• Sport
  • Martedì 8 marzo 2016

Il calcio greco è un disastro

Per la seconda volta in quattro anni un torneo è stato sospeso per i troppi incidenti violenti, e c'è anche una storia di corruzione e partite truccate

Gli incidenti durante PAOK-Olympiakos (InTime Sports via AP) GREECE OUT
Gli incidenti durante PAOK-Olympiakos (InTime Sports via AP) GREECE OUT

Giovedì scorso il governo greco ha sospeso le gare della Coppa di Grecia, la coppa nazionale di calcio, dopo gli incidenti tra tifosi e forze dell’ordine accaduti durante la semifinale del torneo tra PAOK Salonicco e Olympiakos, che a cinque minuti dalla fine avevano causato la sospensione definitiva della partita. Nelle ultime due stagioni è la quarta volta che una competizione calcistica greca viene sospesa, e la terza volta in cui il governo interviene direttamente per sospendere un torneo per via dei numerosi episodi di violenza che si verificano da tempo in tutto il paese: a settembre del 2014 il campionato venne sospeso temporaneamente dopo la morte di un tifoso, due mesi dopo fu sospeso una seconda volta per l’aggressione ad un arbitro di prima divisione e un anno fa venne sospeso a causa dei violenti scontri tra i tifosi del Panathinaikos e le forze dell’ordine durante il derby di Atene contro l’Olympiakos.

Il governo greco ha ritenuto di dover annullare la competizione anche perché la federazione calcistica greca, la Elleniki Podosfairiki Omospondia (EPO), non sarebbe stata in grado di garantire le misure di sicurezza per la finale della coppa, che probabilmente si sarebbe giocata allo stadio Olimpico di Atene tra Olympiakos e l’AEK, due fra le squadre più seguite del paese.

La partita tra PAOK e Olympiakos, giocata mercoledì 2 marzo, è stata sospesa definitivamente a circa cinque minuti dalla fine dopo che i tifosi di casa hanno invaso il campo lanciando fumogeni per contestare una decisione dell’arbitro, che non aveva concesso un rigore al PAOK per l’intervento falloso del portiere dell’Olympiakos Stefanos Kapino sull’attaccante slovacco Robert Mak, che poi è stato espulso per proteste. È opinione diffusa tra gran parte dei tifosi di calcio greci, in particolare tra quelli del PAOK, del Panathinaikos e dell’AEK Atene, che le decisioni arbitrali favoriscano troppo spesso e non casualmente l’Olympiakos, la squadra più forte e ricca del paese. Le violenze nella semifinale di coppa sono state causate dal sospetto che l’arbitraggio non fosse equo e imparziale.

L’azione del rigore non assegnato.

Gli scontri in campo tra polizia e tifosi.

Gli incidenti che si verificano quasi abitualmente durante le partite del campionato greco infatti non sono causati dalla semplice rivalità fra le squadre, ma sono una sorta di protesta delle maggiori tifoserie organizzate del paese contro l’Olympiakos e la federazione calcistica greca, entrambe accusate di aver creato un sistema che manipola i risultati delle partite di campionato e corrompe funzionari e arbitri. Secondo le accuse, uno dei capi di questa organizzazione sarebbe il proprietario dell’Olympiakos Evangelos Marinakis, che fu anche vicepresidente della federazione tra il 2010 e il 2011. Marinakis è uno degli uomini più ricchi del paese e controlla i cantieri navali Crude Carriers Corp., ereditati dal padre Miltiadis Marinakis, di cui è l’unico figlio. L’Olympiakos ha vinto il campionato greco lo scorso 28 febbraio, con 6 turni di anticipo e 18 punti di vantaggio sull’AEK Atene, secondo in classifica.

Lo scorso giugno Marinakis è stato sospeso da ogni attività legata al calcio a seguito dell’inchiesta della magistratura greca sull’esistenza di un’organizzazione criminale che controlla il campionato nazionale. Precedentemente Marinakis era stato arrestato e rilasciato dopo il pagamento di 200mila euro di cauzione e dopo un interrogatorio di sette ore con il procuratore di Atene George Andreadis. Marinakis ha dovuto lasciare le cariche all’Olympiakos ma ne è ancora il proprietario: tuttora è accusato di estorsione, corruzione e frode. L’inchiesta in cui è coinvolto Marinakis risale allo scorso aprile ed è solo l’ultima che ha coinvolto il calcio greco negli ultimi cinque anni. Nel 2010 e nel 2011 ci furono altri due grossi scandali legati alla corruzione e alle combine, che comportarono la retrocessione di alcune squadre e la penalizzazione di altre.

Il campionato greco fu sospeso una prima volta all’inizio della scorsa stagione, a causa dell’aggressione subita da un tifoso durante una partita di terza divisione: il tifoso era poi morto a causa dei violenti colpi alla testa ricevuti. Pochi mesi dopo, la federazione greca chiese al comitato nazionale degli arbitri di non mandare più i propri membri a dirigere le partite delle prime tre serie professionistiche di calcio del paese in seguito al pestaggio di Christoforos Zografos, vicepresidente del comitato nazionale arbitri: Zografos fu avvicinato da due persone in motocicletta, che lo riconobbero e lo picchiarono con dei bastoni di legno. Pochi giorni dopo l’aggressione, durante una riunione straordinaria dei dirigenti della Souper Ligka Ellada (la Serie A greca), il presidente dell’Olympiakos Evangelos Marinakis disse di essere in possesso di importanti informazioni riguardo l’attacco a Zografos. Il quotidiano greco Ekathimerini riportò che durante la riunione straordinaria Marinakis accusò apertamente del pestaggio il presidente dell’AEK Atene Dimitris Melissanidis, un imprenditore greco con diversi precedenti penali.

Un anno fa il primo ministro greco Alexis Tsipras, insieme al ministro dello sport Stavros Kontonis, decise di sospendere a tempo indeterminato la Souper Ligka Ellada a causa dei troppi episodi di violenza verificatisi in quel mese. La decisione venne presa dopo un incontro con una rappresentativa della federazione: la domenica precedente, durante il derby di Atene tra Panathinaikos e Olympiakos, c’era stato un lancio di fumogeni contro la polizia e un’invasione di campo da parte di alcuni tifosi, che aveva causato il ferimento di due agenti di polizia.

Lo scorso novembre inoltre, il governo greco ha disposto la chiusura fino al termine della stagione della curva dei tifosi del Panathinaikos: durante il derby di andata con l’Olympiakos avevano lanciato in campo numerose torce, e una di queste aveva colpito un giocatore dell’Olympiakos. La partita era stata sospesa e gli ultras avevano danneggiato gravemente lo stadio.

Tutte le squadre greche – escluso proprio l’Olympiakos – negli ultimi anni hanno dovuto affrontare diversi problemi conseguenti alle condizioni economiche del paese. L’Olympiakos è l’unica ad essere riuscita ad evitare i danni più grossi, grazie soprattutto alla ricchezza di Marinakis, e ora domina facilmente il campionato, che vince da sei anni consecutivi. Chi accusa la dirigenza dell’Olympiakos sostiene che i recenti successi della squadra siano anche frutto della posizione privilegiata di cui gode il club in Grecia: le prestazioni in campionato permettono all’Olympiakos di partecipare regolarmente alla Champions League e di ricevere almeno una ventina di milioni di euro ogni stagione, aumentando così di molto il divario con le squadre rivali, già alle prese con diversi problemi economici. Oltre alla brutta situazione dei club, la nazionale greca non è riuscita a qualificarsi alla fase finale degli Europei dopo aver disputato un pessimo girone di qualificazione ed aver perso contro squadre molto più deboli come Finlandia e Isole Fær Øer.