• Mondo
  • Domenica 7 febbraio 2016

Giulio Regeni è morto per un colpo al collo

È il risultato dei primi esami compiuti in Italia sul corpo del 28enne italiano ritrovato morto al Cairo lo scorso 3 febbraio

I primi esami eseguiti in Italia sul corpo di Giulio Regeni, il 28enne ricercatore italiano di Cambridge ritrovato morto al Cairo il 3 febbraio, hanno rivelato che la causa della morte è stata una frattura del collo. ANSA, che ha visto il primo rapporto dei medici, ha scritto che sul corpo di Regeni sono state trovate diverse contusioni e un taglio all’orecchio, e ha aggiunto: «Tracce di bruciature, invece, non sarebbero state individuate». Negli ultimi due giorni si era parlato parecchio della presenza di bruciature di sigarette sul corpo, una circostanza che aveva dato spazio all’ipotesi che Regeni fosse stato torturato e ucciso: le bruciature di sigaretta erano state citate ad Associated Press dal procuratore egiziano che si sta occupando del caso. Secondo ANSA, comunque, i medici hanno ritrovato sul corpo segni “compatibili” con “ripetute percosse”.

Il corpo di Regeni è stato trovato il 3 febbraio al lato di una strada della periferia del Cairo, la capitale dell’Egitto. Regeni era scomparso il 25 gennaio, il giorno del quinto anniversario delle proteste che portarono alla caduta del regime dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, nel 2011. Il 25 gennaio le forze di sicurezza egiziane avevano fatto una serie di retate e avevano arrestato diverse persone che in un modo o nell’altro erano considerate una minaccia per il regime, oggi guidato dall’ex generale Abdel Fattah al Sisi: questa circostanza è un altro motivo per cui in diversi hanno parlato della possibilità che il regime egiziano sia in qualche maniera coinvolto nella morte di Regeni. Per via della suo lavoro, Regeni aveva infatti diversi contatti con il mondo sindacale egiziano e con persone vicine all’opposizione al regime militare che governa l’Egitto.

In passato Regeni aveva collaborato con il giornale Il Manifesto con due articoli pubblicati sotto pseudonimo. Il 16 gennaio aveva pubblicato un nuovo articolo sul sito Nena News, in cui raccontava delle difficoltà organizzative di alcuni sindacati indipendenti egiziani e dell’ostilità del governo nei loro confronti. L’agenzia ha specificato che si è trattato del primo e unico articolo proposto da Regeni alla redazione.