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  • Lunedì 11 gennaio 2016

È iniziato il processo contro l’infanta Cristina

È la sorella del re di Spagna, coinvolta da anni in accuse di frode assieme al marito: l'accusa ha però chiesto di scagiornarla

(AP Photo/Emilio Morenatti)
(AP Photo/Emilio Morenatti)

Lunedì 11 gennaio a Palma di Maiorca, in Spagna, è iniziato il processo per frode contro Cristina Federica Victoria Antonia de la Santísima Trinidad de Borbón y de Grecia, cioè la figlia secondogenita (“infanta”) del re di Spagna dell’ex re Juan Carlos I di Spagna. È la prima volta che un membro della famiglia reale spagnola viene sottoposto a un’udienza giudiziaria pubblica, ma il contesto del processo è molto particolare: l’accusa ha infatti chiesto di scagionare l’infanta Cristina, e i suoi legali sperano di escluderla dal processo in base a una legge spagnola che prevede che un imputato venga prosciolto nel caso un procuratore statale decida di non chiedere una condanna.

Le accuse contro l’infanta Cristina sono iniziate nel 2011 e da anni imbarazzano la famiglia reale (tanto che secondo alcuni hanno avuto una parte nelle dimissioni di re Juan Carlos nel 2014): una specie di sindacato di destra accusa lei e suo marito – che in realtà è l’imputato principale del processo – di aver sottratto e riciclato 2,6 milioni di soldi pubblici attraverso una società intestata a loro due. Sempre secondo queste accuse, il marito dell’Infanta, Iñaki Urdangarin, avrebbe usato i suoi rapporti con la famiglia reale per ottenere appalti pubblici dal valore di 5,8 milioni di euro tramite un’associazione no profit delle Isole Baleari che si occupa di sport, e di avere rubato i 2,6 milioni da quella cifra. Sia l’infanta sia Urdangarin hanno negato di aver commesso dei reati.

La posizione dell’infanta – che ha 50 anni, e che 7 mesi fa in seguito alle accuse è stata privata del titolo di Duchessa delle Baleari ma tuttora è la sesta persona nella linea di successione della corona – è piuttosto complicata. El Español spiega che già dalle fasi preliminari del processo è emerso che né l’accusa né la procura statale ritengano che debba essere processata: eppure, dato che la denuncia è stata avanzata da un’associazione privata ed è stata successivamente “accettata” da un giudice, è stata coinvolta lo stesso nel processo. Nell’udienza dell’11 gennaio l’accusa ha fatto anche sapere che presenterà un nuovo rapporto compilato dall’Agenzia delle entrate spagnola che scagiona l’infanta Cristina, ma non è chiaro se e quando riuscirà a uscire dal processo.

La posizione di Urdangarin è molto più compromessa: assieme a un suo ex socio d’affari è accusato di avere architettato la truffa ai danni dello stato e l’accusa ha chiesto per lui una condanna a 20 anni di reclusione. Oltre all’infanta e a Urdangarin, altre 16 persone sono state incriminate come complici: sostengono tutte quante di essere innocenti.