• Moda
  • Martedì 12 aprile 2016

La crisi di Prada continua

Nel 2015 i profitti dell'azienda di moda sono diminuiti del 27 per cento: è il risultato peggiore in cinque anni

La boutique di Prada in via Condotti, a Roma, il 15 settembre 2011 (Elisabetta Villa/Getty Images)
La boutique di Prada in via Condotti, a Roma, il 15 settembre 2011 (Elisabetta Villa/Getty Images)

Prada continua a non andare molto bene: i profitti dell’azienda di moda italiana nel 2015 sono stati i più bassi degli ultimi cinque anni. C’è stata una diminuzione del 27 per cento dei profitti e le vendite sono calate dell’8 per cento. L’11 aprile il prezzo delle azioni di Prada è diminuito del 7,8 per cento, dopo la presentazione dei risultati finanziari dell’ultimo anno. Già a settembre il Post aveva scritto della crisi che l’azienda sta affrontando da quando sono diminuite le vendite a Hong Kong, dove Prada è quotata in borsa dal 2011. L’origine della crisi risale agli anni Duemila, quando Prada e molte altre aziende di moda si sono espanse sul mercato cinese e in quello di altri paesi asiatici.

Per Prada oggi il mercato asiatico è il più importante; in tutta l’area le vendite sono calate (con una media del 16 per cento), con l’unica eccezione del Giappone, dove i marchi di lusso sono in crescita. Il calo delle vendite è dovuto al generale rallentamento dell’economia cinese e, secondo gli analisti, dalla campagna anti-corruzione lanciata dal governo cinese quattro anni fa e che ha portato i cinesi ad acquistare meno prodotti di lusso, in precedenza usati come un mezzo per corrompere i dirigenti statali.

In generale, e non soltanto in Asia, sono andate male soprattutto le vendite dei prodotti di pelletteria, il principale settore di Prada: le vendite sono calate del 10 per cento, negli Stati Uniti i rivenditori autorizzati di Prada hanno venduto il 21 per cento in meno e le boutique monomarca il 5 per cento in meno. La situazione è diversa per altri marchi appartenenti al gruppo Prada: le vendite di Miu Miu sono cresciute dell’1 per cento, quelle del marchio di calzature Church’s del 7 per cento.

Per cercare di far riprendere la crescita Prada ha diverse strategie per il 2016. C’è per esempio la ristrutturazione del sito di e-commerce che sarà rivolto a un maggior numero di paesi e un’espansione delle categorie disponibili. I prodotti di Prada saranno inoltre messi in vendita su siti di e-commerce multimarca grazie a un accordo con Yoox Net-A-Porter. Sarà possibile acquistare molti più prodotti subito dopo che saranno presentati nelle sfilate (finora si è trattato di due sole borse della collezione autunno-inverno 2016-2017). L’apertura di nuovi negozi sarà controbilanciata dalla chiusura di altri, ma non dovrebbero esserci cambiamenti fino alla fine del 2017, ha detto la direttrice finanziaria dell’azienda Alessandra Cozzani a Business of Fashion. Prada ha 618 boutique monomarca in tutto il mondo.

Infine, sarà rafforzata la presenza online sui social network per migliorare l’esperienza dei clienti e coinvolgerli maggiormente nelle attività di Prada. L’obiettivo è avvicinare sia i clienti che si rivolgono a marchi meno costosi, sia quelli che a parità di prezzo scelgono marchi più ricercati e di nicchia.

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