L’Italia dei Valori esiste

Dopo l'implosione del 2012 oggi ha un nuovo segretario, una linea più morbida e con tre parlamentari (eh?) sostiene Renzi

Il segretario dell'Italia dei Valori Ignazio Messina (ANSA/FABIO CAMPANA)
Il segretario dell'Italia dei Valori Ignazio Messina (ANSA/FABIO CAMPANA)

Negli ultimi giorni si è parlato frequentemente – anche se con molta imprecisione – di una legge di iniziativa popolare per modificare le norme sulla legittima difesa (su cui un’altra riforma proposta dalla Lega Nord è già in discussione alla Camera). La legge di iniziativa popolare in questione è promossa dall’Italia dei Valori, il cui nome è quindi tornato sulle pagine dei giornali nazionali dopo qualche anno di assenza. L’Italia dei Valori è un partito fondato dall’ex magistrato Antonio Di Pietro nel 1998, rimasto popolare e votato da un pezzo significativo dell’elettorato almeno fino al 2010, collocato nel centrosinistra ma con idee e toni “anti-casta” e giustizialiste poi raccolti da movimenti di altro orientamento, come la Lega Nord o il Movimento 5 Stelle: dopo è praticamente scomparso dal dibattito politico nazionale, anche a causa di vari problemi interni.

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, quindi, l’Italia dei Valori esiste ancora: oggi ha un segretario nazionale – che non è più Di Pietro, che nel “nuovo” partito non ha nemmeno una carica onoraria – vari dirigenti nazionali e almeno un responsabile in ogni regione italiana. Nonostante alle ultime elezioni politiche non sia riuscita a superare lo sbarramento per eleggere dei parlamentari, l’Italia dei Valori a oggi ha un deputato e due senatori (tutti fuoriusciti da altri partiti). Dopo moltissime vicissitudini interne ha anche cambiato parzialmente linea politica, ottenendo però pochissimi risultati: a differenza di Di Pietro, la nuova dirigenza è molto più disponibile a trovare accordi e compromessi col centrosinistra e in particolare col Partito Democratico, di cui sostiene praticamente ovunque i candidati a cariche regionali o locali.

L’inizio della fine della “vecchia” Italia dei Valori risale probabilmente al 2010, a un anno di distanza dal miglior risultato nella storia del partito: l’8 per cento ottenuto alle elezioni europee del 2009, pari a quasi due milioni e mezzo di voti. Negli anni precedenti l’Italia dei Valori era riuscita a intercettare soprattutto un certo risentimento verso la classe politica italiana – coinvolta allora in diverse inchieste su sprechi, tangenti, e accuse di connivenza con la criminalità organizzata – che non aveva trovato espressione nel centrosinistra “istituzionale”.

Nel 2010 stava però iniziando a guadagnare sempre più consensi il Movimento 5 Stelle, fondato un anno prima, che aveva posizioni ancora più radicali e “giustizialiste”, e che si occupava di tutta un’altra serie di temi cari allo stesso elettorato come per esempio l’ambientalismo radicale. Beppe Grillo e Antonio Di Pietro si avvicinarono molto anche in pubblico, cosa che contribuì ad allontanare sempre di più Di Pietro dalla coalizione del centrosinistra di cui storicamente aveva fatto parte. Nel dicembre del 2010, in un momento di difficoltà del governo Berlusconi, i due senatori più visibili e coloriti del movimento dei cosiddetti “responsabili” – un gruppo di parlamentari provenienti da partiti fuori dalla maggioranza che decisero di sostenere il governo Berlusconi – furono Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, entrambi provenienti dall’Italia dei Valori. Iniziarono a circolare nuovi dubbi, presenti in realtà già da molti anni, sulle reali abilità dell’IdV di selezionare una classe dirigente adeguata.

Nel 2012, parallelamente alla nuova popolarità del Movimento 5 Stelle, l’Italia dei Valori finì sempre più schiacciata verso posizioni populiste e lontane da quelle del centrosinistra. Il 28 ottobre 2012 una puntata di Report si occupò estesamente dell’Italia dei Valori, mostrando la scarsissima trasparenza della dirigenza del partito e dello stesso Di Pietro nella gestione dei rimborsi elettorali e degli immobili del partito. Qualche giorno dopo, in un’intervista al Fatto Quotidiano, Di Pietro disse che «l’Italia dei Valori è finita domenica sera, a Report». Nei mesi successivi i dirigenti più importanti dell’IdV lasciarono il partito: nel novembre del 2012 Massimo Donadi, capogruppo dell’IdV dal 2006 al 2012, se ne andò per fondare Centro Democratico, un nuovo partito di centro-centrosinistra. A febbraio del 2013, dopo un deludente risultato alle elezioni politiche in coalizione con il partito di sinistra radicale di Antonio Ingroia, Di Pietro si dimise da presidente. Un mese dopo l’ufficio di presidenza propose di sciogliere il partito, ma l’esecutivo nazionale dell’IdV – su pressione di Di Pietro – fece respingere la mozione. Poco dopo se ne andarono altri due membri storici, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’ex capogruppo al Senato Felice Belisario.

La “nuova” Italia dei Valori venne creata nel congresso del partito di fine giugno 2013: Di Pietro si dimise una prima volta da presidente – lo ha poi fatto una seconda volta nel 2014 – e venne eletto un nuovo segretario, Ignazio Messina, tuttora in carica. Messina ha 51 anni, è nato a Palermo e ha iniziato la sua carriera politica come sindaco di Sciacca: nel 2008 fu eletto per la prima volta alla Camera con l’Italia dei Valori, di cui successivamente divenne responsabile regionale.

La linea di Messina e della “nuova” Italia dei Valori è dichiaratamente vicina al centrosinistra, nonostante abbia mantenuto i toni populisti della gestione precedente. Alle elezioni regionali del 2013 e del 2014 ha presentato una propria lista nella coalizione di centrosinistra in Sardegna, Piemonte e Abruzzo, fra le altre regioni, mentre nel 2015 in Veneto alcuni suoi membri hanno fatto parte della lista Veneto Civico a sostegno della candidata del PD Alessandra Moretti. Alle elezioni in Puglia nello stesso anno, l’IdV ha formato una lista con Scelta Civica a sostegno del candidato del PD Michele Emiliano, ottenendo poco meno del 10 per cento dei voti. In Campania, sempre nel 2015, l’Italia dei Valori si è presentata da sola a sostegno di Vincenzo De Luca, ottenendo l’1,13 per cento ed eleggendo un consigliere regionale. Durante un’intervista con Affari Italiani, Messina ha detto che alle prossime elezioni amministrative l’Italia dei Valori si presenterà «in tutte le grandi città»: «a Milano il capolista sarà l’ onorevole Ivan Rota, figura storica di IdV, mentre a Roma quello che è stato il più giovane docente universitario italiano a 29 anni, Luca Testarelli».

Dopo un’assenza di poco più di un anno, dal 2014 l’Italia dei Valori è tornata ad avere anche una rappresentanza parlamentare. Il 30 ottobre 2014 il deputato Nello Formisano ha lasciato Centro Democratico per tornare nell’Italia dei Valori, sistemandosi nel gruppo misto. Il 16 luglio 2015 si sono uniti al partito anche due ex senatori del M5S, Maurizio Romani e Alessandra Bencini, che all’interno del gruppo misto hanno fondato la componente “Italia dei Valori”. Al momento tutti e tre i parlamentari dell’Italia dei Valori sostengono il governo di Matteo Renzi.