Il ticket per smaltire le code ai padiglioni

La Svizzera lo ha introdotto da subito, altri ci stanno pensando: nel caso del Brasile e del Giappone adesso si aspetta anche fino a un'ora

La coda davanti a Palazzo Italia, dove si può aspettare anche più di un'ora per entrare (foto Il Post)
La coda davanti a Palazzo Italia, dove si può aspettare anche più di un'ora per entrare (foto Il Post)

Anche passati i primi giorni, i visitatori di Expo hanno a che fare – per l’accesso a diversi padiglioni – con lunghe code che si formano per entrare in alcune delle strutture più popolari. L’esposizione è già di per sé molto grande e non è facile vedere tutto quello che interessa in una sola giornata: in più si perde tantissimo tempo ad aspettare il proprio turno per entrare nei padiglioni di Giappone, Brasile o Colombia. In questi giorni sono soprattutto le scolaresche a costituire una gran parte delle folle in visita, ma da giugno in poi ci si aspetta che vengano rimpiazzate da un maggior numero di comitive di stranieri. Malgrado l’organizzazione non voglia dare numeri officiali, per quel che vale fonti ufficiose riferiscono di una media quotidiana di quasi 200mila visitatori.

Ognuno dei padiglioni con i maggiori afflussi – causati dalle informazioni sui media e dai passa parola sulle loro attrazioni, soprattutto – cerca di intrattenere o di aiutare le persone in fila: allo spazio del Kazakistan viene costantemente suonata della musica dal vivo (può anche diventare irritante a lungo andare in realtà), fuori dal padiglione degli Emirati Arabi un gruppo di gentili hostess fornisce ai visitatori un ombrello per proteggersi dal caldo o dalla pioggia, mentre in quello dell’Irlanda tre ragazze con violino, cornamusa e fisarmonica intrattengono il pubblico in caso di calca. Ma la soluzione che potrebbe essere presto adottata da molte nazioni, almeno quelle più visitate, è quella utilizzata della Svizzera: già dall’apertura di Expo, il primo maggio, i visitatori si mettono in coda alla biglietteria del padiglione per ricevere un ticket gratuito con segnato sopra l’orario di entrata. In questo modo la gente non resta ferma in coda a perdere tempo, ma gira a curiosare negli altri padiglioni in attesa del proprio turno per prendere l’ascensore d’entrata della struttura svizzera. Questo sistema è stato adottato anni fa nei principali parchi divertimento, come Disneyland e Gardaland, proprio per evitare che le persone si perdessero delle attrazioni per mancanza di tempo.

La decisione di introdurre questo metodo spetta ai padiglioni stessi, perché le strutture nazionali sono autonome e quindi Expo può suggerire l’adozione del sistema svizzero senza però avere la possibilità di imporlo. Sarebbe utile introdurlo in padiglioni come quello del Giappone – dove le code variano tra i 30 e i 60 minuti di attesa, raramente sotto – o del Brasile – qui le scolaresche si fermano sempre per fare un giro sul tappeto elastico che ricopre tutta la struttura – o il Palazzo Italia – uno dei più visitati e quindi con più attesa – o ancora al bosco dell’Austria, mentre la Cina ha già deciso di introdurre il ticket con l’orario di entrata proprio in questi giorni. I padiglioni si stanno comunque evolvendo a seconda delle richieste e dei problemi che hanno incontrato in queste prime settimane di Esposizione, per migliorare il servizio.

Questo metodo ha però un effetto collaterale che alcuni visitatori hanno già riscontrato al padiglione della Svizzera: il ticket con l’orario è sicuramente comodo da un punto di vista di risparmio del tempo perso, ma costringe a una pianificazione anticipata di cosa vedere. È capitato più di una volta che le persone che arrivavano all’ingresso del padiglione svizzero verso le 17 rimanessero fuori, poiché la biglietteria aveva già esaurito i ticket con orario di entrata per la giornata (i padiglioni chiudono obbligatoriamente verso le 21).