Il metal è la nuova “world music”

Il Wall Street Journal spiega perché è diventato l'unico genere musicale davvero trasversale, diffuso e celebrato dall'Indonesia al Botswana alla Scandinavia

(Axel Heimken/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Axel Heimken/picture-alliance/dpa/AP Images)

Nella musica leggera contemporanea certi generi arrivano soprattutto da alcuni luoghi ben precisi: il pop – sia quello raffinato sia quello commerciale – viene soprattutto dai paesi occidentali, il country e l’hip-hop arrivano dagli Stati Uniti mentre i paesi latinoamericani e quelli arabi producono musica pesantemente influenzata dalla tradizione locale, che solo raramente raggiunge successi mondiali. Un lungo articolo del Wall Street Journal sostiene che oggi ci sia un unico genere davvero trasversale per aree geografiche: il metal, un sottogenere del rock, a sua volta diviso in decine di sottogeneri.

Pur restando un genere di nicchia in diversi paesi al mondo – e oltretutto risentendo del generale periodo complicato del business della musica – diversi dati indicano che l’industria del metal se la sta cavando bene: i dischi pubblicati in questi anni da gruppi storici e un po’ bolliti vendono ancora parecchio – l’ultimo disco dei Megadeth, una famosa band thrash metal americana, è stato recensito benino e nel gennaio 2016 è arrivato al terzo posto della classifica generale americana – e alcune case discografiche indipendenti sono riuscite a trovare una propria fetta di mercato ed espandersi (nel 2015 la Nuclear Blast, una delle più famose al mondo, ha venduto 2,5 milioni di dischi, quasi 50 per cento in più di quelli venduti nel 2013). Il numero delle band, fra amatoriali e professionali, è sempre altissimo. A oggi Metal Archives, un sito che registra e classifica band metal da tutto il mondo, contiene i dati di più di 100mila band, circa il doppio di quante ne conteneva nel 2007 (quando il sito era già molto popolare).

Ma c’è un altro elemento notevole: oltre a essere relativamente stabile, il mercato della musica metal è anche davvero globale. Il nuovo disco degli Iron Maiden, una storica band britannica fra le più famose dell’heavy metal a cavallo fra anni Ottanta e Novanta, è arrivato al primo posto in 43 fra classifiche nazionali ufficiali e non ufficiali, fra cui in Israele, Bolivia e India. Il paese con la scena death metal – un genere estremo di heavy metal – più fervente oggi è l’Indonesia (dove anche il presidente Joko Widodo è un fan: indossa magliette di Metallica e Napalm Death, dice il Wall Street Journal). E ogni estate vengono organizzati festival all’aperto di metal e rock estremo un po’ in tutto il mondo: uno dei più famosi festival rock al mondo è il Rock In Rio, che si tiene di consueto a Rio De Janeiro, in Brasile, ma che di recente si è espanso anche in Spagna e Portogallo. Per gli amanti dello hard rock e heavy metal classico il festival migliore è lo Sweden Rock di Sölvesborg, in Svezia: quest’anno dura dall’8 all’11 giugno e ci suoneranno fra gli altri i Queen assieme al cantante Adam Lambert, i Foreigner, gli Slayer, i Lordi e i Twisted Sisters. I due festival più importanti che mischiano heavy metal classico ed estremo sono il Wacken Open Air e lo Hellfest, che si tengono rispettivamente in Germania e in Francia. Fino a pochi anni fa era attivo il Dubai Desert Rock Festival, in cui fra il 2007 e il 2008 hanno suonato Muse, Iron Maiden, Prodigy e Robert Plant (il celebre ex cantante dei Led Zeppelin).

Non è raro, inoltre, che band famose abbiano componenti di paesi molto lontani da quelli in cui si sono formate: gli Opeth, una delle band di metal estremo più apprezzate al mondo, si è formata in Svezia ma ha un bassista uruguayano. Il Wall Street Journal sintetizza tutto questo spiegando che «l’heavy metal è diventato l’improbabile colonna sonora della globalizzazione».

Nelle intenzioni di chi lo suona e di chi lo ascolta, il metal è una musica “ribelle”: presenta suoni distorti e molto ritmati, testi oscuri e spesso anti-sistema e il vestiario di ordinanza prevede vestiti scuri e capelli lunghi. Secondo il Wall Street Journal, quello che rende l’heavy metal ancora oggi un fenomeno globale e trasversale è paradossalmente però il legame intrinseco con lo sviluppo economico mondiale, cioè la formazione di una classe media mondiale sempre più estesa. Roy Doron, esperto di storia africana alla Winston-Salem State University, ha spiegato al Wall Street Journal che le due cose appaiono collegate: «quando avviene un certo sviluppo economico, ecco che appare una scena metal. È come i funghi dopo la pioggia». Scrive il Wall Street Journal:

Specialmente nei paesi più poveri e con governi corrotti o dai costumi tuttora conservatori, i fan del metal sono alla ricerca di qualcosa in cui credere – sviluppano cioè un senso di appartenenza “transnazionale”. In Botswana, un paese desertico dell’Africa meridionale relativamente stabile, i fan di gruppi come i Wrust e gli Skinflint fanno spesso parte della classe media e digitalizzata. In India, dove i fan del metal tendono ad essere istruiti e ad avere un lavoro, ascoltare band come i Demonic Resurrection, che fanno una forma di metal molto estremo, si inserisce nel tentativo di distanziarsi dalla società di massa e di rifiutare le rigide norme sociali e religiose. Harris Berger, che insegna musica alla A&M Texas University, spiega che «i fan del metal sono accomunati da un condiviso dissenso culturale».

Altre volte lo sviluppo di una scena metal viene incoraggiato da fattori pratici: oltre alla diffusione di Internet, che ha contribuito a far conoscere il metal anche nei paesi in cui non esisteva, il Wall Street Journal fa l’esempio della nascita della scena metal in Cina all’inizio degli anni Novanta, avvenuta quasi per caso.

Secondo Kaiser Kuo, un cittadino cinese-americano che alla fine degli anni Ottanta fondò la storica metal band cinese Tang Dynasty, nei primi anni Novanta le case discografiche americane erano solite disfarsi di materiale di inventario che non volevano più – tipo dischi di band che la casa non aveva più sotto contratto – perché gli conveniva dal punto di vista fiscale. Questi dischi, venduti in blocco a una terza parte, finivano nei porti cinesi a prezzi stracciati, 15 centesimi o meno, con piccole rigature per evitare che potessero essere venduti negli Stati Uniti. Questo portò ad esempio i Cannibal Corpse, una band di death metal molto estremo bandita in diversi paesi occidentali, ad essere molto popolare in Cina.

A cavallo fra gli anni Novanta e Duemila, poi, un’ondata di band cinesi dagli Overload ai Suffocated, assieme ai taiwanesi Silent Hell e Chthonic – la band di uno dei politici più noti di Taiwan – ha aiutato a costruire una scena metal locale. Nonostante il metal in Cina non faccia assolutamente parte della cultura mainstream, Kuo spiega che band di diversi sottogeneri suonano a Pechino ogni sera della settimana. Kuo, che adesso lavora come capo della comunicazione per un motore di ricerca cinese, ha detto che «Pechino è diventata una Mecca per queste cose».