disse: «Dopo le testimonianze ricevute, consideriamo Luis Fernando Figari colpevole delle accuse di abusi che gli sono state rivolte e lo dichiariamo persona non gradita nella nostra organizzazione e condanniamo totalmente il suo comportamento».
Nonostante le pubbliche scuse, diversi ex membri di Sodalizio accusano il gruppo di voler continuare a proteggere Figari. Oggi Figari e altri membri di Sodalizio sono accusati di avere inculcato la filosofia del gruppo ad alcuni ragazzi molto giovani, privandoli della libertà, sottoponendoli ad altri abusi e costringendoli a fare i conti con seri problemi psicologici. Come scrive il Guardian, oggi la questione sembra essere se Sodalizio sarà in grado di sopravvivere, nonostante gli scandali e le accuse. Papa Francesco sembra voler dare una possibilità al gruppo di riformarsi, sotto la supervisione di Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis considerato di orientamento progressista per gli standard del Vaticano.