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  • Domenica 19 luglio 2015

Le novità su Mohammod Abdulazeez

L'indagine dell'FBI sul ragazzo che ha ucciso 5 marines a Chattanooga si sta concentrando sugli SMS mandati prima dell'attacco e su alcuni viaggi in Medio Oriente

(Hamilton County Sheriffs Office via AP)
(Hamilton County Sheriffs Office via AP)

Negli ultimi giorni sono emersi nuovi dettagli sulla vita di Mohammod Abdulazeez, il 24enne statunitense originario del Kuwait che giovedì 16 luglio ha attaccato due complessi militari di Chattanooga, in Tennessee, uccidendo cinque marine e ferendo altre due persone. Abdulazeez, che era musulmano e abitava coi suoi genitori vicino Chattanooga, è stato poi ucciso durante l’ultima sparatoria. Gli investigatori hanno detto di stare trattando il caso di Abdulazeez come un atto di terrorismo: in particolare, si sono concentrati su due viaggi in Medio Oriente compiuti da Abdulazeez fra il 2010 e il 2014 e su alcuni SMS dal contenuto religioso che Abdulazeez ha mandato a un amico la sera prima dell’attacco. Finora non sono stati trovati legami con alcun gruppo terroristico e l’attacco non è stato rivendicato. Una fonte contattata al New York Times e vicina alle indagini ha ipotizzato che Abdulazeez possa essersi «auto-radicalizzato», rendendo praticamente impossibile prevenire un attacco da parte sua.

Abdulazeez si è diplomato al liceo di Red Bank, in Tennessee, e nel 2012 si è laureato in ingegneria elettronica alla University of Tennessee. Attualmente era disoccupato, ma negli anni precedenti aveva trovato diversi lavori da stagista in alcune aziende nella zona. Nei giorni scorsi è circolata molto una foto di Abdulazeez contenuta nell’annuario scolastico del liceo di Red Bank e pubblicata dal Times Free Press, un quotidiano di Chattanooga. Accanto alla foto di Abdulazeez in giacca e camicia, c’è una citazione che dice: «il mio nome causa un allarme per la sicurezza nazionale. E il tuo fa altrettanto?».

Secondo il New York Times l’FBI ha concluso un primo giro di interviste ad amici e conoscenti di Abdulazeez, e sabato 18 luglio ha iniziato un secondo giro di testimonianze. Uno degli amici ascoltati dall’FBI ha parlato a lungo con Reuters, che dietro sua precisa richiesta non ha diffuso il suo nome. L’amico di Abdulazeez ha detto a Reuters che mercoledì 15 luglio, verso le 10 di sera, ha ricevuto un SMS da Abdulazeez nel quale era contenuto un link a un versetto islamico che inizia così: «il venerabile Allah ha detto: a chiunque compia qualcosa di male contro un mio amico, io dichiaro guerra». L’amico ricorda che in quel momento stava chiedendo consiglio ad Abdulazeez per trovare lavoro. Ha anche detto di aver continuato a scrivere ad Abdulazeez dopo aver ricevuto il link con il versetto islamico, ma che lui non aveva più risposto.

Lo stesso amico ha detto a Reuters che Abdulazeez ha visitato il Medio Oriente nel 2010 passando per molti paesi, e che nel 2014 ha passato un certo periodo di tempo in Giordania a lavorare per suo zio. Ha anche aggiunto che al suo ritorno dalla Giordania Abdulazeez sembrava più sereno e meno interessato a fare feste: «è stata una cosa che ci ha reso più vicini. Stiamo parlando di un ragazzo che intendeva sistemarsi e mettere a posto la sua vita. Questo ci ha legato».

Secondo alcuni amici di Abdulazeez contattati da Reuters, inoltre, subito dopo il viaggio in Giordania il ragazzo si era procurato tre armi da Armlist.com, un sito che permette di acquistare armi senza ricevere controlli ulteriori sui propri precedenti. Una fonte giordana ha comunque confermato al New York Times che gli investigatori governativi locali stanno collaborando con l’FBI, ma che dopo avere intervistato alcuni dei parenti di Abdulazeez hanno concluso che nel 2014 il ragazzo non ha commesso alcuna attività «illecita» mentre si trovava in Giordania.