Il Gambia è diventato una «nazione islamica», dice il suo presidente

Secondo gli osservatori è un modo di cercare aiuti economici nel mondo arabo, dopo il peggioramento delle relazioni con l'Occidente

Il presidente del Gambia Yahya Jammeh mentre somministra la sua cura per l'AIDS a base di erbe a un malato. (AP/Photo Candace Feit)
Il presidente del Gambia Yahya Jammeh mentre somministra la sua cura per l'AIDS a base di erbe a un malato. (AP/Photo Candace Feit)

Il Gambia, un piccolo stato africano che si trova all’interno del territorio del Senegal, è stato dichiarato nazione islamica dal suo presidente Yahya Jammeh. Parlando alla televisione nazionale, Jammeh ha detto:

In linea con i valori e l’identità religiosa del paese, io proclamo il Gambia una nazione islamica. Dal momento che i musulmani sono la maggioranza nel paese, il Gambia non può permettersi di proseguire la sua eredità coloniale.

Per ora non è chiaro se le dichiarazioni di Jammeh avranno un immediato seguito pratico sulle leggi del paese. Il Gambia ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1965 ed è una repubblica presidenziale. Fino ad ora era uno stato laico, la cui costituzione permetteva la libertà di culto: il 95 per cento della popolazione totale – composta da 1,8 milioni di persone – è tuttavia musulmano. Jammeh ha spiegato che i cittadini di altre fedi potranno continuare a professarle. Nel mondo esistono già diverse repubbliche islamiche come Pakistan, Iran, Afghanistan e Mauritania.

I rapporti tra il Gambia e l’Occidente sono tradizionalmente stati buoni, ma negli ultimi anni sono peggiorati anche a causa dei comportamenti sempre più autoritari ed eccentrici dello stesso Jammeh: nel 2007, ad esempio, sostenne di avere scoperto una cura per l’AIDS a base di erbe, e in generale sostiene di avere poteri curativi e di poter guarire le persone dall’infertilità. Si è spesso espresso contro l’omosessualità giudicandola una minaccia. Nel 2013 ha deciso di fare uscire il Gambia dal Commonwealth, giudicandolo uno strumento neo-coloniale. Secondo gli osservatori la sua decisione ha contribuito a rendere ancora più isolato il paese a livello internazionale. Nel 2014 l’Unione Europea ha temporaneamente sospeso gli aiuti umanitari al Gambia per via delle violazioni di alcuni diritti umani compiute nel paese.

Recentemente Jammeh si era anche impegnato ad approvare una legge per vietare la mutilazione genitale femminile, ma al momento la legge non esiste ancora. Sidi Sanneh, ex ministro degli Esteri e ora dissidente negli Stati Uniti, ha spiegato che la decisione di Jammeh è un tentativo del Gambia di cercare appoggi nel mondo arabo per sostituire aiuti e risorse che provenivano dell’Occidente.