La vera storia dei gemelli Kray, i protagonisti di “Legend”

Nel film sono interpretati dallo stesso attore, Tom Hardy: storia dei due famosi gangster di cui "Legend" racconta solo una piccola parte

Reginald e Ronald Kray (William Lovelace/Getty Images)
Reginald e Ronald Kray (William Lovelace/Getty Images)

Legend è un film nei cinema dal 3 marzo e racconta la storia dei gemelli Kray, due famosi gangster della Londra degli anni Sessanta. Il film è tratto dal libro The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins, scritto nel 1972 da John Pearson. A interpretare i due gemelli Kray – Ronald e Reginald – è un solo attore: Tom Hardy. Hardy, anche lui britannico, è uno degli attori i cui film sono andati meglio negli ultimi anni: ha recitato in Inception, Il cavaliere oscuro – Il ritorno e Lawless e nel 2015 ha avuto un ruolo da protagonista in Mad Max: Fury Road e uno piuttosto importante in The Revenant. Due film che, insieme, hanno vinto sei Oscar (e avevano 22 nomination).

Legend racconta solo alcuni anni della vita dei gemelli Kray: il film inizia verso la fine degli anni Cinquanta e segue la loro ascesa nella malavita di Londra durante gli anni Sessanta. La voce narrante del film è di Frances Shea, la moglie di Reginald (interpretata da Colin Morgan). I due gemelli erano simili nell’aspetto ma diversissimi nel carattere: Reginald era più riflessivo e calcolatore, Ronald – a cui negli anni Settanta fu diagnosticata una schizofrenia paranoide – era molto più impulsivo. Nel film i caratteri dei due Kray sono estremizzati. L’Independent sintetizza così la differenza che c’è in Legend tra i due fratelli: «Reginald era quello carismatico e con la faccia tosta, che voleva rigare dritto in nome dell’amore; Ronald era l’omone psicotico, goffo e impacciato che mandava tutto all’aria». Nel film Ronald è gay ma in realtà lui si definiva bisessuale.

Legend racconta la parte più nota della vita dei gemelli Kray e, seppur con alcune esagerazioni è abbastanza fedele alla storia vera. Quella raccontata in Legend è la parte di storia che, nell’immaginario di certe persone, ha reso i Kray «criminali gentiluomini, che stavano una spanna sopra la gentaglia. Una forza cui fare affidamento in anni caotici». Il Telegraph ha scritto:

Ronnie e Reggie Kray si sono elevati dall’essere due personaggi del folklore urbano fino a diventare – come attesta il film – delle leggende. Anni di esagerazioni e montature li hanno fatti diventare due gemelli al di sopra dello status di normali criminali; il tempo, passando, ha aggiunto un tocco di glamour nostalgico alle loro malefatte e alle loro prepotenze.

I gemelli Kray sono stati violenti criminali e assassini: una cosa però è innegabile, spiega Ruth Penfold-Mounce, dell’Università di York: «Sono partiti dal nulla e sono riusciti a farsi un’immagine, come nessuno ha mai saputo fare. La maggior parte dei criminali diventano famosi quando vengono arrestati. Loro ce l’hanno fatta quando erano ancora “in attività”».

La vera storia dei gemelli Kray

Ronnie (Ronald) e Reggie (Reginald) nacquero il 24 ottobre 1933 a Hoxton, nell’est di Londra. Erano due gemelli omozigoti: “identici”, nati cioè dalla fecondazione di un’unica cellula uovo. Ronnie e Reggie facevano parte di una famiglia della classe operaia e da adolescenti iniziarono a praticare la boxe, uno sport piuttosto diffuso tra gli operai di Londra di quegli anni. I due gemelli iniziarono a fare boxe anche perché il loro nonno materno – Jimmy “palla di cannone” Lee – era stato un famoso lottatore. Negli anni della Seconda guerra mondiale i due passarono molto tempo senza vedere il padre che si rifiutò di andare in guerra, divenne un disertore e dovette scappare per nascondersi dalle autorità.

Dopo la guerra Ronnie e Reggie iniziarono a frequentare i criminali di Londra e quando nel 1952 vennero chiamati nei Royal Fusillers – un reggimento di fanteria dell’esercito britannico – si presentarono ma scapparono poco dopo. I due gemelli ebbero altri episodi di diserzione e problemi con le autorità e furono arrestati e incarcerati a Canterbury, nel Kent, per alcune settimane. In prigione si ribellarono spesso ai secondini e vennero radiati dall’esercito, di cui in teoria facevano ancora parte. Provarono a scappare anche dal carcere: ci riuscirono ma furono trovati poco dopo.

Ronnie e soprattutto Reggie erano nel frattempo diventati dei buoni pugili (a Reggie venne addirittura offerto di diventare un pugile professionista). Durante gli anni Cinquanta abbandonarono però le ambizioni pugilistiche dedicandosi a tempo pieno ad attività para-criminali e poi proprio criminali. Comprarono per esempio un pub e iniziarono a offrire “protezione” ad altri commercianti (dietro minacce e in cambio di denaro). GQ ha raccontato un aneddoto che riassume bene sia la bravura di Reggie come pugile che le sue attività criminali: Reggie perfezionò un “pugno-sigaretta”. Offriva alle persone che stava per colpire una sigaretta e mentre loro aprivano leggermente la bocca per prenderla le colpiva con un pugno, rompendo loro la mandibola.

Nel 1960 Ronnie venne arrestato perché si scoprì che chiedeva il pizzo ad alcuni commercianti e passò un anno e mezzo in prigione. Nel frattempo Reggie continuò a far crescere i suoi affari: le cose andarono molto bene e negli anni Sessanta i gemelli Kray diventarono delle celebrità. Come spesso capita in altre storie simili, era chiaro praticamente a tutti che i due fossero dei criminali, ma non c’erano vere prove o comunque la gente sembrava non curarsene. I due – apprezzati per la loro attività “legale” di proprietari di locali notturni – frequentarono parlamentari, uomini d’affari e cantanti (si dice che ebbero rapporti con Frank Sinatra), furono fotografati da David Bailey (famoso fotografo della Londra di quegli anni) e persino intervistati da BBC. In My Story – una biografia del 1993 – Ronnie Kray scrisse:

Erano i migliori anni delle nostre vite. Li chiamavano gli swinging sixties. I Beatles e i Rolling Stones comandavano la musica pop, Carnaby Street era il centro del mondo della moda, e io e mio fratello eravamo i capi di Londra. Eravamo fottutamente intoccabili.

Nel 1966 Ronnie sparò a George Cornell, uno dei membri di una gang rivale (quella dei Kray è nota come “The Firm”, la ditta) e lo uccise. Non è chiaro il motivo per cui Ronnie uccise Cornell: secondo una delle molte versioni (diversa da quella che si vede nel film) Cornell si rivolse a Ronnie con un’espressione che faceva riferimento alla sua omosessualità (pare gli disse “fat poof”). Seguirono una lotta tra gang rivali e altri omicidi. Come succede nei film (e come succede anche in Legend) arrivò alla squadra omicidi di Scotland Yard un nuovo poliziotto che – un po’ perché più bravo, un po’ perché meno corrotto o connivente di altri – riuscì nel 1968 a far arrestare i gemelli Kray e altri membri della loro gang. Il nome del poliziotto era Leonard  “Nipper” Read e nel film lo si vede subito, in una delle prime scene (è interpretato da Christopher Eccleston). Ronnie e Reggie furono condannati all’ergastolo per omicidio e il loro fratello maggiore – Charlie Kray – fu condannato a 10 anni. Scrive GQ: «Anche Charlie era un membro di “The Firm”, ma era conosciuto come il Kray tranquillo (quiet Kray) e non ebbe mai la fama di Ronnie e Reggie.

Ronni fu dichiarato non sano di mente e trasferito in un ospedale psichiatrico: morì di infarto nel 1995, a 61 anni. Reggie morì nel 2000, otto settimane dopo essere uscito dal carcere per motivi di salute.