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  • Martedì 24 novembre 2015

L’isolata nazionale di calcio della Nuova Zelanda

È così lontana dalle altre che gioca solo due o tre partite all'anno e quasi tutte all'estero, perchè nessuno vuole andare fin lì per un'amichevole

Alcuni giocatori della nazionale neozelandese (2010 FIFA World Cup Organising Committee South Africa)
Alcuni giocatori della nazionale neozelandese (2010 FIFA World Cup Organising Committee South Africa)

Nel 2015 la nazionale di calcio del Brasile ha giocato 14 partite, quella del Giappone 17 e quella statunitense 20: la Nuova Zelanda invece ne ha disputate solo tre e tutte in trasferta. Il basso numero di partite giocate ogni anno dalla Nuova Zelanda si deve all’isolamento geografico del paese, che rende molto complicata l’organizzazione di incontri fuori dall’Oceania. Nelle ultime settimane, mentre molte nazionali del mondo erano impegnate in amichevoli e in partite di qualificazione ai vari tornei continentali, la Nuova Zelanda ha giocato solo una partita contro la modesta nazionale dell’Oman.

Per giocare i prossimi incontri la Nuova Zelanda dovrà aspettare la Coppa delle nazioni oceaniche (OFC), a maggio 2016, in cui affronterà solamente nazionali di basso livello come Tahiti, Nuova Caledonia e Isole Salomone.

Se dovesse vincere l’OFC, la Nuova Zelanda si giocherebbe l’accesso ai prossimi Mondiali in uno spareggio con la quinta classificata del girone di qualificazione sudamericano. Una partita molto importante a cui arriverà probabilmente impreparata, proprio a causa dei pochi minuti giocati nei mesi precedenti.

Attirare nazionali di buon livello ad Auckland e Wellington è molto difficile, per lo stesso motivo che impedisce alla Nuova Zelanda di spostarsi facilmente. Solitamente le nazionali non accettano di viaggiare per più di cinque ore solo per andare a giocare un’amichevole in Nuova Zelanda, ed è per questo che la nazionale neozelandese è costretta a giocare praticamente sempre all’estero.

Una soluzione ai problemi della nazionale della Nuova Zelanda potrebbe essere unirsi alla federazione asiatica, come fece l’Australia nel 2006 con risultati fin qui soddisfacenti. Andare a giocare in Asia sarebbe comunque complicato e costoso, ma aumenterebbe di molto il numero di partite giocate dalla nazionale maggiore e da tutte le categorie giovanili. L’Australia quest’anno ha giocato 14 partite, 12 delle quali contro squadre di buon livello.

Il cambio di federazione della Nuova Zelanda non sarà però facile, perchè ridurrebbe ulteriormente l’importanza della federazione oceanica. L’allenatore della Nuova Zelanda, l’americano Anthony Hudson, ha detto che l’isolamento è al momento il principale problema per la nazionale neozelandese.

Oggi dipendiamo dalla disponibilità delle altre nazionali, che spesso sono impegnate in incontri ufficiali. Questo significa che siamo noi a doverci spostare all’estero per giocare almeno qualche partita ogni anno. Tutti i nostri incontri sono estremamente difficili da organizzare.

Abbiamo giocatori che arrivano da ogni parte del mondo: Australia, Europa e Stati Uniti. Vengono da diversi fusi orari e solo questo rende già difficile l’organizzazione. La gente dirà che questo è il calcio internazionale, e in effetti lo è, ma noi in questo modo non traiamo alcun tipo di beneficio dal giocare regolarmente ad ogni sosta dei campionati.

Il trasferimento della Nuova Zelanda nelle competizioni asiatiche è soltanto un’ipotesi, al momento. Per questo la partecipazione della Nuova Zelanda a ogni competizione internazionale è fondamentale per lo sviluppo della squadra, al di là che per l’obiettivo della vittoria in sé: se la Nuova Zelanda non vincerà l’OFC non potrà partecipare né allo spareggio per i Mondiali né alla Confederations Cup del 2017, e resterà ferma o quasi.