Cosa ha detto Mario Draghi

I tassi d'interesse rimarranno invariati e la crescita economica è più lenta del previsto, in sintesi

Il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, durante la conferenza stampa del 3 settembre 2015.
(AP Photo/Michael Probst)
Il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, durante la conferenza stampa del 3 settembre 2015. (AP Photo/Michael Probst)

Il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha annunciato durante la conferenza stampa del 3 settembre che i tassi d’interesse della Banca rimarranno invariati. I tassi d’interesse della Banca Centrale Europea sono quelli a cui le banche possono chiederle soldi in prestito e sono di fatto uno strumento che la politica monetaria ha per influenzare l’economia: in seguito alla crisi economica i tassi di interesse sono stati mantenuti molto bassi per agevolare la ripresa. I tassi decisi dalla Banca Centrale influenzano anche gli altri tassi d’interesse, come quello che vi chiede la banca per prestarvi dei soldi: più i tassi decisi dalla BCE sono bassi e meno voi dovrete pagare sul vostro prestito.

Draghi ha detto che la crescita reale del PIL nei paesi che usano l’euro come moneta nazionale – quella senza contare l’inflazione – è stata più bassa del previsto. Ha detto che si aspetta che la ripresa economica continui, ma a un ritmo più basso di quanto precedentemente previsto. Inoltre per sostenere la ripresa continuano a essere necessarie riforme strutturali dei paesi dell’eurozona. La Banca Centrale Europea ha rivisto le previsioni di crescita in larga parte per una diminuzione della domanda dall’estero.

Draghi ha detto che potrebbero esserci dei dati che indicano un’inflazione negativa nei prossimi mesi, ma ha detto anche che il Consiglio della BCE li considera temporanei e non indicativi di una vera deflazione. Ha anche detto che l’obiettivo di inflazione al 2 per cento rimane invariato e che non è stata discussa alcuna modifica, così come non è stato discusso nessun cambio sul piano del Quantitative Easing.

Per quanto riguarda il rischio di una “svalutazione competitiva”, Draghi ha detto che i portavoce dei paesi del G20 hanno assicurato che non la intraprenderanno. La svalutazione competitiva avviene quando più paesi svalutano le loro monete nazionali per facilitare le esportazioni, rendendo spesso obbligatorio fare lo stesso per gli altri con cui intrattengono molti scambi commerciali. I rapporti commerciali fra i paesi sono equilibrati dal valore di scambio delle loro monete: se una moneta si svaluta molto, questo equilibrio viene meno; se si svaluta anche l’altra l’equilibrio ritorna. Draghi ha ribadito anche che il tasso di cambio (quello a cui l’euro viene scambiato con le altre principali monete) è un elemento importante per la crescita e la stabilità dei prezzi, ma non è uno degli obiettivi di cui si occupa la BCE.

A una domanda sulla situazione dei migranti Draghi ha risposto che ogni europeo dovrebbe inorridire all’idea di persone morte alle porte dell’Europa.