• Libri
  • Mercoledì 23 settembre 2015

I 70 anni di Pippi Calzelunghe

La storia di uno dei libri più letti dai bambini di tutto il mondo, e più amati dagli spiriti sovversivi e femministi

Inger Nilsson nel ruolo di Pippi Calzelunghe. (Photo credit JACOB FORSELL/AFP/Getty Images)
Inger Nilsson nel ruolo di Pippi Calzelunghe. (Photo credit JACOB FORSELL/AFP/Getty Images)

Pippi Calzelunghe, il romanzo di Astrid Lindgren che racconta le avventure di una sovversiva ragazzina svedese, fu pubblicato per la prima volta nel 1945, settant’anni fa, col titolo di “Pippi Långstrump”.
Per l’anniversario il giornale britannico Guardian ha pubblicato un commento di Emma Shevah – autrice di popolari libri per bambini, come per esempio “Amber sogna ancora” – che descrive Pippi Calzelunghe come una libera pensatrice ottimista, femminista e anarchica, insomma un modello di libertà per ogni ragazzina: «La mia più grande ispirazione letteraria». Ad appassionare Shevah, quando aveva 9 anni, furono l’indipendenza economica, lo spirito d’avventura, i viaggi – spesso inventati – e la capacità unica di unire in sé dolcezza e sfrontatezza.

Pippi Calzelunghe – il cui nome completo è Pippilotta Viktualia Rollgardina Succiamenta Efrasilla Calzelunghe (in svedese Pippilotta Viktualia Rullgardina Krusmynta Efraimsdotter Långstrump) –  è una bambina con le trecce rosse e le calze rattoppate che abita da sola a Villa Villacolle, sull’isola di Gotland, perché la sua mamma è morta e suo padre di lavoro fa il pirata. I suoi migliori amici sono una scimmia (il signor Nilsson), un cavallo a pois (Zietto) e Tommy e Annika, due bambini “normali” che fanno da sponda e pubblico alle sue anomalie. Possiede un baule pieno di monete d’oro che le ha lasciato il padre prima di partire per i sette mari, e decide da sola se andare a scuola. A renderla capace di compiere magie strabilianti o di mostrare una forza mostruosa quando serve, sembra essere la sua libertà, cioè la sua attitudine a ignorare regole e le convenzioni del mondo in cui vive.

Astrid Lindgren – che è morta nel 2002 – raccontò che l’idea le era venuta una sera del 1941 quando sua figlia Karin, costretta a letto dalla polmonite, le chiese di raccontarle la storia di “Pippi Calzelunghe”, un nome che si era inventata: allora Lindgren lavorava come giornalista e come segretaria in ambienti editoriali. Nei mesi successivi inventò per sua figlia le avventure di una ragazzina con le lentiggini e il vestito fatto di toppe: nel 1944 si slogò una caviglia per una caduta sul ghiaccio, e iniziò a trascrivere le storie che aveva raccontato. Nel 1945 il libro fu pubblicato in Svezia dall’editore Rabén & Sjögren. Negli anni successivi Lindgren ne scrisse altri due con la stessa protagonista. Oggi è stato tradotto in circa 70 lingue diverse e si ritiene abbia venduto nel mondo più di 60 milioni di copie. Nel 1969 venne ricavata dal libro una serie TV di successo in cui Pippi era interpretata da Inger Nilson, che ne è diventata l’immagine più familiare e che lo scorso 4 maggio ha compiuto 56 anni. Pippi Calzelunghe fu tra l’altro un simbolo della rivolta studentesca degli anni ’60 e ’70 in Svezia e in tutta Europa, e ancora oggi è uno dei personaggi letterari riconosciuti come simboli del femminismo. Tuttavia Lindberg ha sempre detto di aver scritto il libro senza intenzioni politiche, ma con il solo scopo di fare divertire i bambini.