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  • Venerdì 7 agosto 2015

La foto di due palestinesi che proteggono una poliziotta israeliana

La donna era rimasta bloccata negli scontri tra coloni israeliani e contadini palestinesi: in molti accusano i due uomini di tradimento

Negli ultimi giorni è circolata molto sui social media ed è stata ripresa da diversi giornali la foto di due palestinesi che proteggono una poliziotta israeliana. La foto è stata scattata sabato 1 agosto da Shaul Golan, fotografo del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, non lontano Esh Kodesh, un insediamento israeliano in Cisgiordania. La poliziotta era rimasta isolata dai colleghi durante uno scontro tra coloni ultra-ortodossi e contadini palestinesi che si stavano lanciando sassi gli uni contro gli altri, oltre che contro gli agenti.

Uno dei due uomini, quello con la camicia azzurra, è Zakaria Sadah, che lavora per Rabbis for Human Rights (RHR), un’organizzazione israeliana pacifista che opera nella zona (per cui ha anche scattato foto degli scontri). Sadah ha detto al giornale statunitense TheBlaze che l’altro uomo è il sindaco del paesino palestinese Qusra. Ha anche raccontato che gli scontri sono iniziati quando i coloni hanno iniziato a lanciare sassi contro i contadini palestinesi, come avevano già fatto in passato allo scopo di impedire la raccolta e la semina dei campi.

Poco dopo sono arrivati i poliziotti israeliani e uno di loro ha puntato una pistola di stordimento contro i palestinesi, che hanno risposto lanciando sassi contro la polizia. La collega del poliziotto si è ritrovata isolata nel gruppo dei palestinesi, contro cui continuavano ad arrivare i sassi lanciati dai coloni. La poliziotta era terrorizzata e un suo collega ha puntato la pistola contro i palestinesi attorno a lei, considerandoli una minaccia. A quel punto Zadah e l’altro uomo sono intervenuti e si sono messi davanti alla poliziotta con le mani alzate. «Non sparate – racconta di aver gridato Zadah agli agenti – La proteggo io», e poi l’ha accompagnata da loro.

Golan, l’autore della foto, ha raccontato al giornale israeliano Times of Israel che «In tutto quel caos ho visto quella poliziotta. Era molto spaventata. Era rimasta da sola e quelli che sono considerati suoi nemici la stavano proteggendo. Ho capito subito che era un momento speciale». Sadah ha anche raccontato che ora molti palestinesi lo accusano di essere un traditore: «Sui social network ci sono palestinesi che scrivono cose contro di me perché ho protetto una poliziotta, come se fossimo dei “traditori”. Dall’altra parte ci sono i coloni che mi aggrediscono. Così ti senti sotto attacco da entrambe le parti. Ma continuerò per la mia strada, non mi importa cosa dice la gente. Per me una persona è una persona e la vita di una persona è importante. Difendo sia la vita della poliziotta che quelle dei palestinesi: sono tutte importanti per me e continuerò il mio attivismo pacifico».

Gli scontri sono avvenuti il giorno dopo che un bambino palestinese di 18 mesi era rimasto ucciso da un incendio appiccato in una casa di Douma, in Cisgiordania, probabilmente da nazionalisti israeliani. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’episodio un atto di “terrorismo” e ha detto di essere “sconvolto da questo fatto orribile e riprovevole”.