Il video dei migranti che rifiutano gli aiuti della Croce Rossa
È stato girato al confine tra Grecia e Macedonia, e ha generato una leggenda sui motivi del rifiuto che sta attecchendo molto su internet
Un video che mostra decine di migranti al confine tra Macedonia e Grecia che rifiutano gli aiuti umanitari portati dalla Croce Rossa è molto discusso online da un paio di giorni, soprattutto negli Stati Uniti.
Sul sito Reddit il video è stato condiviso con il titolo “Rifugiati in Europa gettano via gli aiuti perché sui pacchetti c’è una croce rossa”, implicando che i migranti per lo più provenienti dalla Siria e da altri paesi musulmani del Medio Oriente abbiano rifiutato gli aiuti per la presenza di un simbolo sui pacchi che deriva da quello della croce cristiana. Gli utenti di Reddit hanno discusso a lungo sul video, pubblicando quasi 500 commenti, tra chi sosteneva che i rifugiati non meritassero allora nessun aiuto e chi invece più ragionevolmente aveva sollevato dubbi sulle effettive motivazioni del rifiuto dei pacchi della Croce Rossa. Dopo giorni di discussione, il titolo del video su Reddit è stato indicato come “fuorviante”. Ma molti commenti sono pesantemente aggressivi nei confronti del presunto comportamento dei migranti, e ancora più violenti e razzisti sono quelli sulla pagina di YouTube che ospita il video: la stessa versione sulle sdegnate e fanatiche motivazioni del rifiuto compare su diversi siti.
Per capire che cosa fosse effettivamente successo al confine, il Post si è messo in contatto con il sito macedone di news a1on, che ha girato e condiviso il video in un breve articolo pubblicato lo scorso 22 agosto. Il giornalista e responsabile del sito Predrag Petrovic ha risposto dicendo di avere assistito di persona alla scena ed escludendo che i migranti stessero rifiutando gli aiuti per motivi legati alla presenza della croce nel simbolo della Croce Rossa:
I rifugiati erano da tre giorni nella terra di nessuno lungo il confine tra Macedonia e Grecia. In quel momento stava piovendo ed erano in coda in piedi da almeno due ore, senza avere alcun riparo: la polizia macedone non li lasciava passare il confine. Poi è arrivata la Croce Rossa con aiuti per i rifugiati, cibo e acqua. I rifugiati erano esasperati perché non potevano raggiungere il territorio macedone, quindi hanno rifiutato gli aiuti urlando diverse volte “no, no”. La polizia faceva passare solo 200 – 300 persone a intervalli di un paio di ore, più o meno la capacità del treno che poi li avrebbe portati dalla località di Gevgelija al confine con la Serbia.
Alla domanda diretta se i migranti stessero rifiutando gli aiuti della Croce Rossa per motivi religiosi, Petrovic ha risposto al Post dicendo:
No, non è vero che si trattava di motivi religiosi: volevano solo oltrepassare il confine. Anche perché le condizioni atmosferiche erano molto brutte…
Facendo qualche ricerca, non risultano precedenti significativi in cui alcuni gruppi di persone in difficoltà – per lo più migranti – abbiano mai rifiutato gli aiuti della Croce Rossa per motivi religiosi. Corinne Ambler, coordinatrice della comunicazione della Croce Rossa per l’immigrazione, ha confermato al Post la versione raccontata da Petrovic spiegando che “i migranti erano frustrati e non volevano più interagire con le autorità in nessun modo se non per ottenere il permesso di superare il confine”. Ambler ha anche detto che di solito la Croce Rossa distribuisce direttamente i pacchetti di cibo e aiuti attraverso i suoi operatori, ma che in quel momento “il personale della Croce Rossa era impiegato per offrire aiuto sanitario e la polizia si è offerta di provare a distribuire” i pacchetti dell’organizzazione. La Croce Rossa distribuisce tra 3000 e 4000 razioni di cibo ogni settimana e sono in genere accettati senza problemi dalle persone coinvolte.
Negli ultimi giorni la situazione al confine tra Macedonia e Grecia è stata critica: migliaia di migranti si sono accampati sul territorio greco in attesa di passare in Macedonia, il cui confine era stato praticamente chiuso a causa delle difficoltà nel gestire l’afflusso di persone da parte del governo. Associazioni per i diritti umani si sono lamentate per come il problema è stato gestito dalle autorità macedoni: migliaia di persone sono rimaste per giorni senza acqua e cibo lungo il confine, in attesa di una riapertura della frontiera. Sabato 22 agosto ci sono stati scontri tra alcune migliaia di migranti, che hanno cercato di superare le barriere messe dalla polizia macedone. Si stima che dalla metà di giugno circa 40mila persone siano entrate in Macedonia dalla Grecia; domenica 23 agosto la frontiera è stata riaperta.
Secondo l’agenzia europea Frontex – l’agenzia per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea – tra gennaio e giugno di quest’anno sono circa 102 mila i migranti che sono entrati nell’Unione europea attraverso la Macedonia, la Serbia, la Bosnia-Erzegovina, l’Albania, il Montenegro e il Kosovo, contro gli 8 mila dello stesso periodo del 2014.
Articolo aggiornato il 28 agosto 2015 con la testimonianza della Croce Rossa.