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  • Mercoledì 27 gennaio 2016

L’Italia verso il Sei Nazioni

Tra pochi giorni inizia il più importante torneo di rugby in Europa: l'Italia ci arriva con un allenatore in uscita e una squadra piena di esordienti

L'allenatore dell'Italia Jacques Brunel(GLYN KIRK/AFP/Getty Images)
L'allenatore dell'Italia Jacques Brunel(GLYN KIRK/AFP/Getty Images)

Il prossimo 6 febbraio inizierà la 17esima edizione del Sei Nazioni, il più importante torneo di rugby in Europa. Il Sei Nazioni si gioca ogni anno nei fine settimana di febbraio e marzo e vi prendono parte sei squadre: le quattro delle isole britanniche (Galles, Inghilterra, Irlanda, Scozia), Francia e Italia. Il Sei Nazioni viene giocato in varie forme dal 1883, quando si chiamava Home Championship ed era disputato solo dalle quattro squadre britanniche. Nel 1910 è entrata nella competizione la Francia e novant’anni dopo anche l’Italia è stata invitata al torneo, che da allora ha preso il nome attuale.

Quello di quest’anno sarà l’ultimo Sei Nazioni per Jacques Brunel, allenatore francese alla guida della nazionale italiana dal 2011: la federazione annuncerà il suo successore dopo il torneo e Brunel lascerà ufficialmente l’incarico la prossima estate. I convocati dell’Italia per le prime partite del torneo sono stati annunciati la settimana scorsa: come previsto, molti giocatori importanti sono stati esclusi per problemi fisici e ci sono diversi esordienti.

Per Jacques Brunel, che prima di arrivare in Italia è stato allenatore in seconda della Francia e allenatore di alcune squadre francesi, questo sarà il quinto Sei Nazioni. Sotto la sua guida la nazionale italiana ha mantenuto un andamento più o meno simile a quello degli anni precedenti: ha vinto una partita (contro la Scozia) in due edizioni del torneo, due nel 2013 e nel 2014 non è riuscito a vincerne nessuna. Non si può parlare di una gestione deludente, anche se in molti si aspettavano almeno una crescita nelle prestazioni. Negli ultimi cinque anni, infatti, l’Italia ha perso molte partite contro squadre ampiamente alla portata, quasi sempre per errori ingenui e per una generale scarsa capacità nel controllo delle partite. Lo stesso Brunel, in un’intervista di alcuni giorni fa, ha detto: «Se dovessi ricominciare ora qualcosa lo cambierei. Abbiamo fatto un percorso che forse poteva essere migliore».

Brunel dovrà affrontare almeno le prime partite del Sei Nazioni con una rosa colma di seconde scelte, se si considerano tutti i giocatori non disponibili. Sono stati convocati dieci giocatori esordienti, tre dei quali giocano nel campionato italiano d’Eccellenza e hanno poca esperienza internazionale. Fra gli indisponibili ci sono giocatori fondamentali come Andrea Masi, esperto tre quarti centro dei London Wasps, il flanker dei Glasgow Warriors Simone Favaro, il ventiseienne Joshua Furno e i promettenti Tommaso Allan, Luca Morisi e Andrea Manici. Altri giocatori, come Martin Castrogiovanni e Leonardo Ghiraldini, non godono di una buona condizione fisica e stanno ancora recuperando da vecchi infortuni. Dieci dei trentuno convocati (compreso Davide Giazzon, chiamato per un’eventuale sostituzione di Ghiraldini) giocano con la Benetton Treviso, che quest’anno sta disputando una delle peggiori stagioni nella sua storia e non vince una partita da quasi un anno. Ci sono inoltre ruoli poco “coperti”: Edoardo Gori è l’unico mediano di mischia di buon livello (il giocatore che fa “uscire” la palla dalla mischia e imposta l’azione) e se si dovesse infortunare sarebbe un grosso problema.

Nelle intenzioni di Brunel questo doveva essere un torneo con poche sorprese, giocato da una squadra esperta e affidabile, cosa che a oggi non sarà possibile vedere. Il Sei Nazioni per l’Italia però potrebbe rivelarsi non così disastroso: è molto probabile che la nazionale faccia molta fatica in tutte le partite e potrebbe perderle anche tutte, ma molti giocatori giovani avranno la possibilità di guadagnare minuti di gioco internazionali ed esperienza che in futuro potranno essere molto importanti, considerando che fra un paio di anni alcuni giocatori fino a oggi fondamentali arriveranno al termine della propria carriera e dovranno essere rimpiazzati.