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Le cose che non si possono usare nella NBA

Maschera di LeBron

Durante una partita NBA tra i Miami Heat e gli Oklahoma City Thunders, LeBron James si ruppe il naso durante uno scontro con Serge Ibaka. James tornò in campo contro i New York Knicks usando una maschera protettiva molto più nera e ruvida di quelle solitamente usate nella lega. Prima della gara contro New York, James aveva scherzato dicendo di avere chiesto a Marvel Comics di disegnargli “la migliore maschera di tutti i tempi”. In quella partita James giocò molto bene: segnò 31 punti, prese 4 rimbalzi e fece 4 assist in 37 minuti. La sua maschera era diventata così nota che Miami cominciò a vendere delle magliette con stampata la faccia di James con la maschera. La scelta di James non fu comunque apprezzata dalla NBA: nella partita successiva James tornò a usare una maschera più chiara e tradizionale.

Nella foto: LeBron James nella partita dei Miami Heat contro i New York Knicks il 27 febbraio 2014. (AP Photo/Alan Diaz)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Cuffie

La NBA vietò l’uso delle cuffie di qualsiasi tipo che si usano per ascoltare la musica, durante il riscaldamento. Il divieto delle cuffie in NBA - che comunque spesso non viene applicato - ha fatto discutere, ma non quanto quello deciso dalla NFL, la principale lega professionistica di football americano degli Stati Uniti: la NFL ha infatti vietato l’uso delle popolari “Beats” di Dr. Dre, dopo che ha firmato un contratto con un’altra società produttrice di cuffie, la Bose. L’accordo ha previsto, tra le altre cose, che Bose possa chiedere alla NFL di diffidare i giocatori e allenatori dall’usare le Beats prima e durante una partita.

Nella foto: Rajon Rondo durante il riscaldamento con i Boston Celtics prima di una partita contro i Los Angeles Lakers che si è giocata il 17 gennaio 2014.
(AP Photo/Charles Krupa)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Athletic Propulsion Lab

Le Athletic Propulsion Lab sono state vietate dalla NBA per dei presunti vantaggi che darebbero a chi le indossa. Nel comunicato ufficiale si legge che per la prima volta in 64 anni di storia la NBA ha vietato l’uso di una nuova linea di scarpe per il fatto che dà un “vantaggio ingiusto” a chi la usa in campo: le Athletic Propulsion Lab permetterebbero a un giocatore di saltare più in alto di quanto riesca a fare usando un altro tipo di scarpe. Ryan Goldston, uno dei fondatori della società, ha detto: «Quella dichiarazione della NBA fu, per il nostro brand, la cosa migliore che potesse capitare».

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Catene

Tra le cose vietate con l’adozione del “dress code” nel 2005 ci furono catene, medaglioni e ciondoli di vario tipo, molto diffuse nella cultura hip-hop e molto usate anche dai giocatori NBA. Uno dei più duri oppositori del divieto fu il giocatore degli Indiana Pacers Stephen Jackson, che accusò la NBA di avere adottato delle misure razziste. Anche Tim Duncan, giocatore dei San Antonio Spurs noto per il suo atteggiamento molto corretto e pacato, si oppose alle nuove regole.

Nella foto: i cestisti Kenny Smith (a sinistra) Stephen Jackson (al centro) e il rapper Biz Markie durante il K-Mart/Protege Basketball Block Party, un evento di promozione della linea di scarpe Protege che mescola basket e cultura urbana.
(Rick Scuteri/AP Images/K-Mart)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Do-rags

Con il “dress code” introdotto nel 2005 da David Stern furono vietati anche i “do-rags”, le “cuffie” molto usate nella cultura hip-hop. L’uso dei “do-rags” fu uno dei punti più discussi dell’intero regolamento. L’opinionista Jabari Asim scrisse sul Washington Post: «I difensori del do-rags parlano della sua utilità come copricapo in una giornata dove i capelli non stanno ordinati. Ho una risposta per questo. Si chiama spazzola. Altri dicono che sia un emblema dell’individualità e della ribellione contro lo status quo. In realtà rappresenta l’opposto: la schiavitù». Uno dei sostenitori più noti dei do-rags fu Allen Iverson, storico playmaker dei Philadelphia 76ers.

Nella foto: Allen Iverson dei Sixers durante la partita dei Sixers contro i Bulls, con indosso do-rag e collana.
(Philadelphia Inquirer/ZUMA/Ansa)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Taping Kinesiologico

In NBA i diffusissimi nastri che si incollano al corpo per alleviare il dolore e l'affaticamento in caso di lievi infortuni cominciò a indossarli Derrick Rose: la NBA gli disse inizialmente di smettere, per poi cambiare idea successivamente e dire in un comunicato ufficiale che erano permessi, per sperimentare la loro efficacia.

Nella foto: Cappie Pondexter dei New York Liberty con i nastri sui polpacci.
(AP Photo/Ross D. Franklin)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Scarpe Timberland

I famosi stivali gialli Timberland - e quelli simili di altre marche - sono sempre stati popolari tra le persone che si identificano nella cultura hip-hop. Stern le vietò perché, a suo dire, esisteva un'uniforme «per quando si è in campo, una per quando si è al lavoro, una per quando si esce con gli amici e una per quando si torna a casa: stiamo semplicemente cambiando la definizione di uniforme per le occasioni in cui uno fa cose per conto della NBA»

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Fascia al contrario

Nel 2010 Rajon Rondo, allora playmaker dei Boston Celtics, cominciò a indossare la fascia con il logo NBA al contrario: gli venne detto che avrebbe ricevuto una punizione se non avesse cominciato a portarla nel verso giusto. Lui decise di smettere di indossarla, per un po'. Secondo diversi commentatori questa imposizione su come indossare un accessorio ufficiale fu abbastanza ridicola.

Nella foto: la guardia dei Boston Celtics Rajon Rondo con indosso la fascia con il logo NBA al contrario.
(AP Photo/David Zalubowski)

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Magliette contro LeBron

Nel 2010 LeBron James annunciò che avrebbe “portato il suo talento a South Beach”, ossia che se ne sarebbe andato via da Cleveland, la squadra in cui aveva giocato fino a quel momento (vicinissima a dove è nato, ad Akron) e sarebbe andato a giocare con i Miami Heat: la sua decisione fu molto criticata, e in particolare i tifosi di Cleveland la presero molto male. Quando tornò a giocare la sua prima partita a Cleveland, contro i Cavaliers, le autorità della NBA e dei Cavaliers cercarono di impedire che qualche tifoso entrasse al palazzetto con una maglietta o altri capi di abbigliamento con scritte offensive nei suoi confronti, molto venduti in quel periodo. Si tentò anche di impedirne direttamente la circolazione. Un portavoce dei Cavaliers spiegò: «Vogliamo che la gente si esprima e si diverta, ma non vogliamo che i tifosi superino il confine della decenza».

Nella foto: un tifoso dei Cleveland Cavaliers tiene un cartello con scritto “non ti rivogliamo” in una partita di NBA tra Cavaliers e la nuova squadra di LeBron, i Miami Heat.
(AP Photo/Tony Dejak)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Loghi nei capelli

Nel 2013 Iman Shumpert, allora dei New York Knicks, si fece tagliare i capelli in modo da disegnare il logo di Adidas: gli venne proibito, perché per regolamento l'unico capo di abbigliamento indossato in campo dai giocatori che può avere un logo sono le scarpe (infatti le divise NBA indossate dai giocatori non hanno il marchio dello sponsor tecnico Adidas).

Nella foto: Iman Shumpert su Instagram

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Divise storiche

Il picco della moda di indossare divise NBA (o di altri sport) di grandi campioni del passato arrivò tra la fine degli anni Novanta e l'inizio dei Duemila: nel 2005 David Stern vietò ai giocatori di indossare le maglie NBA fuori dal campo.

Nella foto: l’ex star del basket Larry Bird solleva la sua nuova maglia dei Boston Celtics con il numero 33 con il presidente dei Celtics Red Auerbach, a sinistra, in una conferenza stampa a Boston del giugno 1979.
(AP Photo)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Compression Tights

I compression tights sono utilizzati dai giocatori per vari motivi: sono degli scaldamuscoli, aiutano la circolazione, hanno spesso un'imbottitura al ginocchio e proteggono le gambe da sbucciature e contusioni. Nel 2006, quando molti giocatori famosi cominciarono a usarli regolarmente (tra loro Dwayne Wade, Vince Carter e Kobe Bryant ), la NBA cercò di vietarli, dicendo che erano usati solo per motivi estetici. Il divieto non venne però praticamente mai applicato.

Nella foto: la guardia dei Miami Heat Dwayane Wade (a sinistra) indossa i compression tights. Alla sua destra la guardia dei Brooklyn Nets Joe Johnson.
(AP Photo/Kathy Willens)

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Le cose che non si possono usare nella NBA

Air Jordan 1

Le Air Jordan 1, le prime scarpe della Nike per Michael Jordan, furono prodotte nel 1984, anno dell’esordio di Jordan in NBA nella squadra dei Chicago Bulls (cominciarono a essere vendute l’anno successivo). La NBA decise però di vietarle, perché nel regolamento relativo alle divise si diceva che “un giocatore deve usare delle scarpe che siano abbinate non solo con la sua divisa, ma anche con il colore delle scarpe dei suoi compagni di squadra”. Ci sono comunque dei dubbi sul fatto che siano proprio le Air Jordan 1 a essere state vietate dalla NBA: secondo alcuni nei primi mesi in NBA Jordan non indossò le Air Jordan 1, ma le Nike Air Ship, un altro modello di scarpe da basket rosso e nero prodotto dalla Nike ma rimasto abbastanza sconosciuto per non essere stato messo in vendita. La storia fu comunque molto sfruttata dalla Nike per scopi pubblicitari: in uno dei suoi più famosi spot pubblicitari, viene detto: «il 15 settembre Nike ha creato un tipo di scarpe da basket rivoluzionario. Il 18 ottobre la NBA le ha vietate. Fortunatamente, la NBA non può vietare a voi di usarle».

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Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980