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  • Venerdì 20 novembre 2015

La bufala del messaggio Whatsapp sulla bomba nella metro di Roma

Sta circolando moltissimo in questi giorni ma contiene informazioni infondate e sembra più un delirio complottista

Aggiornamento – Matteo Renzi ha diffuso una nota vocale in risposta alla bufala che circola su Whatsapp.

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Una registrazione audio in cui si sente una donna che avverte sua figlia del pericolo di un attentato imminente a Roma, spiegandole di aver scoperto la cosa dopo aver parlato con “la mamma di Anastasia che lavora al ministero degli Interni”, circola da giovedì su Whatsapp. Nel messaggio audio la donna spiega che l’ISIS vuole “colpire i giovani” e “la movida” e che quindi bisogna stare lontano dal centro; la donna sostiene che al ministero degli Interni hanno informazioni su un possibile attacco che non vengono diffuse alla popolazione, e si dice anche che l’allarme bomba per cui ieri è stata temporaneamente chiusa la stazione della metropolitana di Lepanto a Roma non era un falso allarme.

http://www.dailymotion.com/video/x3eolnv_lepanto-l-audio-su-whatsapp-della-mamma-di-anastasia_news

Ovviamente non esistono ragioni per considerare veritiero il contenuto del messaggio, al di là della generale situazione di allerta e maggiore attenzione suggerite dai fatti di questi giorni a Parigi. La stazione di Lepanto della Linea A della metropolitana di Roma giovedì è effettivamente stata chiusa per un allarme bomba rivelatosi poi falso, ma non ci sono prove né sospetti che nella stazione sia effettivamente stata trovata una bomba e che il ministero degli Interni avrebbe deciso di tenere segreta l’informazione. La stazione di Lepanto è rimasta chiusa in tutto per circa 30 minuti: se davvero fosse stata trovata una bomba sarebbe stato necessario molto più tempo per disinnescare la bomba, bonificare la zona, mettere in sicurezza la stazione e cercare prove e indizi sulla persona che l’aveva posizionata.

Anche l’idea per cui una persona che genericamente “lavora al ministero” possa essere a conoscenza di informazioni riservate e potenzialmente pericolose, e che possa decidere di diffonderle a tappeto usando Whatsapp, è piuttosto ingenua: e in generale fa riferimento a un certo tipo di pensiero complottista molto diffuso online, con espressioni come “vi dicono un sacco di bugie”, “vogliono farci credere”, eccetera. Ci sono consistenti ragioni per stare attenti e per considerare possibile un attentato a Roma come in altre città, sia prima che dopo gli attacchi di Parigi, ma questo messaggio di Whatsapp non si può considerare tra queste. Giovedì a Roma per tre volte la metropolitana è stata interrotta per falsi allarmi bomba; venerdì mattina è già successo un’altra volta. Matteo Renzi ha parlato questa mattina del messaggio di allarme, dicendo di considerarlo “procurato allarme” e di aver “dato mandato agli inquirenti di capire chi è l’autore”.