Luisa Spagnoli, la storia vera

Chi era l'imprenditrice umbra che creò uno dei dolci più popolari d'Italia e come mai c'è una casa di moda che si chiama come lei, che non l'ha fondata

di Enrico Matzeu

Una pubblicità dei Baci Perugina, l'azienda fondata da Luisa Spagnoli
Una pubblicità dei Baci Perugina, l'azienda fondata da Luisa Spagnoli

Rai 1 ha prodotto una serie televisiva in due puntate su Luisa Spagnoli, un’imprenditrice italiana vissuta tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento che fu tra i fondatori della casa di dolci Perugina. La serie televisiva va in onda lunedì 1 febbraio e martedì 2 febbraio e la parte di Luisa Spagnoli verrà interpretata da Luisa Ranieri. Oggi il nome di Luisa Spagnoli è associato perlopiù alla linea d’abbigliamento omonima, ma in realtà Spagnoli non fu una stilista, la casa di moda venne creata da suo figlio. Qui di seguito potete leggere la storia vera dell’imprenditrice, dall’inizio.

La Perugina

Luisa Spagnoli è nata nel 1877 a Perugia, dove ha sempre lavorato. Assieme al marito Annibale Spagnoli prese inizialmente una drogheria e poi nel 1907 fondò in società con Francesco Andreani, Leone Ascoli e Francesco Buitoni (figlio di Giovanni Battista Buitoni, che faceva la pasta) la Perugina, un’azienda che inizialmente produceva confetti nel centro di Perugia e che aveva circa quindici dipendenti.  Durante la prima Guerra Mondiale la Spagnoli guidò l’azienda da sola assieme ai figli: la Perugina si espanse fino ad avere un centinaio di dipendenti e a produrre anche molto cioccolato. Il primo prodotto di cioccolateria della Perugina fu la tavoletta “Luisa”, che prende proprio il nome dalla Spagnoli e che tuttora rimane uno dei prodotti di punta dell’azienda. Nel 1923 Annibale Spagnoli lasciò Perugina e la moglie rimase nel consiglio di amministrazione. La Perugina passò prima ai Buitoni, successivamente all’azienda Cir di Rodolfo De Benedetti. Dal 1991 è di proprietà della multinazionale Nestlé.

Il bacio Perugina

Nel 1922 Luisa Spagnoli inventò il Bacio Perugina, che è diventato poi uno dei prodotti di punta dell’azienda umbra assieme alle caramelle Rossana. La Spagnoli stava cercando un modo per recuperare gli scarti di lavorazione degli altri prodotti e creò questo cioccolatino con all’interno cioccolato gianduia, granella di nocciole e una nocciola intera all’interno, il tutto ricoperto di cioccolato fondente Luisa. La forma era un po’ strana e inizialmente fu chiamato “Cazzotto” perché ricordava la nocca di una mano: fu Giovanni Buitoni – figlio del socio Francesco Buitoni, che ebbe anche una relazione con Spagnoli – a introdurre il nome di “Bacio”.

L’Angora

Dopo l’esperienza con l’industria dolciaria, Luisa Spagnoli si dedicò all’allevamento di polli e di conigli d’angora, che hanno un pelo particolarmente lungo e morbido con il quale si possono produrre filati. La Spagnoli si inventò una tecnica particolare per la quale non era necessario uccidere né tosare i conigli, ma tramite cui si poteva ottenere il pelo semplicemente pettinandoli. Nel 1928 fondò l’azienda Angora Spagnoli, nel borgo Santa Lucia, vicino a Perugia, dove cominciò a produrre scialli e capi in maglieria. In Italia fino a quel momento non c’era molto interesse per la lana d’Angora, e i conigli venivano allevati soprattutto all’estero. Così la Spagnoli iniziò ad allevarli nel giardino della sua villa e a sperimentare la tessitura di quel filato, fino ad averne una versione pregiata con la quale confezionava capi molto richiesti, anche all’estero. Nel 1935 Luisa Spagnoli morì a Parigi per un tumore alla gola: aveva 57 anni.

Il marchio

Fu il figlio di Luisa Spagnoli, Mario Spagnoli, a trasformare l’attività della madre in una vera e propria industria d’abbigliamento. Si inventò un particolare pettine per ottenere l’Angora dai conigli e uno strumento per tatuarli. Riuscì in breve tempo a far conoscere il marchio e a trasformarlo in una rete di negozi. Il primo aprì a Perugia nel 1940. Negli anni Cinquanta, grazie all’azienda guidata da Mario Spagnoli, in Italia gli allevatori di Angora erano circa 20mila e si crearono moltissimi posti di lavoro. Dal 1953 l’azienda passò nelle mani del figlio Lino Spagnoli (nipote di Luisa Spagnoli), che riuscì a potenziare l’azienda e ad affiancare alla maglieria la produzione di abbigliamento classico per signora, che funzionò molto bene e riuscì ad aprire in breve tempo una novantina di negozi. Lino Spagnoli dal 1966 al 1973 fu anche presidente del Perugia Calcio, che con lui passò dalla serie C alla serie B.

I dipendenti

La famiglia Spagnoli viene sempre ricordata come una delle famiglie che ha fatto di più per l’industria italiana e per quella umbra. Luisa Spagnoli poi è considerata una delle prime imprenditrici donne in Italia, oltre che una delle più virtuose, perché ha sempre cercato di creare una serie di strutture sociali per i dipendenti delle sue aziende. Quando era alla Perugina, la Spagnoli fondò un asilo nido nello stabilimento di Fontivegge, vicino a Perugia. Il figlio Mario, poi, nell’azienda Angora Spagnoli fece costruire una vera e propria Città dell’Angora, con case a schiera per gli operai, una piscina comune, delle nursery per i bambini e durante il Natale regalava capi in lana a tutte le famiglie degli operai. Negli anni Sessanta per i figli dei suoi dipendenti fece costruire il parco giochi “Città della Domenica”, che si può visitare ancora oggi.

Luisa Spagnoli oggi

Oggi l’azienda di abbigliamento si chiama solo Luisa Spagnoli S.p.a. e realizza abiti da signora molto classici, che vengono venduti principalmente in 152 boutique italiane e in 52 negozi all’estero, oltre che in negozi di abbigliamento multimarca. L’amministratore delegato e presidente dell’azienda è Nicoletta Spagnoli, figlia di Lino Spagnoli e bisnipote della fondatrice. In un recente articolo il Sole 24 Ore ha spiegato che oggi le cose per il marchio vanno molto bene: l’azienda ha 810 dipendenti, quasi tutte donne, e nel 2015 chiuderà con un fatturato di 126 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Nicoletta Spagnoli ha detto che «l’azienda è saldamente in mano alla mia famiglia e lo resterà. Anche mio figlio Nicola, che studia all’università, sta già collaborando con me, seguendo i nuovi progetti come l’e-commerce, che abbiamo lanciato nell’aprile 2015 e che sta andando molto bene, anche in Paesi dove non siamo presenti con negozi fisici, come l’Australia». Luisa Spagnoli vende molto bene in Italia, ma anche all’estero dove sta per aprire un quinto negozio in Iran, altri due a Dubai, uno a Londra e uno negli Stati Uniti, a Palo Alto. Di recente è stato anche lanciato il profumo “Luisa”, che sta andando molto bene.