L’economia francese non cresce più

È in stagnazione dall'elezione di François Hollande nel 2012 e anche i dati dell'ultimo trimestre non sono buoni: è un segnale preoccupante per tutta l'Europa

(LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)
(LOIC VENANCE/AFP/Getty Images)

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica della Francia, nel secondo trimestre del 2015 l’economia francese è rimasta ferma. Gli esperti avevano previsto una moderata crescita dello 0,2 per cento, ma i primi calcoli ufficiali mostrano invece che è cresciuta dello 0 per cento. Un rallentamento era atteso rispetto ai dati del primo trimestre, ma i risultati così negativi sono stati una sorpresa anche per gli esperti. Quelli francesi sono i dati che preoccupano di più in tutta l’eurozona, che nel suo complesso non se la sta passando troppo bene: l’Italia nel primo trimestre è cresciuta solo dello 0,2 per cento e la Germania considera un successo la sua crescita dello 0,4 per cento. I 19 paesi che hanno adottato l’euro sono cresciuti complessivamente dello 0,3 per cento.

È dall’elezione di François Hollande nel 2012 che l’economia francese è stabilmente in stagnazione. I dati del primo trimestre di quest’anno, frutto soprattutto di un aumento dei consumi interni, avevano fatto sperare in una ripresa della crescita, ma la crisi greca e i timori per il futuro hanno fatto contrarre nuovamente la domanda interna e quindi la crescita. Secondo Tom Rogers, un economista intervistato da Bloomberg News, «la stagnazione in Francia e la quasi stagnazione in Italia mostrano come le famiglie e le imprese siano ancora profondamente preoccupate per il futuro». La mancanza di crescita è particolarmente grave in questo momento storico perché non permette di riassorbire la disoccupazione che è al 10,4 per cento in Francia e al 12,4 in Italia.

Ancora più preoccupante è il fatto che l’Europa si trova in un periodo di “shock esogeni positivi”, cioè una serie di circostanze favorevoli alla crescita economica determinate al di fuori delle scelte dei singoli governi. L’abbassamento del prezzo del petrolio, il programma di acquisti di titoli di stato della Banca Centrale Europea e il deprezzamento dell’euro avrebbero dovuto creare un clima molto favorevole per la ripresa, ma in realtà quasi tutti i paesi dell’eurozona si trovano quasi in stagnazione. Come ha detto Alessandra Migliaccio, capo dell’ufficio di Roma di Bloomberg News, «l’economia europea si trova sotto steroidi eppure non riesce a crescere più dello zero virgola».

Anche per questo motivo le stime di crescita dei mesi scorsi sono state quasi tutte riviste al ribasso. La stima per l’area euro era dello 0,4 per cento, 0,1 in più rispetto al dato diffuso ieri. Anche in Portogallo, nei Paesi Bassi, in Germania, oltre che in Italia, le stime superavano i dati reali di almeno uno 0,1 per cento. In Francia la stima prevista era appunto di una crescita dello 0,2 per cento, mentre invece c’è stata crescita nulla.

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