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  • Lunedì 16 novembre 2015

Le architetture dentro i fumetti

Città futuriste disegnate nelle strisce – da Winsor McCay a Chris Ware – e progetti urbanistici spiegati coi disegni – come quelli di Le Corbusier – in mostra a Oslo

Architecture in Comic-Strip Form (“l’architettura nelle strisce dei fumetti”) è una mostra temporanea del Museo Nazionale norvegese di Oslo, che racconta il rapporto intenso e di lunga data tra il mondo dell’architettura e quello dei fumetti. Molti architetti, da Le Corbusier al gruppo d’avanguardia inglese Archigram, hanno utilizzato i fumetti per spiegare, riflettere, progettare nuove opere, e allo stesso tempo molti fumetti, per il modo in cui definiscono lo spazio e gli edifici, sono una riflessione e spesso un contributo innovativo all’architettura, come mostra per esempio Building Stories di Chris Ware. La mostra ripercorre anche la rappresentazione delle città nelle strisce, da sempre centrale e accurata come mostrano per esempio Gotham City in Batman, o New York in Superman e nell’Uomo Ragno.

Le opere esposte sono circa ottanta, realizzate dal 1911 a oggi e divise in sette categorie tematiche che spiegano come e perché gli architetti si servono dei fumetti: Ispirazione, Reportage soggettivo, Immaginazione, Concetto, Critica, Strumenti di design Presentazione. La maggior parte sono vere e proprie strisce di fumetti realizzate (spesso in collaborazione con disegnatori) o commissionate da architetti, ma ci sono anche molti plastici, opere, libri e video. I lavori coprono tutto il Novecento: il primo risale al 1911, ed è parte della serie Little Nemo in Slumberland (Little Nemo nel Paese del dormivegliadi Winsor McCay – famoso fumettista e animatore statunitense – dove i sogni dei protagonisti sono ambientati in città futuriste. Un altro pezzo molto importante in esposizione è un’illustrazione del 1925 del progetto di Villa Meyer di Le Corbusier, architetto, urbanista e designer svizzero naturalizzato francese, considerato uno dei più importanti e innovativi del Novecento.

Tra i fumetti più moderni della mostra c’è Les Cités Obscures, del 1992, tratto dalla graphic novel Brüsel dell’artista belga François Schuiten e dello scrittore Benoît Peeters: la trama è fortemente influenzata dalla modernizzazione urbana di Bruxelles negli anni Sessanta e Settanta. Tra i più recenti ci sono bozze e tavole di Die kopierte Stadt (La città copiata) di Matthias Gnehm, che racconta di un oligarchia cinese che cerca di costruire una riproduzione in scala di Zurigo nella regione Kunming. Tra gli altri, sono esposti i lavori di Jean Nouvel, Chris Ware, OMA, Moon Hoon, Alexandre Doucin, Håkon Matre Aasarød, Fréderic Bézian, Wes Jones e Jimenez Lai.

La mostra è stata inaugurata il 9 ottobre e si concluderà il 28 febbraio, per chi capita ad Oslo qui c’è l’indirizzo.