Come sono andati i mercati finanziari martedì

Le borse europee hanno recuperato in parte quello che avevano perso lunedì e Milano è andata particolarmente bene

Due operatori della borsa di New York. Il 25 agosto 2015.
(AP Photo/Richard Drew)
Due operatori della borsa di New York. Il 25 agosto 2015. (AP Photo/Richard Drew)

Lunedì 24 agosto è stato definito da molti giornali internazionali “lunedì nero”, perché circa 2.300 miliardi di euro sono stati persi dagli investitori nelle borse di tutto il mondo: per i mercati europei è stato il giorno peggiore dal 2008. Il crollo delle borse è stato causato principalmente dalla problematica situazione dell’economia cinese. Oggi le cose sembrano andare meglio, almeno fuori dalla Cina: i mercati europei sono tutti in crescita, anche se manca ancora parecchio per recuperare quanto è stato perso ieri. In Cina invece le cose continuano ad andare male. Questo lascia pensare gli esperti che gli investitori europei ieri si siano lasciati “prendere dal panico” e non sapendo quando il calo dei prezzi si sarebbe fermato hanno venduto le loro azioni, partecipando a far crollare ulteriormente i prezzi. Oggi la situazione è più o meno sotto controllo e i prezzi delle azioni stanno venendo valutati in base ai fondamentali delle aziende (come il flusso di profitti attesi o le condizioni di debito e capitalizzazione).

In Europa
L’indice di Bloomberg che raccoglie le 500 maggiori società quotate in Europa, il Bloomberg European 500, ha guadagnato il 4,20 per cento. Gli indici principali di Regno Unito e Francia sono cresciuti del 2 e del 4,40 per cento rispettivamente. In Germania, uno dei mercati che è andato peggio ieri, oggi la crescita ha superato il 5 per cento. In Grecia l’indice principale è cresciuto  del 9,4 per cento. In Spagna la borsa ha registrato una crescita di quasi il 4 per cento mentre in Italia è arrivata al 5,4 per cento.

In Cina
Le autorità monetarie hanno deciso di abbassare ulteriormente i tassi d’interesse. Si tratta di una misura che è già stata presa durante questa crisi finanziaria in Cina e si tratta del quinto ribasso dallo scorso novembre. È una di quelle misure che molti investitori cinesi si aspettavano per arginare il crollo del mercato azionario. Vuol dire che il denaro può essere preso in prestito più facilmente: questo generalmente dovrebbe aiutare l’espansione dell’economia.

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L’euro
L’euro ieri è stato uno dei pochissimi investimenti a registrare una crescita, insieme allo yen giapponese. L’euro ha beneficiato principalmente della perdita subita dal dollaro. Le due monete possono essere antagoniste in occasioni come quella di ieri e la gente ha preferito trasferire la sua ricchezza in euro, ritenendola una moneta più sicura, un “bene rifugio”. La ragione è principalmente dovuta ai cambi di aspettative sugli innalzamenti dei tassi d’interesse che dovrà attuare la FED (la banca centrale statunitense, quindi dollari).

Fino a ieri si riteneva molto probabile che la FED avrebbe considerevolmente alzato i tassi d’interesse (che fino adesso sono stati molto bassi) in autunno. La difficile situazione economica che sta portando la crisi cinese ha però fatto rivedere le aspettative di molti investitori, secondo cui la FED rimanderà l’innalzamento dei prezzi per agevolare la ripresa economica negli Stati Uniti. Secondo alcuni analisti l’innalzamento avverrà addirittura a marzo 2016.

Oggi si sta recuperando un po’ dello scarto registrato ieri tra euro e dollaro: l’euro si indebolisce di circa lo 0,73 per cento. È probabile che questa condizione dell’euro come “bene rifugio” non duri per molto.