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  • Martedì 26 gennaio 2016

La Danimarca e le confische dei beni ai migranti

Devono lasciare allo stato i beni che valgono più di 1.300 euro, per contribuire alle loro spese di mantenimento e a quelle burocratiche per la richiesta di asilo

Migranti provenienti dalla Siria a Padborg, Danimarca, 6 gennaio 2016 (Sean Gallup/Getty Images)
Migranti provenienti dalla Siria a Padborg, Danimarca, 6 gennaio 2016 (Sean Gallup/Getty Images)

Il parlamento della Danimarca ha approvato martedì 26 gennaio una legge molto contestata sui migranti, serve a scoraggiare le richieste di asilo e prevede, tra le altre cose, la possibilità di confiscare beni e gioielli ai migranti. La legge era stata presentata il 10 dicembre del 2015 del governo liberale del primo ministro Lars Løkke Rasmussen, che si regge sull’appoggio esterno del Partito del popolo, di destra e con posizioni molto estreme in tema di migrazione; è stata approvata con 81 voti favorevoli e 27 contrari: tra i favorevoli c’era anche il partito socialdemocratico, quello principale dell’ opposizione.

La nuova legge dà alle autorità danesi il potere di perquisire vestiti e bagagli dei richiedenti asilo e degli altri migranti che non hanno il permesso di stare in Danimarca: l’obiettivo è anche quello di trovare beni che possano coprire le spese dell’accoglienza. Ai richiedenti asilo sarà permesso mantenere beni per un importo pari a 10 mila corone danesi, circa 1.350 euro. Il governo ha cambiato due volte la parte del testo relativa alle confische: nella versione finale del testo sono esclusi dalla possibilità di confisca gli oggetti «di valore affettivo speciale» ed è stato aumentato il valore minimo di denaro e beni a partire dal quale è possibile procedere con il sequestro. Inizialmente il tetto minimo era stato fissato a 3 mila corone. Un’iniziativa molto simile è stata introdotta in Svizzera lo scorso 15 gennaio. Le nuove regole della legge danese prevedono anche percorsi più difficili per i ricongiungimenti familiari.

La proposta è stata criticata a livello nazionale dai partiti di sinistra, ma anche da Amnesty International e da altre organizzazioni umanitarie internazionali. Qualche giorno fa il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muiznieks l’aveva definita «lesiva della dignità umana delle persone». La Danimarca è uno dei paesi d’Europa che insieme ad Austria, Germania, Svezia, Norvegia e Francia ha reintrodotto i controlli alle frontiere per fermare i flussi di migranti provenienti dall’est. Nel 2015 ha accolto circa 20 mila richiedenti asilo, un terzo in più rispetto al 2014.