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  • Venerdì 15 gennaio 2016

La diga di Assuan ha 45 anni

Un'opera grandiosa realizzata in Egitto durante la Guerra fredda causò non pochi danni ambientali ma permise al paese di generare la metà dell'energia elettrica di cui aveva bisogno

La costruzione della Grande diga di Assuan, 1967 (AFP/Getty Images)
La costruzione della Grande diga di Assuan, 1967 (AFP/Getty Images)

Il 15 gennaio di 45 anni fa fu inaugurata la Grande diga di Assuan, una delle costruzioni più famose dell’Egitto, dopo le ben più antiche piramidi di Giza. La sua costruzione ha permesso di regolare le piene del fiume Nilo, potenziando le barriere costruite in precedenza. La prima diga per controllare le piene del Nilo fu costruita a sud di Assuan, città sulla riva est del fiume: terminata nel 1902, la diga fu alzata per due volte – tra il 1907 e il 1912 e poi tra il 1929 e il 1933 – ma non si rivelò comunque sufficiente. Quando nel 1946 il livello dell’acqua raggiunse l’altezza della diga, invece di intervenire per una terza volta si decise di costruirne una nuova più grande: i lavori di quella che oggi è conosciuta come “Alta diga di Assuan” o “Grande diga di Assuan” iniziarono nel 1960, terminarono nel luglio del 1970 e l’inaugurazione ufficiale si tenne il 15 gennaio del 1971.

Negli anni Cinquanta in Egitto gli “Ufficiali Liberi” guidati da Muhammad Naguib e Gmal Abdel Nasser deposero con un golpe re Faruk I. Naguib governò per meno di due anni e Nasser prese il suo posto. Dopo aver promosso l’adozione di una Costituzione repubblicana di ispirazione socialista, una volta eletto presidente Nasser nazionalizzò la compagnia del Canale di Suez (di proprietà franco-britannica): era il luglio del 1956. Quattro anni prima era stato avviato il progetto della Grande diga.

Gli anni Cinquanta erano anche quelli della contrapposizione tra due blocchi internazionali, l’occidente da una parte e il “blocco comunista” dall’altra. La Grande diga entrò a fare parte della Guerra fredda. L’Egitto di Nasser infatti aveva avviato una serie di contatti internazionali per ottenere i finanziamenti per la diga e l’allora Segretario di Stato americano, John Foster Dulles, confermò l’intenzione degli Stati Uniti di partecipare al finanziamento dell’impresa. La stessa disponibilità era stata offerta dal Regno Unito e dalla Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRS), un organismo delle Nazioni Unite con l’obiettivo di aiutare i paesi in via di sviluppo.

Ben presto, però, la politica egiziana prese sempre più le distanze dagli Stati Uniti: Nasser aveva avuto contatti anche con l’Unione Sovietica. Il governo americano cominciò a temporeggiare e Nasser rese pubblica la notizia che anche l’URSS era interessata a finanziare la costruzione della diga. Nel luglio del 1956 gli Stati Uniti ritirarono la loro offerta di finanziamento e il giorno dopo lo fece anche il governo britannico. Nasser decise dunque di sfruttare le entrate della nazionalizzazione del Canale di Suez e l’Unione Sovietica si offrì di fornire sia un sostegno economico che un’assistenza tecnica.

La costruzione della diga iniziò nel 1960: i monumenti che sarebbero stati sommersi dal lago artificiale (poi chiamato lago Nasser) furono spostati in posti più sicuri grazie a un’imponente operazione internazionale. Qualcuno fu regalato ai paesi che contribuirono all’opera di salvataggio: il tempio di Ellesija, ora conservato al Museo Egizio di Torino, fu donato per esempio all’Italia.

La nuova diga è un’opera monumentale: è lunga 3.600 metri, larga 980 alla base e 40 alla sommità; è alta 111 metri e il lago artificiale che ha formato ha una superficie di oltre 5mila chilometri quadrati. La sua costruzione costrinse 90mila persone a lasciare le loro case, ma permise all’Egitto di soddisfare più della metà del suo fabbisogno di energia elettrica. La diga ha avuto infine gravi conseguenze sull’equilibrio ambientale della zona, perché in fase di progettazione non si tenne conto dell’impatto ecologico che l’opera avrebbe avuto: il limo – fondamentale per fertilizzare naturalmente il terreno – viene trattenuto e di conseguenza sono entrate in crisi sia l’agricoltura che la pesca, è aumentata la salinità delle acque perché l’acqua salata proveniente dal Mediterraneo è avanzata lungo il fiume, sono scomparse specie animali, è cresciuto l’inquinamento del fiume dovuto all’uso maggiore di fertilizzanti e pesticidi e il ristagno idrico nei terreni vicino al fiume ha causato la diffusione di funghi patogeni.

La diga di Assuan in una foto satellitare della NASA

Diga Assuan